Mods & RockersCon l'espressione inglese Mods and Rockers s'intende il conflitto fra le subculture mod e rocker, iniziato negli anni sessanta in Inghilterra. Questo conflitto focalizzò l'attenzione dei media sul disagio giovanile e le subculture furono demonizzate a lungo, finché all'inizio degli anni settanta l'attenzione su questa rivalità cessò per focalizzarsi sulle subculture emergenti degli hippy e degli skinhead. Le originiFin dalla nascita, i due movimenti rocker e mod presentavano diverse divergenze:
Nel tempo queste differenze portarono i rocker, dall'aspetto più mascolino, a ritenere i mod dei tossicodipendenti effeminati e snob, mentre questi ultimi a ritenere i rocker dei bulli ignoranti e cafoni, e a considerarli dei "ribelli senza uno scopo", ossia persone che si ritenevano diverse ma la cui "ribellione" era in realtà soltanto una moda. ScontriLaddove le zone occupate da esponenti delle due subculture si sovrapponevano o erano di dubbia attribuzione (ad esempio le spiagge), era possibile assistere a scontri fra le due fazioni, durante i quali venivano utilizzati coltelli a serramanico, mazze o ami da pesca cuciti nei risvolti delle giacche.[1] Il più importante conflitto fra mod e rocker avvenne il 29 marzo 1964 a Clacton, nel periodo pasquale, ed ispirò Franco Migliacci per il testo del brano Uno dei mods, lanciato nel 1965 da Ricky Shayne[2]. Altri scontri avvennero durante particolari giorni festivi in alcune località balneari dell'Inghilterra meridionale, dove molti londinesi passano l'estate, quali Margate, Broadstairs e Brighton (ad esempio il 18 e 19 maggio 1964), quando migliaia di mod si trovarono a fronteggiare altrettanti rocker. A Brighton, dei mod aggredirono i rocker durante un concerto: le risse durarono due giorni consecutivi e si spostarono fino ad Hastings (da qui il nome di "seconda battaglia di Hastings" dato all'evento dai giornali).[3] Panico moraleStanley Cohen, un sociologo inglese, negli anni '70 coniò per l'occasione il termine panico morale: ovvero un panico di massa ingiustificato su una minaccia di piccola entità o inesistente, enfatizzato dai mass media. Il tutto è da ricondurre alla stampa dell'epoca che decise di raccontare al pubblico britannico gli scontri tra i gruppi (nulla al di fuori dall'ordinario, rispetto ad alcune risse da bar se non per l'elevato numero dei partecipanti) come un fenomeno epocale, con un gran numero di bande organizzate di vandali rivali che, a bordo delle loro motociclette e dei loro scooter, la notte mettevano a ferro e fuoco le tranquille città dell'Inghilterra.[4] Come ha ricostruito Cohen, in realtà non c’erano mai state bande organizzate all'opera, e tra le persone coinvolte nelle risse, la moto era posseduta solo da una piccola parte di individui. Prima dei racconti dei giornali, nemmeno esisteva una netta rivalità tra le due sottoculture biker; essa si consolidò invece dopo la pubblicità ottenuta.[4] L'influenza del conflitto nella cultura di massa
Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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