Il quark charm (solitamente abbreviato in quark c) è un quark di seconda generazione con una carica elettrica positiva di +2⁄3e. Con 1,3 GeV (poco più della massa del protone) è il terzo per massa tra tutti i quark.
La sua esistenza fu ipotizzata nel 1964 da Bjorken e Glashow,[1] ed inserita nel modello standard delle interazioni deboli nel 1970 dallo stesso Sheldon Glashow, da John Iliopoulos e Luciano Maiani[2].
Fu osservato per la prima volta nel 1974 con la scoperta del mesone incanto J/ψ, contemporaneamente da un gruppo guidato da Burton Richter allo SLAC[3] e da un gruppo guidato da Samuel C.C. Ting al Brookhaven National Laboratory (BNL).[4]
Nell'agosto 2022, riesaminando 35 anni di ricerche, è stato provato che i protoni contengono charm quark. Sebbene la loro massa sia 1.5 volte quella del protone, quando sono contenuti al suo interno, essa vale solo la metà del composto.[5]
Adroni che contengono quark charm
Tra gli adroni che contengono quark charm, si includono:
I Mesoni D, che contengono un quark charm (o la sua antiparticella) e un quark down o up.
I Mesoni Ds, che contengono un quark charm e uno strange.
Ci sono molte particelle che possiedono stati charmonium, per esempio la particella J/ψ. Queste sono composte da un quark charm e dalla sua antiparticella.
(EN) Richard Feynman, Quantum Electrodynamics, Perseus Publishing, 1998, ISBN0-201-36075-6.
Richard Feynman, QED: La strana teoria della luce e della materia, Adelphi, ISBN88-459-0719-8.
(EN) Steven Weinberg, The quantum theory of fields, Volume 1: Foundations, Cambridge University Press, 1995, ISBN0-521-55001-7.
(EN) Claude Cohen-Tannoudji, Jacques Dupont-Roc e Gilbert Grynberg, Photons and Atoms: Introduction to Quantum Electrodynamics, John Wiley & Sons, 1997, ISBN0-471-18433-0.
(EN) J. M. Jauch e F. Rohrlich, The Theory of Photons and Electrons, Springer-Verlag, 1980, ISBN0-201-36075-6.