Mirra LochvickajaMirra Lochvickaja, pseudonimo di Marija Aleksandrovna Lochvickaja in russo Ми́ррa Алекса́ндровна Ло́хвицкая? (San Pietroburgo, 1º dicembre 1869[1] – San Pietroburgo, 9 settembre 1905[2]), è stata una poetessa russa esponente del simbolismo. BiografiaGioventùFiglia dell'avvocato Aleksander Vladimirovič Lochvickij[3] e della francese Varvara Aleksandrovna (nata Goyer, in francese: Hoer), era la sorella della scrittrice Teffi.[4] Nel 1874 la famiglia Lochvickij si trasferì a Mosca.[4] Nel 1882, Marija Aleksandrovna si iscrisse alla scuola borghese di Mosca Aleksandrovskij (in seguito ribattezzata Istituto Aleksandrovskij di Mosca).[3] L'informazione secondo cui il suo insegnante di letteratura russa fosse Apollon Nikolaevič Majkov è errata, in quanto all'epoca egli viveva a San Pietroburgo.[5] All'età di quindici anni Lochvickaja iniziò a scrivere poesie, mostrando immediatamente il suo talento. Poco prima del diploma pubblicò due sue poesie con il permesso dei suoi superiori in un opuscolo separato. Dopo aver conseguito il diploma di insegnante nel 1888[3] raggiunse la sua famiglia a Pietroburgo, che nel frattempo aveva lasciato Mosca in seguito alla morte di Aleksandr Vladimirovič. CarrieraNello 1888 Lochvickaja esordì pubblicando diverse poesie sulla rivista pietroburghese Sever ("Nord").[6] Allo stesso tempo pubblicò le poesie Sila very ("Il potere della fede") e Den' i noč' ("Giorno e notte") in un opuscolo separato. Seguirono pubblicazioni su Chudožnik, Vsemirnaja illjustracija, Russkoe obozrenie, Severnyj vestnik, Nedelja e Niva. Conobbe diversi intellettuali dell'epoca come Vsevolod Solovëv, Ieronim Jasinskij, Vasilij Ivanovič Nemirovič-Dančenko, Apollon Korinfskij, Pёtr Gnedič e Vladimir Sergeevič Solov'ëv, quest'ultimo considerato il mentore della poetessa in ambito letterario.[7] Lochvickaja acquisì notorietà con la poesia U morja ("Vicino al mare"), pubblicata nella rivista Russkoe obozrenie. Nel 1891 sposò l'ingegnere Evgenij Ernestovič Žiber, con il quale l'anno seguente si trasferì dapprima a Jaroslavl' e in seguito a Mosca.[5] Nel 1896 pubblicò la prima raccolta di poesie intitolata Stichotvorenija (1889-1895), la quale riscosse un successo immediato, e l'anno successivo ricevette il prestigioso Premio Puškin.[3] Nel 1898 seguì una seconda raccolta dal titolo Stichotvorenija (1896-1898).[8] La sua terza raccolta Stichotvorenija (1898-1900) includeva, oltre a nuove poesie, tre opere drammatiche: On i ona. Dva slova ("Lui e lei. Due parole"), Na puti k Vostoku ("In viaggio verso l'Oriente") e Vandelin.[9] In queste opere si possono riscontrare alcuni riferimenti autobiografici, come l'incontro con Konstantin Bal'mont, con il quale instaurò un profondo legame affettivo.[10] La quarta raccolta intitolata Stichotvorenija. Tom IV (1900-1902) include la fiaba Skazka o Prince Izmaile, Carevne Svetlane i Džemali Prekrasnoj ("Fiaba del principe Izmail, della principessa Svetlana e della bella Džemala") e il dramma in cinque atti Bessmertnaja ljubov' ("Amore immortale").[11] Per la quinta raccolta, pubblicata postuma nel 1905, le fu assegnato il Premio Puškin. Nel 1907 fu pubblicata una raccolta postuma di poesie e opere teatrali intitolata Pered zakatom ("Prima del tramonto").[12] Malattia e morteAlla fine degli anni ’90 dell’Ottocento, la salute di Lochvickaja iniziò a deteriorarsi rapidamente. Lamentava dolori cardiaci e soffriva di depressione cronica e incubi.[4] Nell'estate del 1905 si trasferì in una residenza estiva in Finlandia, ma fu presto riportata a San Pietroburgo, dove morì poco dopo.[13] PoeticaDopo un enorme successo riscontrato negli anni 1890, Lochvickaja perse notorietà negli ultimi anni della sua vita,[14] per poi essere pressoché dimenticata durante il periodo sovietico. Le sue opere suscitarono nuovamente l'interesse degli studiosi verso la fine del XXI secolo,[15] quando le fu riconosciuto il ruolo di una dei più importanti autori dell'Epoca d'argento della poesia russa.[16] Lochvickaja fu considerata la fondatrice della "poesia femminile" russa del XX secolo, alla quale seguirono Anna Achmatova e Marina Cvetaeva.[4] In una recensione della raccolta pubblicata postuma Pered zakatom, Michail Geršenzon scrisse: «Innanzitutto, la poesia di Lochvickaja è affascinante. Nell'intera commedia risultava relativamente debole: spesso non riusciva a trasmettere la sua idea poetica, altre volte la esprimeva in pieno quando essa non era ancora matura in lei. Ma una singola strofa, un singolo verso, spesso raggiungono la loro perfezione classica. Sembra che nessuno dei poeti russi si sia avvicinato a Puškin nel senso di purezza e chiarezza dei versi, come questa poetessa; le sue strofe vengono ricordate quasi facilmente come quelle di Puškin» Nel Dizionario Enciclopedico Brockhaus ed Efron, Lochvickaja fu definita "una delle più straordinarie poetesse russe".[12] Considerata una poetessa decadente, i critici A. I. Izmailov T. Aleksandrova ne hanno apprezzato il misticismo. Il tema dell'amoreLochvickaja scrisse quasi esclusivamente di sentimenti romantici, tant'è che fu spesso definita la "Saffo russa".[18] Nei suoi primi lavori la poetessa elogia l'amore come un brillante sentimento romantico, considerandolo il percorso verso la felicità familiare e la gioia della maternità, per poi descriverlo in senso più passionale nella seconda raccolta di poesie, fino ad assumere toni più tristi e cupi nelle ultime opere.[12] Opere
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
|