Niccolò Maria proseguì la tradizione familiare divenendo a sua volta un capitano di ventura[1], militando per la famiglia d'Este.
Il 7 ottobre 1467 alla morte del padre divenne con i cugini conte di Borgo franco, Castel Crescente e della Punta di Bomporto, signore di Castelvetro (con Solignano e Rimaldello), signore di Levizzano (con la Villa della Serra), signore di Spilamberto (con Corticella, Collecchio, San Vito e Cà di Sale), signore di Castelnuovo di Sopra, signore di Campiglio (con Denzano, Villa Bianca e Rosola). Ebbe anche la proprietà esclusiva della signoria di Cordignano (con San Cassiano) nalla Repubblica Veneta.
Nel settembre 1468 ebbe un contrasto con i parenti per il possesso dei feudi di famiglia; unitosi con il cugino Uguccione caccia da Spilamberto i cugini Ugo e Venceslao, ma deve ritirarsi a seguito dell'intervento del duca di Ferrara Borso d'Este.[1]
Nell'ottobre 1500 partecipò alla difesa di Bologna contro le milizie di Cesare Borgia, ma il 29 ottobre morì. Venne sepolto a Modena nella Chiesa di San Francesco accanto al padre.
Francesco (m. 1526), signore di Spilamberto, sposò Fiammetta Appiano d'Aragona e in seguito Cassandra Collalto, nel 1524 milita nell’esercito francese e nel 1525 in quello veneziano;
Alessandro (m. 1522), signore di Spilamberto; cavaliere gerosolimitano;
^Elizabeth Louise Bernhardt, Genevra Sforza and the Bentivoglio: Family, Politics, Gender and Reputation in (and beyond) Renaissance Bologna, Amsterdam University Press, 2023, pp.168.
Bibliografia
Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Da Correggio, Torino, 1835. ISBN non esistente.