Comincia a suonare la chitarra fin da bambino, iniziando a esibirsi già a dodici anni in feste di matrimonio e in altre occasioni, affinando notevolmente la tecnica, fino a ricevere nel 1955 la proposta da parte di Marino Marini di entrare nel suo complesso.
Comincia così, a diciassette anni, a esibirsi in tutta Europa con il celebre quartetto; inoltre con Marini effettua le prime incisioni per la Durium.
Proprio durante un tour in Francia conosce Jacqueline Schweitzer, con cui si fidanza e che dopo poco tempo sposerà: Jacqueline, figura importantissima non solo nella vita del maestro ma anche nella carriera artistica (cantante anch'essa, aveva esordito giovanissima in un programma televisivo francese del sabato sera), sarà anche quella che, dopo la dipartita, porterà avanti il ricordo e la memoria del marito, così come il fratello del maestro, Mario e il nipote Alfonso.
Inizia quindi a esibirsi con il nuovo complesso in tutta Italia; nel 1966 il gruppo cambia la denominazione in The Shamrocks, e passa poi alla Durium. In questo periodo, alla batteria milita Gianni Averardi, futuro fondatore e membro de Il Giardino dei Semplici.
I primi successi come autore
Nel 1967 Totò Savio scrive quello che diventa il suo primo grande successo, Cuore matto (su testo di Armando Ambrosino): la canzone viene presentata al Festival di Sanremo 1967 da Little Tony e da Mario Zelinotti e, pur non vincendo, diventa uno dei più grandi successi di quell'edizione del festival e, nel tempo, una delle canzoni più rappresentative del cantante sammarinese.
Savio incide Cuore matto con il suo gruppo, ma le vendite vengono superate da quelle della versione di Little Tony.
Continuano i successi come autore, tra cui nel 1969 Addio felicità, addio amore per Caterina Valente (sigla televisiva della trasmissione Bentornata Caterina) e, l'anno successivo, Vent'anni per Massimo Ranieri (cantante che inciderà con successo molte canzoni scritte da Savio, tra cui la più nota è senza dubbio Erba di casa mia): quest'ultima vince nello stesso anno l'edizione di Canzonissima.
Dal 1974 al 1978, Savio produrrà assieme a Giancarlo Bigazzi il popolare complesso pop-rock de Il Giardino dei Semplici. Il gruppo era stato fondato a Napoli da Gianni Averardi e Gianfranco Caliendo nel giugno del 1974; Averardi era stato per alcuni anni il batterista dell'orchestra di Savio.
La band è considerata un nome di punta del filone romantico della musica italiana e napoletana, e ha venduto 4 milioni di copie. Bigazzi e Savio sono gli autori di alcuni tra i brani più importanti e di maggiore successo della band: M'innamorai (Festivalbar 1975); Miele (Sanremo 1977); Vai (Festivalbar 1976) e Tamburino (1976). Savio è anche il fautore della rielaborazione di Tu, ca nun chiagne (1975), lanciata dal gruppo nel novembre del 1975, la quale vendette un milione di copie e venne certificata disco d'oro.
Negli Squallor Totò Savio è autore di molte musiche, interprete di alcune canzoni (tutte quelle cantate in napoletano e qualcuna in italiano) e produttore.
Altre attività
Nel corso degli anni settanta, Totò Savio continua l'attività di compositore (collaborando spesso con Franco Califano) e di arrangiatore, continuando anche l'attività di musicista in proprio: nel 1972 pubblica un album, Chitarrate 'e Napule, in cui suona tutti gli strumenti.
Si dedica inoltre anche alla scrittura di sigle televisive (ad esempio Ritratto di donna, sigla del telefilm Diagnosi, contenuta nell'omonimo album) e formando un duo con la moglie (con il nome I San Francisco) lanciando la famosa canzone Da lunedì e l'album Ma che avventura è nel 1979.
L'anno dopo presenta al festivalUna rosa blu, canzone che non ottiene un grande riscontro al momento dell'uscita ma che, nel corso degli anni, diventa invece uno dei brani più noti cantati da Michele Zarrillo (di cui Savio è, in quel periodo, produttore).
Nello stesso periodo dirige l'orchestra della RAI nel corso di moltissime trasmissioni televisive.
Gli ultimi anni
Nel 1990 gli viene diagnosticato un tumore alla gola: a seguito dell'operazione perde la voce e, nel disco pubblicato dagli Squallor nel 1994, Cambiamento, partecipa solo come musicista e compositore.
Gli ultimi anni della sua vita trascorrono tra malattie e ospedali, a causa di una cirrosi epatica causata da una trasfusione di sangue infetto che degenera poi in un tumore al fegato; sempre assistito dalla moglie Jacqueline, muore nel 2004. Riposa presso il Cimitero Flaminio.
Come ha scritto la signora Savio nel suo sito, e come testimoniano tutti quelli che lo hanno conosciuto, «Il Maestro Totò Savio era un rivoluzionario, perché era un uomo gentile, e come dice il libro Cuore, "la gentilezza è rivoluzionaria"».
Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Il dizionario della canzone italiana, editore Armando Curcio (1990); alla voce Savio, Totò
Claudio Pescetelli, Una generazione piena di complessi, Editrice Zona, Arezzo, 2006; alla voce Totò Savio & The Shamrocks, pag. 137
Jacqueline Savio Schweitzer Cuore matto. L'opera di Totò Savio nella storia della musica da «Maledetta primavera» agli Squallor, Arcana collana Musiqa, 2014. ISBN 8862317638