Il territorio di Ranzo è situato lungo il fondovalle del torrente Arroscia. Tra le vette del territorio la punta Marina (741 m).
Storia
Il toponimo è attestato per la prima volta intorno al XIII secolo[5] nella versione Rancio[5], derivante probabilmente dal termine romano gentilizio Rantius[5].
È probabile che anche questa zona della valle Arroscia fosse abitata già in epoca protostorica[5] dove, alle primitive popolazioni dedite alla caccia e alla pastorizia, subentrarono poi i Liguri Ingauni[5] durante l'epoca preromana e che "colonizzarono" l'intero entroterra ligure.
Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente (476) anche il territorio di Ranzo fu interessato dalle invasioni barbariche[5], a cui seguirono le dominazioni da parte dei Longobardi[5] - nel 643 - e dei Franchi fino all'888[5]. Nel periodo carolingio entrò assieme ad altri paesi del fondovalle fra i possedimenti del Contado di Albenga[5] e, successivamente, nella Marca Arduinica sotto giurisdizione dello stesso comitato albenganese[5].
Con la dissoluzione della marca il feudo di Ranzo fu sottoposto al controllo dei marchesi di Clavesana[5] e a tale periodo risalirebbe[5] la costruzione presso il paese di una fortificazione per proteggere il territorio dalle mire espansionistiche del Comune di Albenga. Secondo altre documentazioni[5] il castello risalirebbe invece al X secolo quale avamposto costruito dagli abitanti per scongiurare i continui assalti dei Saraceni.
Nel 1233 la popolazione ranzese partecipò assieme ad altri borghi della valle Arroscia alla fondazione di Pieve di Teco[5].
Al 1355[5] è datata la cessione da parte dei marchesi di Clavesana di una parte del territorio di Ranzo ai marchesi Emanuele e Aleramo Del Carretto; la restante parte venne comunque poi ceduta nel 1358[5] alla Repubblica di Genova che mantenne il marchese Emanuele di Clavesana quale suo feudatario in loco. Nuovi scontri tra le famiglie feudali dei Ceva, Del Carretto e Clavesana per altri possedimenti all'interno del territorio ranzese portarono nel 1386[5] ad un intervento diretto del doge di Genova Antoniotto Adorno. Il lodo dogale stabilì[5] la cessione da parte dei Del Carretto di tre quarti di Ranzo alla repubblica genovese, legando però la facoltà di conservarli come semplici feudi: la famiglia carrettesca risultò quindi proprietaria esclusiva di un quarto del territorio ranzese e feudataria, per conto di Genova, dei restanti tre quarti di Ranzo. Fu il nobile Giovanni di Saluzzo, marchese di Clavesana, a cedere definitivamente l'intero territorio di Ranzo alla Repubblica di Genova nel 1393[5] che sottopose questa parte di territorio nel capitaneato di Pieve di Teco sino alla dominazione napoleonica di fine XVIII secolo.
Con la dominazione francese il territorio di Ranzo rientrò dal 2 dicembre 1797 all'interno della Repubblica Ligure[5]. Dal 28 aprile del 1798 fece parte del VI cantone, come capoluogo[5], della Giurisdizione di Centa e dal 1803 centro principale del III cantone di Pieve nella Giurisdizione degli Ulivi[5]; nel 1804 aggregò i territori dei soppressi comuni di Bacelega e Costa Bacelega[6]. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte.
Durante le fasi cruciali della seconda guerra mondiale qui operò il distaccamento partigiano "Filippo Airaldi"[5], dipendente dal comando della II Brigata "Giovanni Beiro"[5], che contrastò il presidio tedesco di stanza a Ranzo che nella seconda metà del settembre 1944[5] abbandonò quest'area della media valle Arroscia.
«L'emblema civico di Ranzo riporta, in campo azzurro, il monogramma di Cristo (YHS, variante in IHS: per "Iesus Hominum Salvator": Gesù Salvatore degli Uomini), in caratteri gotici dorati, con la lettera H crociata nell'asta e cimata da una corona a tre punte.[12]»
Chiesa parrocchiale di San Donato d'Arezzo nella borgata di Costa Parrocchia. Vicariato foraneo del vescovo di Albenga fino al 1964 è una costruzione di epoca barocca, ad unica navata con sei altari laterali, più l'altare maggiore. Conserva un dipinto della Crocifissione di Gesù, opera di Orazio De Ferrari[5].
Oratorio della Madonna delle Vigne nella borgata di Borgo di Ranzo. Vi è custodito il polittico[5] della Madonna con i santi Giacomo e Filippo del pittore Giorgio Guido da Ranzo, realizzato nel 1544[5].
Chiesa parrocchiale di Nostra Signora dell'Assunta nella frazione di Bacelega. Edificata nel XV secolo[5], presenta un portale del XVI secolo e conserva dipinti del pittore locale Pietro Guido, padre di Giorgio. Il toponimo della località ove sorge questa parrocchiale, Bacelega, deriverebbe dal greco Basilicos, ad indicare la presenza di un'antica abbazia benedettina del VI-VII secolo con annessa basilica.
Chiesa parrocchiale di San Bernardo nella frazione di Costa Bacelega, eretta tra il 1618 e il 1628.
Oratorio di Nostra Signora della Neve nella frazione di Costa Bacelega.
Chiesetta di San Pietro nella borgata di Faldo.
Cappella di San Bartolomeo nella borgata di Fantinone, finita di restaurare esternamente ad agosto 2007 in occasione della ricorrenza di san Bartolomeo.
Oratorio dell'Immacolata Concezione nella borgata di Favari, eretto nel 1755[5] per volontà della locale popolazione.
Architetture militari
Ruderi del castello eretto dei marchesi di Clavesana nel Basso Medioevo anche se la tradizione popolare riferirebbe di una prima postazione difensiva risalente ad un periodo interiore all'anno Mille per scongiurare le frequenti incursioni saracene.
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Ranzo sono 73[14], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[15]:
Il comune di Ranzo ha conseguito la certificazione del proprio sistema di gestione ambientale conformemente alla norma ISO 14001[16].
Geografia antropica
Il territorio comunale è costituito dalla frazione di Costa Bacelega e dalle ventidue borgate storiche di Araca', Arma, Bacelega Parrocchia, Bonfigliara, Borgo di Ranzo (sede comunale), Calabria, Canata, Caneto, Conio, Costa Parrocchia, Degolla, Faldo, Fantinone, Favari, Martinetto, Molino, Oliveto, Piazza, Ponterotto, Ricci, Stra' e Villa per una superficie territoriale di 10,86 km²[17].
La principale risorsa economica del comune è l'attività agricola. Produzione del vino Pigato, di cui Ranzo è fra i maggiori centri di produzione, e dell'olio di oliva da mensa taggiasche e loro derivati.
Alcune attività commerciali legate all'olivicoltura (frantoi), all'artigianato (mobilificio) e al settore terziario (autotrasporti).
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il territorio di Ranzo è attraversato principalmente dalla strada statale 453 della Valle Arroscia che gli permette il collegamento stradale con Casanova Lerrone (SV), ad est, e con Borghetto d'Arroscia ad ovest. Altre arterie provinciali del territorio ranzese sono la SP 14 che dalla borgata di Borgo di Ranzo collega alcune località comunali e la SP 78 per Aquila d'Arroscia.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
^Fonte dal sito Ambiente in Liguria (PDF), su ambienteinliguria.it. URL consultato il 16 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2011).