La famiglia ebbe origine da un ramo dei Conti del Canavese, distaccatosi con Oberto, figlio di Arduino (o Ardizzone) II, signore della zona.[2] Lo zio di Oberto, Guido, fondò la casata dei Valperga. Il figlio primogenito di Oberto e Teodosia Romagnano, Martino, fu infeudato delle signorie di Agliè e Rivarolo Canavese. Dei suoi discendenti si può ricordare Martino II (vissuto tra il XIII secolo e il XIV secolo), noto per la sua cavalleria e cortesia e detto "il magnifico e potente signore".[3] Sotto suo figlio Giovanni III la famiglia dei Conti del Canavese si estinse (nel 1339) e iniziò una lunga disputa territoriale per l'eredità con i Valperga trasformatasi in conflitto armato, la guerra del Canavese.[4] Fra le due casate esisteva una grande inimicizia spiegata dalla diversa affiliazione politica: i San Martino erano Guelfi e i Valperga Ghibellini.[4] Alla fine, di comune accordo fra i contendenti, nel 1362 il Canavese fu annesso ai domini di Casa Savoia.
La divisione in rami
Dai due figli di Giovanni III, Obertetto e Lodovico, discesero i due rami della famiglia.
Figlio di Ottaviano Antonio fu Carlo Luigi (morto nel 1687), Primo scudiero e gentiluomo di Camera, Governatore di Villafranca, maresciallo di campo d'armate nel 1654, Governatore di Cuneo nel 1654, di Torino nel 1660 e Marchese di San Germano. Fra i suoi molti figli Giuseppe Giacinto (1650-1704), militare al servizio del Re di Francia, Marchese di San Germano, Colonnello e Brigadiere nelle armate francesi.[9] Giuseppe Giacinto ebbe Carlo Amedeo Giovan Battista (1673-1749), Gentiluomo di Camera, Gran cacciatore e gran falconiere nel 1722, Governatore di Nizza nel 1733, vicerè di Sardegna, governatore di Novara e di Alessandria, generale di cavalleria e marchese di Rivarolo Canavese. Dal fratello maggiore di questi, Carlo Ludovico, discese Giuseppe Francesco Gaetano (1712-1764), Gentiluomo di bocca e cornetta delle guardie del corpo nel 1731, ambasciatore a Parigi nel 1749 e Marchese di San Germano, vendette al re nel 1759 il feudo e il castello di Agliè. Da lui discese, in tempi più recenti, il marchese Raimondo (1799-1865), dal quale discende un ramo ancora esistente della famiglia, mentre l'altro discende da Filippo Giuseppe, fratello del marchese Carlo Luigi[10]. Il primo ramo è sempre rimasto stabile, ma il secondo, dei marchesi di La Morra, è invece particolarmente decaduto economicamente a fine '800 e in gran parte deportato nei campi di concentramento nazisti durante la Repubblica Sociale Italiana per via delle amicizie ebraiche[11]. I due rami sono rispettivamente rappresentati dal Marchese Nicolò, cugino primo di Filippo del Belgio, e dal Marchese Andrea.
Il ramo di Lodovico
Dal secondogenito di Lodovico, Giovanni, derivò un ramo minore, quello di Ozegna, estintosi nel 1600 con un Bonifacio.
^abArgius, Famiglie nobili della monarchia dei Savoia, vol I, parte I,F., Isnardi editore, Torino, 1841.
^abV. Speti, Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana riconosciuta dal R.Governo d'Italia, vol.IV, Forni Editore, 1928-1936 e Mannucci, Blasonario del Regno d'Italia, fascicolo xxv, tomo I, 1928.
^abGianni Oliva, I Savoia, Mondadori, Oscar storia, Milano, 1999.
^Gli amori nella Reggia del Valentino, su La Stampa, 19 marzo 2004. URL consultato il 9 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2012)..
^Francesco Cognasso, Storia di Torino, Giunti, 2002.