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Maria Carta

Maria Carta
Maria Carta in un'immagine del 1975
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
GenereCanzone popolare
Periodo di attività musicale1970 – 1994
EtichettaTirsu, RCA Italiana, Polydor, Fonit-Cetra
Studio24
Live2
Raccolte2
Sito ufficiale

Maria Carta (Siligo, 24 giugno 1934Roma, 22 settembre 1994) è stata una cantautrice, attrice e politica italiana. Durante la sua carriera di cantante ha ripercorso i molteplici aspetti della musica tradizionale sarda, in particolare del cantu a chiterra, del repertorio popolare dei gosos, delle ninne nanne e del canto tradizionale religioso (canti gregoriani). Ha saputo aggiornare la tradizione con arrangiamenti moderni e personali. Nel 1975 ha scritto un libro di poesie, intitolato Canto rituale.

«Il suo bel viso, la fierezza e insieme la grazia del suo portamento, più che un simbolo, sono una personificazione di quella Sardegna intangibile e indomita che ho sempre amato. Quando la sua voce calda e potente si alza e riempie lo spazio, si aprono infiniti orizzonti che scendono nella storia. Dopo aver conosciuto Maria Carta, ancora una volta affermo che i soli grandi uomini della Sardegna sono state donne.»

Biografia

Nacque a Siligo, un piccolo paese della provincia di Sassari, il 24 giugno 1934. Alla nascita le fu dato il nome di Maria Giovanna Agostina: Giovanna perché nacque il giorno della festa di san Giovanni e Maria Agostina per ricordare la nonna materna. All'età di otto anni perse il padre per una grave malattia e fu costretta, come del resto tutti i bambini della sua condizione sociale, ad affrontare le fatiche quotidiane sia in casa sia in campagna[1].

Nel 1957, a 23 anni, vinse il concorso di bellezza Miss Sardegna e partecipò al concorso nazionale di Miss Italia. Prese parte come attrice al fotoromanzo Questo sangue sardo, scritto e realizzato da Abramo Garau a Sardara[2]. Intorno al 1960 si trasferì a Roma, dove conobbe lo sceneggiatore Salvatore Laurani, che poi sposò. Frequentò il Centro Nazionale di Studi di Musica Popolare, diretto da Diego Carpitella, presso l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia[3] e contemporaneamente portò avanti un percorso di ricerca musicale ed etnografica con importanti produzioni e collaborazioni.

Nel 1971 realizzò due album: Sardegna canta e Paradiso in re, e intanto frequentò l'etnomusicologo Gavino Gabriel. Lo stesso anno venne trasmesso dalla Rai il documentario Incontro con Maria Carta (fotografia di Franco Pinna e testi di Velia Magno), nel quale Maria cantò e recitò con Riccardo Cucciolla. Venne registrato anche un altro documentario (con regia di Gianni Amico su soggetto e sceneggiatura di Salvatore Laurani) dal titolo Maria Carta. Sardegna, una voce.

Nel 1972 recitò al Teatro Argentina a Roma nella Medea di Franco Enriquez. Lo stesso anno incontrò Amália Rodrigues, con la quale tenne un concerto al Teatro Sistina[4]. Nel 1973 le due artiste realizzarono una tournée in Sardegna[5]. Nel 1974 partecipò a Canzonissima, interpretando il Deus ti salvet Maria. Arrivò in finale e si classificò seconda nel girone della musica folk con il brano Amore disisperadu. Nel 1975 tenne un importante concerto al Teatro Bol'šoj di Mosca. Nel 1976 venne eletta, per il Partito Comunista Italiano, nel consiglio comunale di Roma e rimase in carica fino al 1981.

Nella sua carriera si ritagliò un ruolo in alcuni film e godette dell'amicizia di registi famosi come Pier Paolo Pasolini, Francis Ford Coppola e Franco Zeffirelli: suoi infatti furono i ruoli della madre di Vito Corleone ne Il padrino - Parte II (1974) di Coppola e di Marta nello sceneggiato Gesù di Nazareth (1977) di Zeffirelli. Nel 1980 partecipò al Festival d'Avignone, nel 1987 si esibì nella cattedrale di San Patrick a New York e nel 1988 nella cattedrale di St. Mary a San Francisco. Nel 1992 realizzò il musical teatrale A piedi verso Dio con brani composti da Franco Simone. Maria Carta tenne il suo ultimo concerto a Tolosa, in Francia, il 30 giugno 1993.

Malata da tempo di tumore, morì nella sua casa di Roma all'età di 60 anni.

La fondazione

Dopo la sua morte, nel 1994 fu istituita la Fondazione Maria Carta, con lo scopo di promuovere la cultura e la musica della Sardegna. A partire dal 2003 la stessa Fondazione attribuisce ogni anno il Premio Maria Carta, conferito a chi, in un modo o nell'altro, contribuisce a promuovere l'immagine della cultura sarda in Italia e nel mondo[6]. Nel 2016 la fondazione è stata promotrice del progetto Freemmos - Liberi di restare, un'iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma dello spopolamento delle zone interne dell’isola[7].

Premi e onorificenze

Commendatore Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 18/04/1990 [8]

Collaborazioni musicali

Discografia

Singoli

Album

Filmografia

Cinema

Televisione

Teatro

Note

  1. ^ Maria Carta, su comunesiligo.it. URL consultato il 25 novembre 2019.
  2. ^ Bruno Garau, Il ricordo di Maria Carta vedi anche Foto di Maria Carta con Abramo Garau Archiviato il 12 agosto 2016 in Internet Archive.
  3. ^ Octavia Salvador, Maria Carta
  4. ^ Nell'ambito dei Lunedì del Sistina, organizzati da Franco Fontana.
  5. ^ Maria Carta, il concerto dimenticato, La Nuova Sardegna, 10 marzo 2013
  6. ^ Premio Maria Carta, su Fondazione Maria Carta. URL consultato il 16 luglio 2019.
  7. ^ Freemmos, su Fondazione Maria Carta. URL consultato il 16 luglio 2019.
  8. ^ Comune di Siligo, su comunesiligo.it. URL consultato il 29 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2014).
  9. ^ Recital di Maria Carta e Amália Rodrigues - I lunedì del Sistina (20 novembre 1972) di Maria Carta & Amália Rodrigues su Apple Music

Bibliografia

  • Maria Carta. Canto rituale, Coines Edizioni, 1975.
  • Emanuele Garau. Maria Carta, Edizioni della Torre, 1998.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN47023906 · ISNI (EN0000 0000 6159 2426 · SBN SBLV254550 · Europeana agent/base/2673 · LCCN (ENnr99035529 · GND (DE121526011 · BNF (FRcb14672363d (data)
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