Parabola del tesoro nascostoLa parabola del tesoro nascosto è una delle parabole di Gesù, presente nel solo Vangelo secondo Matteo (13, 44) tra i vangeli canonici e nel Vangelo di Tommaso (109). Illustra il grande valore del regno dei Cieli e in Matteo precede immediatamente la parabola della perla. che ha un tema simile. Narrazione«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.» La storia parte dal presupposto che qualcuno abbia sepolto un tesoro e poi sia morto. L'attuale proprietario del campo non è a conoscenza di questo tesoro. Chi lo trova è però un contadino, ma non lo può avere di diritto sino a quando non comprerà quel campo, o sarà costretto a dividerlo col proprietario per non incorrere in pene peggiori.[1] Per un contadino la scoperta del tesoro rappresenta un sogno.[2] InterpretazioneQuesta parabola è interpretata come l'illustrazione del grande valore del regno dei Cieli, così come la parabola della perla che segue poco dopo. John Nolland ha commentato che la buona fortuna riflette il "trovare" dei "privilegi speciali",[1] ed è fonte di grande gioia, ma riflette anche un cambiamento,[1] dal momento che l'uomo nella parabola rinuncia a tutto ciò che ha per possedere il tesoro che ha trovato. Giovanni Calvino scrisse su questa parabola:
La natura nascosta del tesoro indica che il regno dei Cieli "non è rivelato a tutti".[4] Ad ogni modo esistono anche altre interpretazioni della parabola secondo le quali il tesoro nascosto rappresenterebbe Israele o la Chiesa.[5] Nella Catena Aurea di San Tommaso d'Aquino, questi commenta il passaggio con la visione di alcuni padri della chiesa,[6] dicendo che come il tesoro viene ritrovato in un campo, così il Vangelo giunge a noi senza costi, ed è aperto a tutti - ma per possedere la ricchezza celeste, una persona deve rinunciare a tutto ciò che il mondo può comprare. Alcuni padri della chiesa hanno identificato il campo in cui è nascosto il tesoro come la disciplina celeste:
Lo studioso del Nuovo Testamento, Adolf Jülicher, ha compiuto un'analisi approfondita della parabola. Egli ha identificato tre parti di parabole o similitudini: la parte rappresentativa (Bildhälfte), la parte realistica (Sachhälfte), e la parte comparativa (teritium comparationis). [7] Secondo questa interpretazione, la parte rappresentativa è il tesoro nascosto, la parte realistica è il regno di Dio e la parte comparativa è l'inestimabile valore del Regno. Vangelo di TommasoUna parabola simile si trova anche nel Vangelo di Tommaso (109):[8] «Gesù disse, “Il regno è come una persona che ha un tesoro [nascosto] nel proprio campo ma non lo sa. E [quando] egli muore lasciandolo al suo [figlio]. Il figlio non sa niente di ciò. Questi vende il campo. Il compratore va ad arare, scopre il tesoro ed inizia a prestare dietro interesse i soldi trovati a quanti ne vogliono.» I molteplici cambi di proprietà del campo sono specifici del vangelo di Tommaso, e riflettono un tema differente della parabola nel Nuovo Testamento.[4] Nell'arteLa parabola è stata oggetto di diverse rappresentazioni artistiche realizzate tra gli altri da Rembrandt, Jan Luyken, James Tissot e John Everett Millais. Note
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