Share to: share facebook share twitter share wa share telegram print page

 

Mafalda del Portogallo

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Mafalda del Portogallo (disambigua).
Mafalda del Portogallo
Mafalda del Portogallo nella Genealogia delle Reali Case di Spagna e Portogallo di Antonio de Hollanda, 1534
Regina consorte di Castiglia
In carica1215 –
1216
PredecessoreEleonora d'Inghilterra
SuccessoreBeatrice di Svevia
Nome completoMafalda Sanches
Altri titoliRegina consorte di Toledo
Signora titolare di Seia
NascitaCoimbra, 1195
MorteAmarante, 1º maggio 1256
Luogo di sepolturaMonastero di Arouca
Casa realeCasa portoghese di Borgogna
PadreSancho I del Portogallo
MadreDolce di Barcellona
Consorte diEnrico I di Castiglia
ReligioneCattolicesimo
Beata Mafalda del Portogallo
Ritratto della beata Mafalda del Portogallo. Quadro anonimo del XVIII secolo nell'abbazia di Arouca.
 

Regina consorte di Castiglia

 
NascitaCoimbra, 1195
MorteAmarante, 1º maggio 1256
Venerata daChiesa cattolica
Beatificazione27 giugno 1793 da Papa Pio VI
Ricorrenza1 maggio

Mafalda Sanchez, Matilda in latino (Coimbra, 1195Amarante, 1º maggio 1256), fu regina consorte di Castiglia dal 1215 al 1216, anno in cui il matrimonio con Enrico I di Castiglia fu annullato. È stata proclamata beata dalla Chiesa cattolica.

Origine

Secondo il Nobiliario del Conde de Barcelos Don Pedro, Hijo del Rey Don Dionisio, Mafalda era la penultima figlia femmina del re del Portogallo Sancho I e di Dolce di Barcellona[1][2][3](1160-1198), che secondo la Corónicas" Navarras, era figlia del conte di Barcellona Raimondo Berengario IV e della regina di Aragona Petronilla[4].
Secondo il Roderici Toletani Archiepiscopi De Rebus Hispaniæ Sancho era figlio del re del Portogallo Alfonso I e della principessa Mafalda di Savoia (1125-1158)[5], figlia del settimo Conte di Savoia e Conte d'Aosta e di Moriana, quegli che sarebbe stato il primo ad assumere ufficialmente il titolo di Conte di Savoia, Amedeo III, e di Adelaide, di cui non si conoscono gli ascendenti[6][7].

Biografia

A pochi anni di età, Mafalda che era stata battezzata col nome della nonna, Mafalda di Savoia, rimase orfana della madre, Dolce, morta nel 1198[2].

Nel 1209, suo padre, Sancho I, redasse un testamento in cui dichiarò suo successore il figlio, Alfonso e stabilì lasciti per tutti gli altri figli, legittimi ed illegittimi, tra cui Mafalda (Reginæ Donna Maphalda)[8].

Alla morte del padre, nel 1211, Mafalda ricevette in eredità il castello di Seia, distretto di Guarda, unitamente alla città, con le relative rendite[9]. Ma il nuovo re, Alfonso II, rifiutava di consegnargliela, così come rifiutava di consegnare terre e città anche alle altre due sorelle, Sancha e Teresa. Alfonso temeva che, una volta riconosciuto il diritto di proprietà alle sorelle, eventuali eredi avrebbero poi potuto succedere loro e spezzare l'unità del regno.
Da questo fatto nacque una disputa tra il re e le tre sorelle, che avevano l'appoggio di buona parte della nobiltà; la disputa portò ad un conflitto che vide vincitore il re sui nobili ribelli.
La crisi fu risolta, alla morte di Alfonso, nel 1223, dal suo successore, Sancho II, che consentì alle zie di ricevere le rendite, pur mantenendo il controllo di castelli e città.

Nel frattempo, nel 1215, all'età di circa venti anni, il fratello, il re Alfonso II la sposò al più giovane, re di Castiglia, Enrico I, di circa undici anni[2], che, secondo la cronaca di Alberico delle Tre Fontane, era figlio del re di Castiglia, Alfonso VIII e di Eleonora Plantageneta[10], che, come riportae la Historiae Anglicanae Scriptores X, era la sesta figlia legittima (seconda femmina) del re d'Inghilterra, duca di Normandia e conte d'Angiò, Enrico II, e della moglie, duchessa d'Aquitania e Guascogna e contessa di Poitiers, Eleonora d'Aquitania[11].
Il matrimonio fu celebrato a Burgos, alla fine di agosto[2], ma, tenuto conto della giovane età del marito il matrimonio forse non fu consumato e l'anno dopo (1216), il matrimonio fu annullato, per consanguineità, da Papa Innocenzo III[9].
Dato che i coniugi non volevano separarsi furono minacciati di scomunica[9]; allora Mafalda si sottomise e ricevette l'assoluzione nel settembre 1216[9].

Dopo la separazione dal marito, Mafalda divenne signora di Arouca, dove fondò l'abbazia di Arouca[2], e dopo essere rimasta vedova, come le due sorelle maggiori, Sancha e Teresa si fece monaca cisterciense[12].

Mafalda morì il 1º maggio del 1256 nel monastero di Rio Tinto ad Amarante, nel distretto di Porto, dove fu inumata. Più tardi il suo corpo fu riesumato, per essere traslato nell'abbazia di Arouca, dove voleva essere tumulata come da suo testamento[13].
Il corpo fu riesumato nel 1517 e fu trovato intatto e la cosa generò un forte movimento di devozione per la principessa portoghese[12].

Culto

Il 27 giugno 1793 Mafalda fu beatificata da papa Pio VI, riunendola così alle sorelle Teresa e Sancha, beatificate all'inizio dello stesso secolo[12].

È festeggiata dalla Chiesa cattolica il 1 maggio[12].

Galleria d'immagini

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Enrico del Portogallo Roberto I di Borgogna  
 
Sibilla di Barcellona  
Alfonso I del Portogallo  
Teresa di León Alfonso VI di León  
 
Jimena Núñez de Lara  
Sancho I del Portogallo  
Amedeo III di Savoia Umberto II di Savoia  
 
Giselda di Borgogna  
Mafalda di Savoia  
Adelaide  
 
 
Mafalda del Portogallo  
Raimondo Berengario III di Barcellona Raimondo Berengario II di Barcellona  
 
Matilde d'Altavilla  
Raimondo Berengario IV di Barcellona  
Dolce I di Provenza Gilberto I di Gévaudan  
 
Gerberga di Provenza  
Dolce di Barcellona  
Ramiro II d'Aragona Sancho Ramírez d'Aragona  
 
Felicia di Ramerupt  
Petronilla d'Aragona  
Agnese d'Aquitania Guglielmo IX d'Aquitania  
 
Filippa di Tolosa  
 

Note

Bibliografia

Fonti primarie

Letteratura storiografica

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore consorte del sovrano di Castiglia
Successore
Eleonora d'Inghilterra 11521157 Beatrice di Svevia
Prefix: a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Portal di Ensiklopedia Dunia

Kembali kehalaman sebelumnya