Si individua nella parte meridionale della costellazione, immersa nella scia luminosa della Via Lattea del sud; la sua posizione si trova a metà strada fra le brillanti stelle Acrux e Hadar. Non è visibile attraverso un binocolo, ma può essere scorta al telescopio e fotografata senza eccessive difficoltà. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo della sera ricade nei mesi compresi fra febbraio e luglio, ed esclusivamente dalle regioni dell'emisfero australe e da quelle boreali tropicali.
RCW 75 è una grande regione H II situata sul Braccio del Sagittario a una distanza non inferiore ai 2000 parsec (6520 anni luce);[2] appare fisicamente associato all'ammasso aperto Stock 16, dalle cui stelle più massicce viene ionizzata. Stock 16 costituisce uno degli addensamenti maggiori di Centaurus OB1,[4] una grande associazione OB in cui sono note 24 stelle massicce di classe spettrale O, B e A, fra le quali spiccano alcune supergiganti blu, una ipergigante bianca e due stelle di Wolf-Rayet.[5] Fra le stelle maggiormente responsabili della ionizzazione di RCW 75 vi sarebbero le due stelle blu HD 115455 e DM-61 3587, la cui età non sarebbe superiore a 6 milioni di anni.
Al complesso nebuloso sarebbe associata anche la complessa nebulosa a riflessionevdBH 60, le cui quattro componenti, indicate con le lettere dalla a alla d, sembrano associate a differenti ammassi di sorgenti di radiazione infrarossa a distanze comprese fra 2100 e 2400 parsec.[6] Il satelliteIRAS ha identificato in questa regione quattro sorgenti infrarosse, indicate con le sigle IRAS 13158-6217, IRAS 13165-6217, IRAS 13168-6215 e IRAS 13168-6208,[7] quest'ultima coincidente con la stella Be WRAY 15-1090 (GSC 08994-01931), profondamente immersa nei gas della nube.[8]
Nelle vicinanze della nebulosa è presente anche il vasto complesso nebuloso di Ced 122, ben visibile poco più a sud, che si estende per alcuni gradi.
^abc Georgelin, Y. M.; Boulesteix, J.; Georgelin, Y. P.; Le Coarer, E.; Marcelin, M., Galactic structure between L = 305 deg and 312 deg, in Astronomy and Astrophysics, vol. 205, n. 1-2, ottobre 1988, pp. 95-104. URL consultato il 30 settembre 2010.