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Semaforo di Forte Spuria

Forte Spuria
Forte degli Inglesi
Forti Umbertini
StatoRegno d'Italia, Germania Nazista, Italia
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegioneSicilia
CittàMessina
IndirizzoContrada Granatari
Coordinate38°16′05.29″N 15°37′18.3″E
Informazioni generali
TipoSemaforo Marittimo
Costruzionefine 800-inizio 900
MaterialeMattoni pieni di terra cotta e barre tondino di acciaio
Primo proprietarioMarina Militare Italiana
Condizione attualeAbbandono
Informazioni militari
Funzione strategicaSorveglianza visiva dello stretto e funzione radiotelegrafica della Sicilia.
Termine funzione strategicaanni 70
ArmamentoNessuno
EventiVisita di Guglielmo Marconi nel 1906
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Il Forte Spuria, chiamato anche "il semaforo", situato nella zona di Granatari a Messina a 98 metri sopra il livello del mare, ed è inserito generalmente tra i forti umbertini, in quanto edificato nello stesso periodo. Tuttavia, non è un vero e proprio forte, ma un semaforo marittimo, il cui compito era quello il segnalamento per il controllo dell’imboccatura nord dello Stretto. La struttura sorge sui resti del forte degli inglese, di cui sono ancora visibili le fondazioni risalenti al 1806-1815.[1][2]

Architettura

Il Forte Spuria si suddivide su due piani: il primo è collegato esternamente tramite una scala ed è caratterizzato da una pianta circolare con finestre continue. Questo piano ospitava il locale di tipo diottrico, mentre il piano superiore era destinato al locale di "scoperta", utilizzato per l'osservazione.[1]

Inoltre, come detto in precedenza, il forte viene inserito insieme alle strutture umbertine anche se non "rispetta" i canoni che hanno questi edifici, ovvero le strutture classiche di un forte/batteria del epoca. Per i materiali, invece di essere principalmente pietra sedimentaria e mattoni pieni, dove i mattoni sono rimasti, la strutturata portante di roccia e calcestruzzo è stata sostituita con delle più moderne barre tondino di acciaio.

Va sottolineato che non esiste un vero e proprio canone architettonico o artistico per i forti umbertini. Il loro nome deriva dal re Umberto I, che regnava durante il periodo della loro costruzione.[3]

Storia

Guglielmo Marconi

Dopo la sua costruzione alla fine del 1800 e all'inizio del 1900, il Forte Spuria fu incluso nell'elenco dei "semafori" del Regno d'Italia. Nel 1903, vi fu installata la prima Stazione Radiotelegrafica della Sicilia, che nel 1906 attirò l'attenzione di Guglielmo Marconi, che lo visitò l'8 dicembre di quell'anno. Grazie alla sua potenza di segnale, la stazione era in grado di comunicare con quella di Monte Mario a Roma. Rimase operativa fino agli anni '70, sotto la gestione della Marina Militare, prima di essere dismessa a causa dell'evoluzione tecnologica.[3][1][2]

Tasto telegrafico di Morse per stazione radiotelegrafica della Marconi Wireless Telegraph Company, questo modello o uno simile probabilmente è stato utilizzato nel Forte Spuria.

Negli ultimi anni sono state proposte diverse iniziative per riqualificare il sito del semaforo, che ha un'importanza significativa per la città di Messina. Quest'ultima, infatti, ha manifestato interesse per l'acquisto dell'ex struttura militare, al fine di valorizzare e preservare questo importante patrimonio storico.[1]

Note

  1. ^ a b c d Forte Spuria: il Comune di Messina vuole acquisire la fortificazione umbertina, su Normanno.com, 15 ottobre 2021. URL consultato il 5 gennaio 2025.
  2. ^ a b Redazione, Forte Spuria, il "semaforo" di Granatari che ospitò Guglielmo Marconi, su LetteraEmme, 14 ottobre 2021. URL consultato il 5 gennaio 2025.
  3. ^ a b Parco-Museo "Forte Cavalli" - Messina, su www.fortecavalli.it. URL consultato il 5 gennaio 2025.
Prefix: a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9

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