I lavori cominciarono il 14 novembre 1968 e si protrassero per 25 anni con numerosi incidenti, che complessivamente costarono la vita a 11 persone[4], ed un costo totale che arrivò a sfiorare i 1700 miliardi di lire (ad oggi 2017, sarebbero 887 milioni di euro) a fronte degli 80 miliardi inizialmente previsti[3]. Nel 1975 i lavori furono sospesi per la crisi economica e ripresero solo nel 1982 ed il 1º dicembre 1984, con una cerimonia ufficiale presieduta dall'allora presidente del ConsiglioBettino Craxi, venne inaugurata a corsia unica per senso di marcia la galleria in direzione Teramo tra gli svincoli di Assergi e Colledara[3].
Il 15 settembre 1970, durante l'esecuzione dei lavori di scavo, la grande talpa escavatrice bucò l'enorme serbatoio sotterraneo di acqua presente nelle viscere della montagna.
Gli ambienti montani caratterizzati da rocce calcaree lasciano penetrare l'acqua sui rilievi, per farla riemergere molto più a valle. Lo stesso ghiacciaio del Calderone ha sempre agito da cisterna di compensazione: l'acqua di fusione del ghiacciaio, infatti, contribuisce ad alimentare sia il bacino idrografico del Fosso San Nicola sia la circolazione sotterranea che avviene in profondità nella montagna.
Quando la "talpa" bucò il serbatoio sotterraneo, alto 600 m, un getto di acqua e fango dalla pressione di circa 6 MPa travolse ogni cosa. La parte bassa della città di Assergi fu allagata, costringendo a un'evacuazione, e il corso di molte sorgenti fu compromesso.
Complessivamente nella realizzazione dell'opera, costata negli anni settanta 2.000 miliardi di lire, persero la vita 11 persone, il livello della falda acquifera si abbassò di 600 m e la portata delle sorgenti del Rio Arno e del Chiarino fu quasi dimezzata.
Nella tabella vengono riportati i dati approssimati per difetto (altre stime[5] delineano un quadro della situazione ancora più fosco) relativi alla riduzione di portata delle sorgenti, causata dall'abbassamento della falda.
Secondo un comunicato del gestore Strada dei Parchi[6], il traforo del Gran Sasso doveva essere interdetto al traffico in entrambi i sensi di marcia dal 19 maggio 2019 per un tempo indeterminato. Alla base di questa decisione ci sarebbe stata l'inchiesta che la Procura della Repubblica di Teramo sta effettuando nei confronti del gestore, coinvolgendo allo stesso tempo anche l'Istituto nazionale di fisica nucleare e la società di gestione idrica locale, per un presunto inquinamento delle falde acquifere nei pressi del Gran Sasso.[7][8] Tutto ciò poteva portare dei danni per la circolazione, visto che il traforo si trova sulla A24, importante collegamento autostradale dalla costa centrale adriatica verso la costa tirrenica. Dai danni della chiusura potevano essere colpiti anche i lavoratori e ricercatori del locale Istituto nazionale di fisica nucleare, il quale accesso ai Laboratori nazionali del Gran Sasso si effettua dal traforo, compromettendo anche le ricerche in corso. La questione ha indotto le istituzioni e gli enti locali a scongiurare la chiusura del traforo. Il 16 maggio 2019, il gestore Strada dei Parchi ha deciso di revocare la chiusura del traforo stesso[9].
Note
^The world's largest road tunnels, su lotsberg.net. URL consultato il 31 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2012).
^La Società Autostrada Roma-Civitavecchia, dal 1961 Società Autostrade Romane S.p.A. quindi Società Autostrade Romane ed Abruzzesi (1965) ed infine Strada dei Parchi S.p.A.