Dopo altri due anni a Buenos Aires, nel 1925 è trasferito a Mosca e poi, nel 1931, a Tirana[1]. Nel 1932 è nominato Capo dell'Ufficio I della Direzione affari politici del Ministero degli esteri[1]. Nel 1935 è inviato come esperto alla Conferenza di Stresa[3]. Contemporaneamente, sul settimanale Affari Esteri, esprime il suo dissenso alla politica di Mussolini, circa il ritiro dell'Italia dalla Società delle Nazioni[2]. Per tale motivo, nel settembre del 1935, è allontanato dal ministero e trasferito prima a Salonicco, quale console generale, poi in Afghanistan (1936), quale ministro plenipotenziario italiano[2].
Rimane otto anni a Kabul, in una posizione difficile e pressoché isolato. In questo periodo Quaroni si impegna per fare dell'Afghanistan una base di influenza italiana nell'Asia centrale. [4] Nel maggio del 1944, dopo il ristabilimento dei rapporti diplomatici con l'URSS da parte del governo Badoglio, è promosso ambasciatore italiano a Mosca. Nel gennaio del 1946, da Mosca, esprime alcune considerazioni circa l'inopportunità che l'Italia prenda parte attiva alla punizione dei criminali di guerra germanici, onde evitare l'appoggio sovietico ad analoghe richieste già presentate da Jugoslavia, Etiopia, Grecia e Albania per i presunti criminali di guerra italiani[5].
In una nota del successivo mese di luglio, esprime al direttore degli Affari politici, Vittorio Zoppi, il rammarico per il disinteressamento anglo-statunitense a una possibile consegna dei criminali italiani alle Nazioni richiedenti[6]. Il 30 novembre 1946 è nominato ambasciatore a Parigi, ove rimane per ben dodici anni, sino al 13 giugno 1958. Durante il periodo della sua permanenza a Parigi svolge un ruolo di primo piano quale consigliere politico del Ministro degli Esteri De Gasperi nella negoziazione del trattato di pace e del reinserimento dell'Italia nella vita internazionale[2].
^ Luciano Monzali, Un re afghano in esilio a Roma. Amanullah e l’Afghanistan nella politica estera italiana 1919-1943, Firenze, Le Lettere, 2012, ISBN9788860876010.
Pietro Quaroni, Il Patto Atlantico: sicurezza nella libertà, Roma, 1966.
Pietro Quaroni, Problemi della politica del nostro tempo, Milano, 1966
Pietro Quaroni, Russia e Cina, Milano, 1967.
Pietro Quaroni, La Politica estera italiana Dal 1914 al 1945, a cura di Luciano Monzali, Roma, Società editrice Dante Alighieri, 2018, ISBN978-8853446008.
Pietro Quaroni (PDF), Roma, Collana Testi Diplomatici, MAE - Servizio Storico e Documentazione, 1973. URL consultato il 7 marzo 2022.
Stefano Baldi (a cura di), Un ricordo di Pietro Quaroni, Roma, UNAP Press. Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, 2014. URL consultato il 30 dicembre 2020.