Ondino Viera
Ondino Viera (Montevideo, 10 settembre 1901 – Montevideo, 28 giugno 1997) è stato un allenatore di calcio e calciatore uruguaiano. La sua carriera in panchina abbracciò più di quarant'anni e lo portò ad allenare in cinque paesi dell'America (Argentina, Brasile, Paraguay, Stati Uniti d'America e Uruguay). BiografiaNato nel 1901, fin dalla giovinezza si appassionò al calcio,[1] in un periodo in cui la sua nazione stava vivendo un grande interessamento per questa disciplina.[2] Fu tra gli organizzatori del primo Mondiale, Uruguay 1930, in quanto seguì da vicino gli ultimi accorgimenti per completare i lavori di costruzione dello Stadio del Centenario in tempo per la finale del torneo.[1] CarrieraGiocatoreIniziò a giocare ai sei anni d'età,[1] rimanendo nell'interno dell'Uruguay, ritirandosi però prima dei trent'anni per seguire un corso di studi all'Escuela Nacional de Educación Física di Montevideo e potere così ottenere l'abilitazione ad allenare.[2] AllenatoreAveva già iniziato l'attività di tecnico nel 1928, quando aveva guidato una selezione del Dipartimento di Cerro Largo nel campionato nazionale, che ancora non era divenuto professionistico.[3] Una volta ottenuta la possibilità di allenare, prese le redini del Nacional di Montevideo, partecipando al primo campionato ufficiale; nel 1933 fu sostituito dall'ungherese Américo Szigeti, che poi portò la squadra alla vittoria del titolo nazionale.[4] Lasciò dunque la patria per andare in Brasile. In questa nazione ottenne svariati successi come allenatore, imponendosi come uno dei principali tecnici del paese.[5] Nel 1938 venne contattato dal Fluminense di Rio de Janeiro, con cui vinse per tre volte il Campionato Carioca,[5] per poi passare al Vasco da Gama nel 1942. Con questa società raggiunse ancora una volta il titolo statale, e inaugurò uno dei periodi più floridi per essa, costruendo le fondamenta del cosiddetto Expresso da Vitória, la formazione del Vasco che dominò a livello nazionale per diversi anni;[5] Pablo Forlán disse che fu tra i principali fautori del 4-2-4, introducendolo per la prima volta in Brasile proprio quando guidava il Vasco da Gama.[3] Nacque anche una sorta di leggenda metropolitana riguardante Viera al Vasco, ovvero che fosse stato lui a suggerire l'uso della banda orizzontale nella divisa di gioco, ispirandosi a quella del River Plate,[5] ma questa voce si è rivelata falsa, dato che già nel 1938, prima dell'arrivo dell'uruguaiano, la squadra aveva adottato tale fascia.[6] Lasciata la società, si trasferì al Botafogo e poi al Bangu, dove rimase per un triennio, rimpiazzando Aymoré Moreira nel 1950 e allenando fino al termine del Campionato Carioca 1952, quando venne sostituito da Tim.[7] Così fu chiamato dal Palmeiras, con cui debuttò in panchina l'8 marzo 1953 in casa del Corinthians; le prestazioni del club sotto la sua guida non furono però positive: l'ottavo posto al Torneio Rio-São Paulo, su dieci partecipanti, e una sconfitta per 3-1 contro il San Paolo causarono le sue dimissioni, che ebbero luogo sei mesi dopo il suo arrivo.[8] Dopo aver allenato l'Atlético Mineiro tornò in Uruguay nel 1955, sempre al Nacional, vincendo subito il campionato e in seguito ripetendo l'impresa altre due volte, per un totale di tre titoli consecutivi (1955, 1956, 1957).[3] Nel 1963 cambiò nuovamente paese, trasferendosi così in Paraguay, dove i dirigenti del Guaraní gli assegnarono la panchina della squadra; nell'occasione, anche la Federazione gli offrì il posto di commissario tecnico della Nazionale, che lui accettò, guidando la selezione al Campeonato Sudamericano de Football 1963.[9] Con il club, invece, vinse il titolo nazionale nel 1964 e inaugurò un periodo di successi che durò fino al 1970.[9] Nel 1965, però, fu la Federazione calcistica uruguaiana a richiedere i suoi servigi in vista del campionato del mondo 1966. Fu il primo tecnico a convocare suo figlio, in quanto incluse Milton nella lista dei convocati per la rassegna mondiale.[10] Durante la competizione adottò uno scherma particolare, l'1-4-4-1, che aveva generato polemiche anni prima, ma che funzionò discretamente.[3] L'Uruguay centrò la qualificazione alla fase successiva, ricevendo però una sconfitta per 4-0 dalla Germania Ovest che ne sancì l'eliminazione. Nel 1967 Viera lasciò la panchina della Nazionale a Enrique Fernández ed andò ad allenare gli statunitensi del New York Skyliners, franchigia che aveva ingaggiato il club uruguaiano del Cerro per rappresentarla nel neonato campionato USA.[11] Gli Skyliners chiusero la stagione al quinto posto della Eastern Division. Nel 1969 allenò il Colón[12], il Liverpool nel 1971 e, da ultimo, il Peñarol nel 1972. PalmarèsAllenatoreCompetizioni nazionali
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