L'opera, ispirata ad alcuni racconti presenti nel primo libro pubblicato da Ligabue, la raccolta Fuori e dentro il borgo, ottiene un successo inaspettato: ben tre David di Donatello, due Nastri d'argento e quattro Ciak d'oro. A inizio 2006, ottiene un importante riconoscimento internazionale, venendo proiettata negli Stati Uniti al MoMA, il Museo d'Arte Moderna di New York.
Trama
«Non ve lo ripeto più: la vita non è perfetta! Le vite nei film sono perfette... belle o brutte, ma perfette. Nelle vite dei film non ci sono tempi morti, mai! E voi ne sapete qualcosa di tempi morti?»
(Bonanza all'inizio del film)
È la sera del 20 giugno 1993: Bruno Iori, il conduttore di Radiofreccia, all'alba del diciottesimo anniversario della fondazione della stessa, decide di chiuderla per una ragione che farà capire rievocando, prima di chiudere, gli anni passati, partendo proprio dagli episodi che portarono alla creazione di quella che un tempo era Radio Raptus. Il lungo flashback parte dal 1975, in una piccola città del reggiano[1].
Il periodo è caratterizzato dalla fondazione di molte radio libere e così anche Bruno, ragazzo affascinato dalla musica, fonda la propria radio, chiamata Radio Raptus. Aiutato dai suoi amici Jena, Tito, Boris, e soprattutto Ivan Benassi detto Freccia, Bruno vedrà crescere sempre di più la sua radio, a tal punto che deciderà poi di ridenominarla Radio Raptus International.
Due anni dopo, nel 1977, la radio di Bruno inizierà a perdere la connotazione di radio libera, diventando sempre di più una realtà commerciale, visti anche i numerosi sponsor con cui lo stesso fondatore firma pur malvolentieri gli accordi, e questo farà svoltare in negativo le vite degli amici di Bruno, pur tra gli scherzi, le scampagnate e le serate al bar di Adolfo: Tito, senza più la felicità portata dalla radio di Bruno, tenterà di uccidere il padre dopo aver scoperto che, già molto prima della fondazione della radio, abusava della sorella minore, ma con scarsi risultati, e alla fine si costituisce e sconterà alcuni mesi in carcere; Jena sposerà una donna piuttosto libertina che, proprio per questo motivo, lo tradirà con Boris (che verrà per questo emarginato dal resto del gruppo) il giorno stesso delle nozze, durante il ricevimento.
Ma la sorte peggiore toccherà a Freccia, che cadrà nella tossicodipendenza a causa della sua relazione con una ragazza eroinomane. La sua dipendenza gli farà perdere il lavoro, gli causerà numerosi guai con la giustizia (verrà arrestato e sconterà alcuni mesi in carcere dopo aver effettuato una rapina, e in seguito verrà anche portato in una clinica psichiatrica, dalla quale avrà poi modo di fuggire) e gli procurerà diverse frizioni con i suoi amici, in particolar modo con Bruno, che è l'unico a non essersi fatto sopraffare dall'involuzione della sua radio. L'amore di Marzia lo farà riprendere e, soffrendo per giorni a causa della crisi d'astinenza, riesce ad uscire dal tunnel della droga e a restarne fuori per alcuni mesi, ma la delusione d'amore con Cristina, la cugina della moglie di Jena, lo porterà al suicidio (secondo l'autopsia, sarebbe morto per overdose di stupefacenti). Dopo la sua scomparsa, Radio Raptus International verrà ribattezzata, in suo onore, Radiofreccia.
Poco prima di concludere il racconto, Bruno spiega come il decesso dell'amico ha lasciato un segno permanente in tutto il gruppo: Boris ha ricominciato a frequentare gli amici, ha un lavoro che svolge con impegno e serietà, ma nessuna relazione stabile; Tito, al contrario, ha una moglie e tre figli che ama ma è ancora senza un lavoro fisso; Bruno si è sposato con la sua storica fidanzata Ilaria; Jena conduce una serena vita di coppia dal momento che la moglie ha smesso di tradirlo.
Il conduttore si congeda infine dai radioascoltatori con un monologo registrato da Freccia agli albori di Radio Raptus.
Sceneggiatura
Il film è tratto dalla raccolta di racconti Fuori e dentro il borgo scritto dallo stesso Ligabue. In particolar modo la storia ricalca i capitoli Il girotondo di Freccia e Radio Fu, quest'ultimo basato sulle reali esperienze giovanili del cantautore in radio libere correggesi, in particolare Radio Attiva. La sceneggiatura viene scritta a quattro mani dallo stesso regista in collaborazione con Antonio Leotti, con l'inserimento anche di altri personaggi del libro, trascurando tuttavia la parte biografica ivi contenuta.
Le differenze principali con il libro sono:
- Il personaggio di Freccia viene chiamato così in virtù di una voglia a forma di freccia che aveva sulla guancia destra e non su una tempia.
- Freccia nel libro ha un fratello minore di nome Berto che nel film non viene mai citato e guida una Renault 4 e non un Maggiolino.
- Poco prima di morire, Freccia ruba una Mercedes e una BMW, mentre nel libro è menzionata una De Tomaso Pantera al posto della Mercedes.
Regia
«Io credo che fare il regista sia una cosa molto lontana dalla mia natura. La musica è un'esperienza più immediata. Il cinema ha a che fare con i filtri, con la progettazione, e quelli non sono i miei modi. Però ho sentito che era un'offerta che non potevo rifiutare. Volevo raccontare una storia, volevo immortalare un mondo e ricordare i miei quindici anni, e quello era il modo migliore di farlo.»
Il film rappresenta l'opera d'esordio di Luciano Ligabue in veste di regista. Per l'occasione viene assistito, dal punto di vista tecnico dal più esperto Antonello Grimaldi. Lo stesso regista asserisce il suo apporto «è stato molto determinante perché mi ha spiegato prima del film in maniera molto chiara la teoria che mi serviva per rappresentare ogni scena».
L'idea di Ligabue è quella di «fare una regia circolare» e costruire un film che a spirale ricada sempre sul personaggio centrale, Freccia. Ma l'idea di cerchio o meglio spirale è possibile vederla sin dalle battute iniziali quando in un lungo viaggio della macchina da presa, si parte dai dintorni del borgo, fino ad entrarvici dentro, poi salendo in circolo lungo una scala a chiocciola e poi intorno a Bruno. La medesima tecnica cinematografica è ripresa più volte nel prosieguo del film.
Lo stesso rocker, inoltre, si ritaglia due piccoli camei nel film: ricopre il ruolo di speaker radiofonico, mentre Adolfo spiega a Bruno le radio libere, e come disc jockey nella radio che vanno a spiare i ragazzi per capire cosa serve loro al fine di poter allestire la propria.
Cast
L'idea iniziale di Ligabue è quella di impiegare attori non professionisti. Tuttavia, successivamente, si rende conto che di per sé, già l'esordio alla regia è un gravoso impegno e quindi, per non rischiare troppo, decide di ricorrere ad attori professionisti. Vengono quindi scritturati cinque giovani attori affiancati da altri ben più famosi.
«Mi piace molto questo personaggio. Mi ci sono affezionato e sento di averci parecchi punti di riferimento, visto che è un personaggio di una terra che è la mia terra e visto che, comunque, anche Luciano ce l'ha molto chiaro in testa è uno che come dice lui stesso....c'ha un buco dentro»
Orfano di padre e malato di cuore, Ivan Benassi detto Freccia per via di una voglia sulla tempia destra, abita con la madre ed il convivente, Carlo, che mal sopporta perché è talmente severo e autoritario che sottomette persino la suddetta madre di Ivan, motivo per cui prova un disagio tale da spingerlo ad andarsene di casa per trasferirsi nei locali di Radio Raptus. Durante questo periodo scopre il piacere di parlare in radio ma, dopo che questa diventa una sterile realtà commerciale, il piacere diventa la droga, che lo porterà a commettere numerosi crimini, ad entrare e uscire da prigioni ed ospedali ed infine alla morte.
L'interpretazione di Freccia valse ad Accorsi un David di Donatello come migliore attore protagonista.
«Ciao a tutti. Bruno Iori al microfono. Sono le 22:00 di questo 20 giugno 1993. Due ore, ci restano due ore, dopo di che il segnale di Radiofreccia verrà spento per sempre.»
(Bruno Iori)
Bruno Iori è il fondatore di Radio Raptus; dopo aver scoperto nel bar di Adolfo l'esistenza delle radio libere, decide di fondarne una propria e si mette all'opera, grazie anche all'aiuto degli amici Freccia, Iena e Boris. In un primo momento è molto preso dall'idea di poter avere una propria radio, fino al punto di asserire che ce ne vorrebbe una in ogni casa. Tuttavia il tempo passa, i turni aumentano, si trova sempre più legato a sponsor che mal volentieri sopporta e per questo (vista anche la delusione da cui gli amici sono sopraffatti, specialmente dopo che Bruno aveva deciso di rinominare la sua emittente Radio Raptus International) decide di chiudere la radio un minuto prima che raggiunga la maggiore età e lo fa raccontando dal principio come è cominciata la propria avventura. Mentre racconta gli avvenimenti spiega che a seguito della morte di Freccia, aveva deciso di ribattezzare la sua radio in Radiofreccia. Alla fine del racconto fa intendere di aver sposato la fidanzata Ilaria, con cui stava da molti anni.
Il capellone del gruppo ha anch'egli una difficile storia alle spalle, fatta di violenze sessuali perpetrate dal padre nei confronti della sorella minore, dodicenne, per anni. Deluso dal fatto che Radio Raptus stia diventando una sterile realtà commerciale, non riesce più a sopportare le sevizie a tal punto che quasi uccide a bastonate il genitore anziché denunciarlo. Si costituisce e, per questo, sconta solo 21 mesi di galera mentre il padre è condannato a 20 anni. Uscito dal carcere, si riunisce al gruppo, ma continua a vivere un disagio interiore, testimoniato da un laconico non riesco a fare l'amore, ho paura di far male; infine riesce a condurre una vita più serena perché si sposa e crea, con i tre figli, una famiglia unita ma non riesce a trovare un lavoro stabile. Alla conclusione della sua ultima trasmissione, Bruno spiega che il padre di Tito, scontanti i vent'anni di galera, è scomparso appena dopo essere stato liberato.
Il più maligno della compagnia di amici, è individualista, egocentrico e sempre pronto a giudicare la vita degli altri; non a caso, è costantemente definito "stronzo" da tutti, compresi i suoi amici. Frequenta di tanto in tanto delle prostitute e, non ancora contento, arriva a copulare con la neo moglie, più che libertina, del suo amico Iena durante il ricevimento. Dopo questo avvenimento nessuno gli rivolge più la parola, nemmeno la moglie di Iena che col tempo comprende la sua vera indole, ma viene a sapere della morte di Freccia e, al funerale, porta la bara con gli altri tre ragazzi del gruppo. Da Bruno si viene a sapere che è diventato un buon consulente finanziario ma non ha una relazione stabile bensì solo avventure occasionali e, appena finisce il lavoro, si caccia ancora nei guai, fatto testimoniato da un occhio nero sul suo volto. Sembra che sia tornato a frequentare il gruppo di amici dopo la morte di Freccia, visto che mentre Bruno racconta la storia stanno tutti insieme al bar a ridere.
Timido ed introverso, in ogni situazione ha sempre paura delle ripercussioni; del gruppo di amici, è quello con l'anima più paesana e, per questo, è il primo del gruppo a sposarsi ma anche il primo ad essere tradito dalla moglie con il suo amico Boris il giorno stesso del matrimonio, nei bagni. Nonostante questo rimane con la moglie che, come spiega Bruno alla fine del racconto, col tempo ha smesso di tradirlo proprio a causa della malignità e l'egoismo di Boris, e alla fine sono diventati una coppia serena.
«Già in fase di scrittura mi piaceva immaginare Guccini nei panni del barista e forse quel ruolo l'ho scritto proprio pensando a lui come interprete. Come ho fatto a convincerlo ad accettare? Non è stato molto difficile. Francesco infatti, divertito dalla singolare proposta, si è subito reso disponibile»
In questa, che è una delle poche apparizioni cinematografiche di Guccini, il cantautore modenese ricopre il ruolo di un burbero barista proprietario del bar Laika. Introduce Bruno alla scoperta delle radio libere, anni dopo lascia il bar alla figlia.
Curioso fu l'episodio che capitò allo stesso Guccini durante le riprese: mentre queste venivano effettuate in un bar reale, all'improvviso, un uomo esterno alla troupe entrò ed ordinò da bere.
La madre di Freccia è vedova, convive con un uomo, Carlo, titolare di una ferramenta, e non riesce a imporsi sul nuovo compagno, il quale detta legge in casa altrui e provoca l'allontanamento di Ivan (consolidato con una rottura del naso di Carlo dovuta ad una testata da parte, appunto, di Ivan); da Carlo, poi, la madre di Ivan è costantemente apostrofata come donna di facili costumi.
«... c'è la fila fuori di gente che vuole i miei concerti, ho appena finito di suonare a un matrimonio. La sposa: "Signor Kingo" di qua, "Signor Kingo" di là. "Signor Kingo" sti maroni, beh: stammi su da dosso ché poi tuo marito non mi paga!»
Il film viene accolto dal pubblico con molto calore e gli incassi sfiorano i sette miliardi di lire, circa 4,9 milioni di euro (aggiustando l'inflazione).[2]Lo stesso entusiasmo si ripeté in occasione dell'uscita in VHS sei mesi più tardi.[senza fonte]
Come lo stesso Ligabue dice, la musica ha un ruolo primario nel film:
«Ho cercato per quanto possibile, ovvero per quanto consentiva il budget, di mettere nel film le canzoni che i conduttori delle radio libere usavano passare all'epoca: da Rebel Rebel di David Bowie a The Passenger di Iggy Pop, da Long Train Running dei Doobie Brothers a Vicious di Lou Reed, da Year of the Cat di Al Stewart a Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd, e via dicendo.»
Oltre a pezzi famosi, il cantante compone alcune canzoni appositamente per il film:
«Questi classici degli anni '70 si fondono con un paio di brani inediti scritti da me e alcuni pezzi strumentali di commento in cui per la prima volta arrischio assoli alla chitarra.»
La colonna sonora è stata pubblicata in due differenti versioni, rispettivamente di una e due cd. La prima contiene per lo più i pezzi di altri artisti, mentre la seconda riporta sul primo cd tutte le canzoni scritte dallo stesso Ligabue per il film e sul secondo le canzoni di altri artisti utilizzate per il film.