Trattato anglo-olandese del 1814Il trattato anglo-olandese del 1814, noto anche come convenzione di Londra del 1814, è un trattato firmato dal Regno Unito e dalle Provincie Unite, a Londra il 13 agosto 1814. Esso regolò i sussidi britannici a sostegno della ricostruzione di un forte regno nei Paesi Bassi, nonché la sistemazione di tutte le pendenza coloniali fra i due Paesi. Segnando un passo decisivo della uscita delle antiche Province Unite dalla lunga ed interminabile bufera del periodo franco-bataviano. Contesto: la benevolenza inglese verso l'OlandaPer un interregno durato fra il 1811 ed il 1816, nel corso delle guerre napoleoniche, il Regno Unito prese possesso o conquistò tutte le antiche colonie già appartenute alla Compagnia Olandese delle Indie Orientali e delle Indie Occidentali, inclusa financo la fondamentale base di Giava (vedi: Guerra anglo-olandese per Giava). Lo stesso accadeva per le colonie francesi. Negli anni precedenti, infatti, la antica Repubblica delle Sette Province Unite, era stata succeduta da una Repubblica Batava e, poi, da un Regno d'Olanda, entrambe stati satelliti della Francia rivoluzionaria ed imperiale, sinché dette province erano addirittura state direttamente annesse all'Impero napoleonico. Si trattava, in ogni caso, di Stati in guerra con il Regno Unito. Lo stesso, tuttavia, non valeva per lo statolder (il reggente) della antica Repubblica delle Sette Province Unite, Guglielmo V di Orange-Nassau, morto in esilio, né per il di lui erede, anche lui Guglielmo, i quali non riconoscevano la successione di stati seguiti alla loro cacciata dal Paese. Difatti, il trattato del 1814 venne sottoscritto dai rappresentanti dello statolder a nome della Provincie Unite: uno stato che, in effetti, aveva cessato di esistere sin dal 1795 (tanto che il trattato di Parigi, di 73 giorni precedente, indicava il Paese genericamente come Olanda). Premesse: Gli accordi preliminariIl protocollo di intesa anglo-olandese del 1813Le basi del trattato vennero poste sin dal 27 aprile 1813, allorché il tout-puissant ministro degli esteri britannico Castlereagh, aveva comunicato a Guglielmo l'interesse inglese alle seguenti linee generali delle future intese:
Tali promesse costituiscono una testimonianza tanto più significative della protezione britannica, in quanto all'epoca Napoleone era ancora sovrano in carica del Paese rivendicato dallo statolder. Visita di Castlereagh ad Amsterdam: riconferma degli accordiIl 14 gennaio Guglielmo veniva raggiunto all'Aia dal Castlereagh, sulla via di Chaumont: questi riconfermò il progetto britannico di annessione alle “Province Unite” degli antichi Paesi Bassi austriaci oltre a pezzi della Germania sulla riva sinistra del Reno (nota come cis-renania). In cambio, naturalmente, Londra si aspettava da Guglielmo che egli non ponesse eccessive difficoltà ad arrangiamenti relativi alle colonie, al momento, comunque, tutte sotto occupazione militare britannica. Si trattava, per Guglielmo, di un ottimo affare, che comunque era forzato a concludere, e, naturalmente, accettò. Il trattato di Chaumont: le altre potenze aderiscono preliminarmente al protocolloAppena prima del crollo definitivo di Napoleone, il 1º marzo 1814, l'impostazione del Castlereagh venne fatta propria dagli alleati: il trattato di Chaumont stabiliva che: L'Olanda (sic) stato libero ed indipendente, sotto la sovranità del Principe d'Orange, con un accrescimento territoriale e lo stabilimento di una conveniente frontiera. Il trattato di Parigi: le potenze si impegnano formalmente ma genericamenteCrollato il Primo Impero francese, le potenze vincitrici sottoscrissero il trattato di Parigi del 30 maggio 1814, una sorta di accordo preliminare che fissava le linee guida dei successivi accordi di dettaglio. Esso era composto da una parte ufficiale e da una, più limitata, serie di articoli separati e segreti. Le attese britanniche potevano dirsi soddisfatte. Restava, tuttavia, da sfruttare l'opportunità di negoziare un ulteriore rafforzamento del neonato mini-impero olandese, verso la cis-renania. Un tema delicato, in quanto occorreva contemperare le ambizioni anglo-olandesi con l'esigenza di compensare la Prussia. Ciò tanto per la zona fra la Mosa e la frontiera tedesca (articolo 3 segreto: la frontiera sulla riva destra della Mosa sarà regolata in accordo con le convenienze militari dell'Olanda e dei suoi vicini), quanto fra tale frontiera ed il Reno (articolo 4 segreto: i territori tedeschi sulla riva sinistra del Reno … servirà all'ingrandimento dell'Olanda ed a compensazione per la Prussia ed altri Stati tedeschi). Nulla, invece, veniva disposto quanto alle colonie olandesi, un'assenza che spiccava a confronto con le dettagliate indicazioni circa le colonie francesi. Ma Guglielmo non poteva pretendere di più: un po' perché erano in ballo gli ingrandimenti in Europa, un po' poiché era legato alla promessa del 1813 di attendere la restituzione delle colonie sino a quando il Regno Unito avesse ritenuto conveniente ai propri interessi. Il trattato anglo-olandese del 1814Non dovette, tuttavia, attendere a lungo: il 13 agosto 1814 venne firmato a Londra un apposito trattato bilaterale. Lo firmarono Castlereagh per il Regno Unito ed Hendrik Fagel (o Henry Fagel) per le Province Unite. La sistemazione colonialeLe colonie restituiteGli Inglesi restituivano agli Olandesi i loro possedimenti coloniali in Africa, America ed Asia, quali erano prima della invasione francese della Seconda Rivoluzione batava del dicembre 1794 (o prima dello scoppio della guerra, il 1º gennaio 1803). Le colonie trattenuteDalla riconsegna vennero, tuttavia, escluse le basi di Berbice, Demerara ed Essequibo, che passarono a costituire la Guiana britannica: non si trattò di una grande perdita, in quanto, nei diciotto anni di quasi continuata occupazione, gran parte delle piantagioni erano ormai passate in mani di soggetti britannici. Ai soggetti olandesi, inoltre, venivano comunque conservati i preesistenti diritti di proprietà e commerciali. Le colonie scambiateDiverso fu il trattamento della base commerciale di Cochin e relative dipendenze, poste sulla costa del Malabar, in India: un porto antichissimo, che aveva ospitato anche la tomba di Vasco de Gama, ma ormai decaduto e, comunque, isolato in un subcontinente ormai quasi interamente britannico. La compensazione per GuadalupaGli Inglesi accettarono di pagare un milione di sterline alla Svezia, a compensazione delle sue rivendicazioni su Guadalupa. Tale previsione rispondeva ad una necessità che riguardava i Paesi Bassi solo indirettamente. La annessione del BelgioAlle predette compensazioni, Guglielmo ne aggiungeva una assai più rilevante: dei sussidi (sino a 3 milioni di sterline) specificamente indirizzati alla sistemazione definitiva e soddisfacente dei Paesi Bassi cattolici (leggi il Belgio) in unione con l'Olanda. Il che equivaleva ad un'ulteriore garanzia, da parte della maggiore superpotenza mondiale, acché le promesse del trattato di Parigi venissero confermate dallo scrivendo trattato di Vienna. Tali sussidi erano espressamente concessi in considerazione ed in soddisfazione degli impegni di cessione della Colonia del Capo e della costituenda Guiana britannica. Altrove[3] segnalano, infine, un contributo di 3 milioni di sterline per ripagare la metà del dell'esistente debito olandese verso l'Impero russo. Ma non ve ne è traccia nel trattato: forse esse vennero indicate in un accordo collegato. Un passo verso l'abolizione della schiavitùIl trattato prendeva atto di una dichiarazione inglese del 15 giugno 1814 (che proibiva che nessuna nave negriera potesse essere rifornita nei porti britannici, né ammessa nelle basi britanniche della costa africana, né che alcun indigeno di detti possedimenti potesse essere fatto schiavo), accordando l'assenso preliminare a che tali restrizioni si applicassero anche a naviglio olandese. Allo stesso modo, il trattato non impegnava affatto le Province Unite a liberare gli schiavi già in possesso, bensì solo di non acquisirne di nuovi. Per giunta, la presa d'atto delle restrizioni britanniche non costituiva che un gesto di realismo, non comprendendosi come la piccola flotta olandese avrebbe mai potuto opporsi alla volontà della maggior flotta del mondo. Ne consegue, quindi, che Guglielmo, accettando il diktat britannico, non compì alcun particolare sacrificio. Conseguenze: gli affari olandesi al Congresso di ViennaScarso peso della diplomazia olandeseLa sistemazione definitiva delle questioni continentali che riguardavano il neonato Regno Unito dei Paesi Bassi, venne con il trattato di Vienna, che segnò, per le antiche Province Unite, l'uscita definitiva dalla lunga ed interminabile bufera del periodo 'franco-bataviano'. Sistemazione definitiva delle questioni continentaliQuanto alle questioni europee, un continente ove Londra non nutriva alcuna ambizioni territoriali, essa aveva mantenuto, per intero, quanto promesso dal Castlereagh il 27 aprile 1813:
Mancata sanzione internazionale delle questioni colonialiLì dove Guglielmo aveva da lamentarsi del Castlereagh, al contrario, era riguardo alla questione coloniale: il contenuto del trattato anglo-olandese, infatti, non veniva per nulla riportato nel trattato di Vienna: ciò che faceva mancare ogni garanzia internazionale e lasciava i Paesi Bassi in balia del benvolere inglese. Fonti
Note
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