Nel 1926 entra a far parte del gruppo torinese futurista con Fillia, Ugo Pozzo, Diulgheroff, Allimandi, Oriani e Costa con cui partecipò a diverse mostre a Torino e a Parigi.
La sua scultura di R. è una sintesi architettonica della scultura dettata dalla compenetrazione ritmica dei volumi e dal gioco dei vuoti e dei pieni.[1]
Partecipa a diverse edizioni della Biennale di Venezia nel 1930, nel 1932, nel 1936, nel 1938, nel 1940 e nel 1960 e alla Quadriennale di Roma nel 1931, nel 1935. Nel 1965 la IX Quadriennale di Roma gli rende un omaggio postumo.
Nel dopoguerra R. si dedica prevalentemente alla pittura con ricerche che nascono dal futurismo, ma sono rivolte ad un intimismo espressionista e riguardano la simultaneità e la compenetrazione delle forme geometriche.
Dal 1948 partecipa ai raduni di pittori a Bardonecchia organizzati da Renato Perego nell'Albergo Frèjus.