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Loris Tonino Paroli

Processo al nucleo storico delle Brigate Rosse, Torino 1976. Da sinistra Renato Curcio, Paolo Maurizio Ferrari, Arialdo Lintrami, Roberto Ognibene, Valerio De Ponti, Alberto Franceschini, Loris Tonino Paroli e Prospero Gallinari.

Loris Tonino Paroli (Casina, 17 gennaio 1944[1][2]) è un ex brigatista italiano.

Biografia

Sua madre sposò un ex-partigiano, che fu dunque patrigno di Loris Tonino.[1] Si diplomò all'istituto tecnico, si sposò a vent'anni e a ventuno ebbe un figlio.[3]

Lavorò come operaio alla fabbrica di motori Lombardini di Reggio Emilia;[4] era iscritto alla FGCI ed era delegato sindacale della Fiom-Cgil.[5]

Fece parte del cosiddetto Collettivo politico operai studenti, quelli “dell’appartamento” di Reggio Emilia, con Alberto Franceschini e Prospero Gallinari, in continua rottura con il PCI.[6]

Fu uno degli organizzatori del cosiddetto convegno di Pecorile[9] dell'agosto 1970 in provincia di Reggio Emilia, in cui si discusse del passaggio alla clandestinità e della lotta armata, dello scioglimento del Collettivo Politico Metropolitano e della fondazione di Sinistra Proletaria;[10] fu proprio Paroli a proporre il luogo del convegno: un ristorante con camere d'albergo e un capannone di proprietà di un suo parente.[10][11]

Nel 1974 lasciò la famiglia a Reggio Emilia per entrare nella colonna torinese delle Brigate Rosse,[12] con il nome di battaglia Pippo, come il nome da partigiano del patrigno.[1].

A Torino Paroli comprò un appartamento con i proventi delle rapine delle BR, e instaurò rapporti con alcuni operai della FIAT;[13] partecipò anche ad un paio di riunioni della Direzione strategica dell'organizzazione, come rappresentante della colonna torinese.[14]

L'11 dicembre 1974 partecipò, assieme ad almeno altri due compagni, ad un'irruzione armata dimostrativa negli uffici del sindacato giallo Sida a Mirafiori.[15] Il 18 febbraio 1975 fece parte, assieme a Margherita Cagol, del commando che liberò il brigatista Renato Curcio dal carcere di Casale Monferrato.[16]

Il 30 aprile 1975,[17] gli agenti dell'Ispettorato antiterrorismo e della polizia politica lo arrestarono nel suo appartamento a Torino.[18][19][20] Venne condannato a 16 anni di carcere per costituzione di banda armata, associazione sovversiva e per la liberazione di Curcio.

La sua attività di pittore cominciata in carcere ha riscosso un certo consenso,[21][22][23] ma anche qualche polemica per il suo passato brigatista.[24]

Note

  1. ^ a b c Tonino Loris Paroli, su L'alba dei funerali di uno Stato - Archivio materiale sulle Brigate Rosse e il rapimento di Aldo Moro. URL consultato il 28 luglio 2023.
  2. ^ Bianconi, p.7.
  3. ^ Bianconi, p. 10.
  4. ^ Gallinari, p. 76.
  5. ^ Fasanella, Franceschini, p. 38.
  6. ^ Fasanella, Franceschini, p. 39.
  7. ^ Reggio, la rimpatriata degli ex Br nella trattoria di Costaferrata, in il Resto del Carlino, 5 settembre 2016. URL consultato il 28 luglio 2023.
  8. ^ Gallinari, pp. 75-76.
  9. ^ In realtà avvenne nel comune di Casina, e più precisamente nella frazione di Costaferrata.[7][8]
  10. ^ a b De Prospo, Priore, p.42.
  11. ^ Fasanella, Franceschini, p. 56.
  12. ^ Bianconi, pp. 25-27.
  13. ^ Bianconi, pp. 27-29.
  14. ^ Bianconi, pp. 33-34.
  15. ^ Bianconi, p. 36.
  16. ^ Bianconi, pp. 37-41.
  17. ^ Galli.
  18. ^ Bianconi, p. 46.
  19. ^ Brigatisti allo specchio, in la Repubblica, 1º maggio 2003. URL consultato il 25 luglio 2023.
  20. ^ Giorgio Bocca, I Giustificazionisti, in la Repubblica, 26 novembre 1992.
  21. ^ “Vita e Libertà” in mostra alla Panizzi, in Gazzetta di Reggio, 16 gennaio 2018. URL consultato il 23 luglio 2023.
  22. ^ Le arti vagano tra sociale e militanza, in la Repubblica, 20 febbraio 2009. URL consultato il 23 luglio 2023.
  23. ^ Loris Tonino Paroli a Sarzano, su Comune di Casina, 8 luglio 2014. URL consultato il 6 agosto 2023.
  24. ^ Patrocinio del Comune alla mostra dell’ex-Br Paroli Sdegno di Fratelli d’Italia, in ReggioReport, 9 agosto 2016. URL consultato il 6 agosto 2023.

Bibliografia

Voci correlate

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