Palmarola è un'isola situata nell'arcipelago delle Isole Ponziane, nel Mar Tirreno.
Origini del nome
L'isola deve il suo nome alla grande diffusione sul suo territorio della palma nana.[senza fonte]
Geografia
Si trova a circa 10 km ad ovest di Ponza ed è la terza isola per grandezza dell'arcipelago, dopo Ponza e Ventotene. Chiamata anche «la Forcina» per la sua forma, prende in realtà il nome dalla palma nana, unica palma originaria dell'Europa, che cresce selvatica sulla sua superficie. L'isola era nota in antichità col nome Palmaria.
Come le altre Isole Ponziane è di natura vulcanica, con colate laviche, domi e brecce di natura riolitica di età compresa tra 4,2 e 1 milioni di anni, con la fase eruttiva principale datata a circa 1,6 milioni di anni[1]; sono presenti significativi giacimenti di ossidiana[2].
I rilievi formano tre cime principali: Monte Guarnieri, Monte Tramontana e Monte Radica. Le due estremità dell’isola sono date dalle punte di Tramontana e di Mezzogiorno[3].
Scogli
Alcuni scogli presenti lungo la costa dell'isola:
Storia
L'isola era molto frequentata nel Neolitico e nell'Eneolitico da tribù dedite al commercio di ossidiana, che introducevano nel continente. Sono stati ritrovati resti di ceramica e alcuni oggetti di ossidiana lavorati di età eneolitica[2].
A Palmarola fu esiliato e morì papa Silverio, Santo patrono del comune di Ponza che viene festeggiato il 20 giugno. Lo scoglio di San Silverio accoglie sulla sua sommità una piccola cappella che la tradizione popolare narra sia sorta sui resti della forzata residenza del Santo.
Abitata solo nel periodo estivo, diventa luogo di ritiro per i ponzesi che si rifugiano nelle case grotta, tipiche abitazioni scavate nella roccia di Palmarola.
L'abitudine di rifugiarsi nelle case-grotte è molto antica ed affonda le sue radici nella necessità di sfuggire ai pirati, durante il secolo XVIII. In un testo dell'Accademia Pontaniana è ricordato che:
«Giovanni Tagliamonte morto in età di centotrè anni andava spesso da Ponza a Palmarola, e mi raccontò varii di simili scontri coi corsari accaduti a lui non meno che ad altri Ponzesi nei dintorni di quest’isola. Egli aveva un'antica grotta tagliata nella rupe per abitazione vicino al piccolo porto di Palmarola[4]; ma per paura dei pirati passava molte delle sue notti sulla montagna in qualche grotta senza far fuoco, per non essere loro scoperto dal fumo»
Protezione
L'isola è un Sito di interesse comunitario, ha un aspetto selvaggio e falesie che rappresentano un unicum geologico[7].
Fauna
Una lucertola, Podarcis siculus palmarolae è un endemismo ristretto dell'isola[8].
La "Secca di Mezzogiorno", a circa un miglio dall'isola, sale dal fondale da 80 a 40 metri, ricoperta[9] di gorgonie rosse e abitata da aragoste, cernie e murene.
Nel SIC sono segnalate queste specie[5]:
Flora
Nel SIC sono segnalate queste specie[5][6]:
- Adonis microcarpa
- Asplenium balearicum
- Asplenium obovatum
- Chamaerops humilis
- Fumaria densiflora
- Galium verrucosum
- Limonium pontium
- Phagnalon saxatile
- Polypogon maritimus subspathaceus
- Simethis planifolia
- Spergularia bocconii
- Drimia maritima
- Posidonia oceanica
Note
- ^ (EN) Peccerillo A., Plio-Quaternary Volcanism in Italy, in Petrology, Geochemistry, Geodynamics, Springer, 2005, ISBN 3-540-25885-X.
- ^ a b Fabrizio Nicoletti, Il commercio preistorico dell'ossidiana nel Mediterraneo ed il ruolo di Lipari e Pantelleria nel più antico sistema di scambio, su academia.edu. URL consultato il 26 agosto 2019.
- ^ Isola di Palmarola, su ponza.in. URL consultato il 26 agosto 2019.
- ^ oggi Grotta Tagliamonte.
- ^ a b c Isole di Palmarola e Zannone, su natura2000.eea.europa.eu. URL consultato il 26 agosto 2019.
- ^ a b Fondali circostanti l'Isola di Palmarola, su natura2000.eea.europa.eu. URL consultato il 26 agosto 2019.
- ^ L'isola di Palmarola descritta da Mario Tozzi, su frammentidiponza.blogspot.com. URL consultato il 28 agosto 2019.
- ^ Corti C. & Lo Cascio P., I lacertidi italiani, Palermo, L'Epos, 1999, ISBN 978-88-8302-104-6.
- ^ Ponza, in Mondo Sommerso, n. 3, 2007, pp. 148-149.
Bibliografia
- Fabrizio Volterra, Palmarola. Guida alle grotte sommerse, Il Mare, 2001, ISBN 978-88-85833-14-2.
- Andreas Eichholzer, Saggio di amor paterno e cristiano, Napoli, Stabilimento tipografico di G. Nobile, 1855. Narrazione del sacerdote Andrea Eichholzer, socio onorario dell'Accademia Ercolanese e dell'Accademia Pontaniana.
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