Arrivederci, mostro! è il nono album in studio di Luciano Ligabue, pubblicato l'11 maggio 2010 dalla Warner Music Italy. Il lavoro arriva dopo cinque anni dall'ultimo disco di inediti di Ligabue, Nome e cognome, ed esattamente a venti anni di distanza dall'album d'esordio, Ligabue (11 maggio 1990).
Antefatti
Inizialmente l'uscita dell'album era stata fissata per il 7 maggio 2010,[10][11] ma la pubblicazione dell'album è stata in seguito posticipata di 4 giorni: l'uscita di Arrivederci, mostro! è avvenuta così l'11 maggio 2010, esattamente 20 anni dopo la pubblicazione del disco di debutto del rocker di Correggio, intitolato Ligabue.[12]
Descrizione
L'album è stato anticipato dal singolo Un colpo all'anima, che i fans del cantautore hanno potuto ascoltare in anteprima durante il Ligabue Day, tenutosi il 15 aprile 2010.[13] Il brano, entrato in rotazione in tutte le radio italiane dal 16 aprile 2010,[10][14] ha raggiunto il primo posto sia nella Top Digital Download italiana,[15] sia nella classifica dei brani più trasmessi dalle radio.[16][17] Ad accompagnare il singolo è stato un videoclip diretto da Marco Salom e girato nel teatro romano dell'antica città di Nora in Sardegna.[18]
Il disco presenta alcune novità: per la prima volta nella sua carriera, Luciano Ligabue non è coinvolto nella produzione artistica, interamente affidata a Corrado Rustici.[19] Inoltre l'album vede la presenza di Lenny, il figlio undicenne di Ligabue, che compare nel brano Taca banda, nel ruolo di batterista.[14]
Tra le canzoni più discusse del disco, è da segnalare Quando mi vieni a prendere? (Dendermonde 23/01/09), che descrive dal punto di vista di un bambino quanto successe a Dendermonde il 23 gennaio del 2009, quando un ragazzo, vestito da Joker, entrò in un asilo della cittadina belga con un coltello, uccidendo due bambini e una maestra, atto per il quale venne condannato all'ergastolo.[20] Ligabue, scosso da questo fatto di cronaca, ha scritto la canzone che è tuttora la più lunga della sua discografia: 7 minuti.[21]
Un altro brano inusuale è Caro il mio Francesco, una lettera-canzone indirizzata al collega Francesco Guccini sulla scorta della sua nota L'avvelenata; in questo brano, il cantautore emiliano critica il comportamento a suo dire ruffiano e opportunista di certi colleghi. Ligabue ha dichiarato di aver scritto questa canzone in un momento particolarmente difficile, dopo la perdita del bambino che aspettava dalla sua compagna, giunta ormai al sesto mese di gravidanza. Il cantautore ha inoltre definito il brano «poco utile, uno sfogo».[22] La canzone è la seconda più lunga dell'album e, insieme a Quando mi vieni a prendere, si distacca dalla linea generale dell'album, per arrangiamenti decisamente più tranquilli.
Quando canterai la tua canzone, traccia d'apertura del disco scelta poi come secondo singolo,[23] è invece un brano caratterizzato dal suono aggressivo delle chitarre, nel quale riveste particolare importanza anche la sezione ritmica.[24]
Un altro brano rock presente nel disco è Nel tempo, il cui testo è stato anticipato il 13 marzo 2010, in occasione del cinquantesimo compleanno di Luciano Ligabue.[25] La canzone è una sorta di riassunto della vita di Ligabue e dell'Italia: nei versi vengono citati personaggi come Aldo Moro, Enrico Berlinguer ed Ermanno Lavorini,[26] si fa riferimento al movimento Studentesco del 1977[22], al processo a De Gregori, ma trovano spazio anche la prima volta del cantautore e figure come quelle di Zorro, Belfagor e Braccobaldo.[26]
Non manca una canzone d'amore, Ci sei sempre stata, quarta traccia dell'album, con un assolo di chitarra finale molto lungo, eseguito da Corrado Rustici,[24] nel quale sono inseriti anche suoni come il pianto di un bambino e il sospirare di una donna.
In La verità è una scelta, Ligabue lascia spazio all'elettronica. Questa scelta, inusuale nella discografia di Ligabue, ha portato la canzone ad essere definita la più potente e nuova del CD.[24][26] Nella parte finale dell'album si trova Il peso della valigia, canzone scritta sulla base di una poesia dello stesso Ligabue, pubblicata nella raccolta Lettere d'amore nel frigo e intitolata Cosa non mettere in valigia.[24] In Taca Banda, una canzone in stile swing, Ligabue ironicamente prende in giro le fissazioni delle persone.[24] L'album si chiude con un augurio: Il meglio deve ancora venire.
Nella versione acustica del CD, contenuta nel cofanetto, alcune parole di tre canzoni vengono cambiate (anche se minimamente) rispetto all'originale. Nelle pagine cartacee del cofanetto però non c'è traccia delle parole cambiate. Le canzoni sono: Caro il mio Francesco, Il peso della valigia, Quando mi vieni a prendere.
Il titolo e la copertina
Riguardo al titolo del disco, Ligabue ha dichiarato:[12][27][28][29]
«Ognuno di noi ha i propri mostri, i propri fantasmi. Li si possono chiamare ossessioni, paure, condizionamenti, senso di inadeguatezza, aspettative e chissà in quali altri modi ancora. Sappiamo, però, che sono vivi e sono il filtro attraverso cui chiunque matura la propria, personale visione del mondo.
Credo di conoscere abbastanza bene i miei "mostri", mi fanno compagnia da tanto tempo. Può darsi che sia anche per questa lunga frequentazione che ora, in questa fase della mia vita, mi sembrano meno "potenti" e "ingombranti". Alcuni di loro li ho affrontati in questo album ma era solamente per fargli sapere che li stavo salutando. Loro come tutti gli altri.
So benissimo che sarebbe fin troppo bello che fosse un saluto definitivo. Infatti non mi sono permesso di dire: "Addio, mostro!" ma un più prudente e realistico "Arrivederci, mostro!". Un titolo però che, solo a pronunciarlo o a leggerlo, mi porta a galla sensazioni come sollievo, voglia di giocare, leggerezza, energia e fiducia. Tutte sensazioni che mi piacerebbe che quest'album vi trasmettesse in pieno.»
La copertina del disco è invece ripresa dall'opera Fishy Island del fotografo Erik Johansson,[12] ed è stata realizzata da Paolo De Francesco.[30][31]. Erik Johansson, in proposito, afferma di non averne mai autorizzato l'uso[32].
L'immagine ritrae un sarago, verde e sproporzionato. Secondo quanto dichiarato dal cantautore, il pesce rappresenta un mostro che di per sé non fa paura, ma che «se mai decidesse di inabissarsi, porterebbe con sé tutta la città che tiene in groppa». Inoltre, all'interno della copertina è presente un particolare per ciascuno dei brani che costituiscono il disco. Ligabue ha infine aggiunto che ognuno è libero di trarre dalla copertina una propria interpretazione.[33]
Il cofanetto
Visti i numerosi apprezzamenti ricevuti per la versione acustica di Un colpo all'anima, il 30 novembre è uscito il cofanetto Arrivederci, mostro! - Tutte le facce del mostro, contenente, oltre alla versione originale dell'album, anche un'edizione acustica degli stessi brani e un DVD live che ripercorre la prima parte di tour, con una canzone per ogni città visitata[34]. In coincidenza con l'uscita del cofanetto, l'album è tornato in prima posizione in classifica[35].
Masterizzato da Brian Gardener al Bernie Gundman Studio di Los Angeles
Alessio Pizzicannella – fotografie
Paolo De Francesco – artwork
Idea di copertina tratta da Fishy Island di Erik Johansson
Successo commerciale
L'album debutta direttamente alla prima posizione della classifica ufficiale dei dischi più venduti in Italia, stilata da FIMI.[37]
Il 28 maggio 2010 Ligabue riceve il Wind Music Award per Arrivederci, mostro!, che viene certificato multi-platino per le oltre 120 000 copie vendute.[38] A luglio 2010 le copie vendute sono oltre 200.000 e successivamente l'album viene certificato disco di diamante. Inoltre, l'album è risultato al primo posto sia nella classifica dei più venduti in Italia nel corso dei primi 6 mesi del 2010,[39] sia nella classifica complessiva di fine anno.[40]
La rubrica musicale del TG1, a ottobre 2010, nel dettare la classifica degli album, alla posizione di Arrivederci, mostro! erroneamente ha scritto in sovrimpressione Arrivederci, Franzoni. Ne ha parlato anche il programma satirico di Canale 5 Striscia la notizia[46] ipotizzando che gli autori del TG1 possano aver sbagliato di proposito, riferendosi ad Anna Maria Franzoni.
^abcde Daniela Calvi, Recensione di Arrivederci, mostro!, su rockol.it, 10 maggio 2010. URL consultato il 20 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2010).