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Sikorsky Russky Vityaz

Sikorsky Russky Vityaz
La versione definitiva del Russky Vityaz con quattro motori.
Descrizione
Equipaggio3
ProgettistaIgor Sikorsky
CostruttoreRusso-Baltique
Data primo volo10 Maggio 1913
Esemplari1
Dimensioni e pesi
Lunghezza20 m
Apertura alare28 m (ala superiore), 20 m (ala inferiore)
Altezza4 m
Superficie alare120
Peso a vuoto2 700 kg
Peso carico4 000 kg
Peso max al decollo4 940 kg
Passeggeri7
Propulsione
Motore4 motori Argus As I 4 cilindri a pistoni in linea raffreddati ad acqua, da 75kW (100 hp) ciascuno.
Prestazioni
Velocità max90 km/h
Autonomia170 km
Quota di servizio600 m
voci di aerei civili presenti su Wikipedia

Il Sikorsky Russky Vityaz (in russo Русский витязь?), o Cavaliere Russo, originariamente chiamato Bolshoi Baltisky (in russo Большой Балтийский?, il Grande Baltico) nella sua prima versione a quattro motori,[1] è stato il primo aereo a quattro motori al mondo, progettato da Igor Sikorsky[N 1] e costruito dalla Russo-Baltique (Russo-Baltiiskyi Vagonnyi Zavod or R-BVZ) a San Pietroburgo all'inizio del 1913.

Storia del progetto

Sikorsky concepì il disegno del progetto (denominato anche S-21) nel 1911, quando nessun velivolo conosciuto poteva sollevare più di 600 kg. Il primato della capacità di carico apparteneva al pilota francese Ducis, che aveva volato per 800 m con un carico 600 kg. Sentendo parlare della costruzione del Russky Vityaz all'inizio del 1913, gli esperti e i media di tutto il mondo ne presagivano un completo fallimento, invece, smentendo ogni infausta previsione, il primo volo del 10 maggio 1913 fu coronato da successo. All'epoca, molte persone in altre parti del mondo credettero si trattasse di una bufala dei giornali e non vi diedero credito. Gli osservatori ritenevano che un aereo di tali dimensioni non si sarebbe mai potuto sollevare da terra.

Tecnica

Prima versione "Le Grand" con due motori
Igor Sikorsky a bordo del suo Russky Vityaz

Il Russky Vityaz era un biplano con configurazione alare sesquiplana, dotato di quattro motori. Le ali a doppio longherone avevano una pianta rettangolare e una corda di 2,5 m. Anche la distanza tra i due piani alari era di 2,5 m; i due piani erano collegati tra loro da quattro montanti verticali ed uno (il più esterno) disposto diagonalmente.

La fusoliera era costituita da travi di sezione rettangolare rivestite con fogli di compensato. Il velivolo aveva una cabina di pilotaggio con doppi comandi, due cabine passeggeri e un deposito per i pezzi di ricambio. C'era anche un ponte aperto davanti alla cabina del pilota equipaggiato con un proiettore da ricerca e una mitragliatrice. Gli alettoni sulle ali superiori fornivano stabilità al velivolo.

La prima versione del velivolo (nota con il nome di Le Grand) presentava configurazione bimotore, mentre il Bolshoi Baltisky era alimentato da quattro motori installati in tandem, a coppie su ciascuna semiala.[2] L'ultima versione, Russky Vityaz, vide la definitiva sistemazione dei motori (due per ogni semiala) sul bordo d'attacco delle ali inferiori, in configurazione traente.

Impiego operativo

Dopo i primi voli di prova del grande velivolo, effettuati tra il 10 e il 27 maggio 1913, si appurò che i passeggeri potevano anche camminare all'interno della cabina senza causare problemi di stabilità.[3] L'aeroplano poteva decollare con una corsa di 700 m

Il 23 giugno 1913, mentre era parcheggiato sulla pista, l'aereo fu schiacciato da un motore caduto da un aereo monoposto Morane in fase di atterraggio.[4] Sikorsky decise di non procedere con le riparazioni ma piuttosto di dedicarsi alla realizzazione dell'Ilya Muromets.

Note

Annotazioni

  1. ^ Si noti che la denominazione del "velivolo" e quella del "progettista" sono riportate secondo la traslitterazione effettuata utilizzando il sistema impiegato dalle fonti originali di lingua inglese, essendosi Sikorsky trasferito negli USA e avendo adottato ufficialmente tale grafia del proprio nome e cognome. Tuttavia, in altri casi, la traslitterazione dal russo nelle pagine di Wikipedia in lingua italiana avviene secondo il sistema "ISO 9-1968" assunta a norma di convenzione.

Fonti

  1. ^ Sergei Sikorsky, The Sikorsky Legacy-Bolshoi Baltisky, 1stª ed., Arcadia Publishing, 2007, p. 27, ISBN 978-0738549958.
  2. ^ Page, Walter Hines e Page, Arthur Wilson, Man And His Machines: A Russian "Airbus", in The World's Work: A History of Our Time, XLIV, n. 2, luglio 1914, p. 360. URL consultato il 4 agosto 2009.
  3. ^ http://www.flightglobal.com/pdfarchive/view/1913/1913%20-%200657.html. Archiviato il 14 maggio 2014 in Internet Archive.
  4. ^ Bryan R Swopes, 23 June 1913, su This Day in Aviation. URL consultato il 26 giugno 2014.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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