Suo padre Tebaldo IV di Champagne, nel 1234, dopo la morte del fratello di sua madre Bianca di Navarra, il re di Navarra Sancho VII il Forte, senza discendenza, era stato scelto come re dai navarresi e aveva ricevuto la corona di Navarra, come Tebaldo I[7].
Nella sua cronaca Alberico delle Tre Fontane cita la nascita di Tebaldo II, nel 1239, come figlio del re di Navarra (regi Navarre filius), senza citarne il nome[1].
Suo padre Tebaldo I morì nel 1253; secondo gli Obituaires de Sens Tome I.1, Eglise cathédrale de Sens, Obituaire du xiii siècle, Tebaldo I (Theobaldus illustris rex Navarre et comes Campanie) morì il 1º maggio (Kal Mai)[8]; invece, secondo le "Corónicas" Navarras (non consultate), morì l'8 luglio a Pamplona, dove fu tumulato nella cattedrale di Santa Maria di Pamplona[9]. Tebaldo, che aveva circa quattordici anni, gli succedette come re di Navarra (Tebaldo II) e conte di Champagne (Tebaldo V), sotto la reggenza della madre, Margherita di Borbone-Dampierre, che resse il governo sino alla sua morte, con l'aiuto del re d'Aragona Giacomo I (che si protrasse fino al conseguimento della sua maggiore età, che era di 21 anni), come si può constatare dal documento n° XVI dei Documents des archives de la Chambre des Comptes de Navarre, del 1º agosto 1253, in cui Margherita (dona Margarita) scrive ad Alfonso, erede al trono di Aragona (Alfonso, fillo mayor et heredero del rey d´Aragon), citandosi come regina di Navarra e contessa palatina di champagne e di Brie (reyna de Navarra, de Campayna et de Bria condessa palatina), accetta l'alleanza con il re d'Aragona a nome del figlio, Tebaldo, re di Navarra (don Thibalt rey de Navarra)[10]; anche nel documento nº 574 del Cartulaire de Hugues de Chalon (1220-1319), Margherita si cita come regina di Navarra e contessa palatina di champagne e di Brie (royne de Navarre, de Champaigne et de Brye conteste palatine)[11].
Sua madre Margherita morì nel 1256; secondo gli Obituaires de Sens Tome I.2, Chapelle Saint-Blaise, à Provins, Margherita (Margarita regina) morì il 29 marzo[12]; invece, secondo le "Corónicas" Navarras (non consultate), morì 12 aprile a Provins, Brie, Francia. Il suo corpo fu inumata all'abbazia di Clairvaux[13].
Tebaldo ricevette il rito dell'unzione e dell'incoronazione dal papa Alessandro IV, rispettivamente nel 1257 e nel 1259, importando per la prima volta in Navarra il concetto di investitura divina del monarca.
Firmò i Fuero general de Navarra, ovvero la "Carta generale del Regno di Navarra": raccolta di leggi che limitava anche il suo potere, delegandolo a un consiglio di dodici nobili, quindi una sorta di costituzione che definiva il potere del re e quello dei nobili e le procedure giudiziarie, che fu poi codificata per la prima volta, in seguito a emendamenti (amejoramientos) nel 1330 e poi una seconda volta nel 1419.
Tebaldo cercò inoltre di arginare il decentramento feudale dei nobili, aggravandoli di cospicui tributi, ma concedendo loro un maggior prestigio a corte, con poteri politici. Estese gradualmente i Fueros a Pamplona, Lantz, Estella, Tiebas e Torralba.
In politica economica continuò secondo le impronte del padre, migliorando l'amministrazione reale, controllando entrate e spese e indicendo il primo censimento generale, che indicò circa 150 000 abitanti (1266). Circa il 6.75% dell'appannaggio reale veniva speso in burocrazia, il 33.84% in spese militari e il 59.6% per il mantenimento dei possedimenti della corona.
Aiutò il re di Francia Luigi IX il Santo, contro le pressioni dei suoi vassalli, diventando un suo consigliere, mentre Re Luigi intervenne spesso come arbitro nei problemi interni della Navarra, ma soprattutto fu giudice nelle controversie di Tebaldo contro la sorella Margherita[20] e suo marito, Federico III di Lorena, inerenti a contese tra la contea di Champagne ed il ducato di Lorena: secondo lo storico Georges Poull, nel suo libro La Maison ducale de Lorraine (1994) (non consultato), subito dopo il matrimonio Margherita rinunciò a ogni diritto alla successione sulla contea di Champagne, a favore del fratello Tebaldo II, che due anni prima, nel 1253, aveva ereditato la contea (Tebaldo V) assieme al regno di Navarra[21], (poi, nel 1273, rinnovò la medesima dichiarazione di rinuncia al diritto di successione sulla contea di Champagne, a favore del fratello Enrico il Grosso, che, nel 1270, era subentrato al fratello Tebaldo sia nella contea (Enrico III), che nel regno di Navarra (Enrico I)[21]).
Tebaldo, nel 1269, fondò la città di Espinal nella Navarra.
Nel marzo 1270, secondo la Cronaca di Guglielmo di Nangis, Tebaldo II partì alla volta della Tunisia al seguito del suocero Luigi IX il Santo[22] e, in quello stesso anno, durante il viaggio di ritorno dall'ottava crociata, morì a Trapani[23]; secondo le Cronache di Navarra[24] (non consultate) morì, senza avere eredi legittimi, nel dicembre 1270 e fu tumulato a Provins nel convento dei Cordeliers (Ordine dei Frati Minori Conventuali)[25]; i necrologi della Cappella Saint-Blaise di Provins riportano il 4 dicembre 1270 la data della morte di Tebaldo (4 Dec. Ob. Theobaldus rex Navarre fundator noster)[26]. Invece, secondo Giuseppe Maria Di Ferro, Tebaldo II fu sepolto nella Chiesa di San Domenico di Trapani[27]. Gli succedette il suo fratello minore Enrico I di Navarra.
Tebaldo da una sua amante Marchesa Gil de Rada ebbe una figlia:[25].[28]
Marchesa (?- dopo il 1303), che sposò, nel 1275 circa, il figlio illegittimo del re d'Aragona Giacomo I e della sua amante, Berenguela Fernandez, Pedro Fernandez (1245/49-1297), Barone di Hijar, da cui discesero i baroni di Hijar; Marchesa e Pedro sono citati negli Anales de la Corona de Aragon (Zaragoza), Tome I, come fondatori della chiesa del Santo Sepolcro a Saragozza[29].
^Le Cronache di Navarra sono un insieme di narrazioni storiche, scritte in parte in latino e in parte in una lingua romanza, aragonese, inerente alla regione navarro-aragonese, a partire dal primo secolo, fino al 1186; la cronaca è divisa in 6 parti, la prima riguarda i re di Aragona dal regno di Ramiro I di Aragona a quello di Alfonso II il Casto o il Trovatore, mentre la seconda è dedicata alla dinastia di Rodrigo Diaz (il Cid). Il quinto libro, Anales modernos, arrivò a fare le cronache del XIII secolo.