Nasce Masatada Makino (マキノ 正唯?, Makino Masatada) nel 1908 a Kyoto, ultimo figlio del regista e produttore Shōzō Makino, noto per essere uno dei pionieri del cinema giapponese[1]. Inizia la carriera nel mondo del cinema come attore nei film del padre[2], prima di abbandonare nel 1923 lo studio Nikkatsu per fondarne uno proprio a Kyoto[3], la Makino Talkie, che lo vede collaborare tra gli altri col fratellastro Sadatsugu Matsuda[4]. Fa il suo debutto dietro la cinepresa nel 1926, all'età di 18 anni[2]. Il suo stile nichilista in opere quali Rōnin-gai (1928) lo pone alla ribalta come uno dei migliori registi giapponesi del suo tempo[5], benché l'abitudine di concludere le riprese in pochi giorni gli faccia guadagnare parecchi detrattori. La pellicola del 1936 Edo no ka oshō, per esempio, viene girata in sole 28 ore[6], mentre un altro dei suoi film più conosciuti, la commedia musicale Oshidori utagassen (1939), viene girato in poco più di due settimane[7]. Il ritmo particolare della sua tecnica di ripresa, caratterizzato da lente sequenze sentimentali intervallate da rapide sequenze d'azione, contribuisce tuttavia all'aumento della sua popolarità[8]. È possibile osservare questa sua caratteristica in film quali Kettō takadanobaba (1937) e Awa no odoriko (1941) nei quali le scene d'azione sono paragonabili a coregrafie di danza, e persino i suoi film propagandistici del periodo bellico quali Ahen sensō (1943), presentano elementi equiparabili a quelli dei film di Busby Berkeley[9].
^(JA) マキノ雅弘―映画という祭り [著]山根貞男, in Asahi Shimbun, 28 novembre 2008. URL consultato il 31 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2012).
^ Mark Schilling, Singing Love Birds, su fareastfilm.com, Udine Far East Film Festival. URL consultato il 31 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2014).
^(EN) Davide Desser, From the Opium War to the Pacific War: Japanese Propaganda Films of World War II (abstract), in Film History, vol. 7, 1995, pp. 32-48. URL consultato il 31 ottobre 2014.
^(EN) Okinawa Actors' School, in What's cool in Japan, Web Japan, ottobre-novembre 1998. URL consultato il 1º novembre 2014.