Resistenza antineoplasticaLa resistenza antineoplastica, di solito anche detta resistenza chemioterapica è un tipo di resistenza multifarmaco caratteristica delle cellule tumorali. Il termine può essere utilizzato anche per descrivere la capacità delle cellule tumorali di sopravvivere e crescere nonostante la terapia adiuvante. Le cause principali del fallimento della terapia antineoplastica sono generalmente due[1];
Caratteristiche geneticheIl termine "eterogeneità" del tumore sottintende la diversità della popolazione delle cellule tumorali, sotto molteplici aspetti:
Alcune sotto-popolazioni di cellule tumorali possono possedere inoltre caratteristiche genetiche intrinseche come mutazioni genetiche e/o modifiche epigenetiche, responsabili a monte della resistenza chemioterapica. Caratteristiche ambientaliI farmaci antineoplastici annientano letteralmente alcune sotto-popolazioni della massa tumorale, che può in un primo momento ridursi a causa di una risposta positiva al farmaco. Tuttavia, a causa di un meccanismo di selezione (denominato "bottleneck", o "a collo di bottiglia") un particolare lignaggio può sopravvivere al trattamento e -proprio per questa caratteristica- essere in grado di riprodursi, eventualmente causando una recidiva. Le cellule tumorali possono diventare resistenti a diversi farmaci per mezzo di vari meccanismi incluso:[2]
Marcatori genetici della sensibilità e della resistenza ai farmaciNella terapia antineoplastica la farmacogenetica acquisisce un ruolo sempre più importante.[3] Con il rapido avanzamento delle tecnologie di sequenziamento è diventato molto più semplice e accessibile identificare e sperimentare dei marcatori genetici per la sensibilità al trattamento e la resistenza potenziale. Mentre alcuni marcatori genetici sono ancora in fase di studio, alcuni markers sono più rappresentativi e posseggono un potenziale concreto per le applicazioni cliniche. Note
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