Nel 1982, con lo pseudonimo di Faffner, ha scritto il testo del brano L'oracolo di Delfi, inciso da Giuni Russo e incluso in Vox (1983). Il brano, oltre a ispirarsi al famoso omonimo oracolo, tra i più importanti dell'antica Grecia, contiene diverse citazioni di Socrate, in lingua greca, di Erodoto e di Freud. L'anno seguente ha collaborato nuovamente con la cantautrice, scrivendo insieme a lei il testo del brano Una sera molto strana, incluso in Mediterranea (1984).[3] Negli anni 2000 ha fatto parte della commissione del Premio Lunezia.
Dal 2012 porta in scena nei teatri italiani lo spettacolo Io odio i talent show, da lui scritto e interpretato, con la regia di Maurizio Colombi, basato sulle difficoltà di un critico musicale nell'era digitale e dei talent show.[4] Dall' one-man show è stato tratto un omonimo libro, pubblicato dalla Guido Veneziani Editore.
Il giorno del suo settantesimo compleanno, il 12 gennaio 2017, è stata pubblicata per la Hoepli la sua autobiografia Troppe zeta nel cognome, il cui titolo è tratto da una frase pronunciata negli anni novanta da Pippo Baudo, che ne ha curato la prefazione.[5]
Luzzatto Fegiz è socio del Rotary Club e possiede una collezione di 18000 dischi.[6]
Opere
Morte di un cantautore: biografia di Luigi Tenco, Milano, Gammalibri, 1976, SBNSBL0017846.