Una storia romantica
«Scrivere significa togliere le virgolette» Una storia romantica è un romanzo a sfondo storico risorgimentale e post-risorgimentale scritto da Antonio Scurati e pubblicato da Bompiani nel 2007. Premiato alla 34ª edizione del Premio letterario internazionale "Mondello-Città di Palermo" nella sezione Autori italiani, è concepito come un romanzo popolare ottocentesco. In questo senso è dichiarato, dall'autore, il debito rispetto al capolavoro di Victor Hugo, I miserabili. La trama innesta eventi di fantasia su fatti realmente accaduti ed è organizzata sulla formula del manoscritto ritrovato e dello scambio epistolare, con frequenti riferimenti letterari, musicali e pittorici ad autori ed artisti del passato. ContenutoLa narrazione prende avvio a partire dal 1885 e utilizza subito la tecnica del flashback con uno scarto temporale di circa quarant'anni, inserendo al suo interno, come in una serie di scatole cinesi, le diverse fasi della vicenda amorosa tra la giovane Aspasia, musa dell'insurrezione delle Cinque giornate di Milano, e il giovane patriota aristocratico Jacopo. Ambientazione e personaggi storiciScurati innesta nella storia degli eventi milanesi che dettero il via alla prima guerra di indipendenza la vicenda d'amore (impossibile) fra due personaggi di fantasia: il conte Jacopo Izzo Dominioni - ventenne alla scoperta di sé e del senso della vita (e della morte) - e la giovane Aspasia Recalcati, pupilla adottiva della famiglia Morosini (una fra le nobili famiglie milanesi all'epoca più influenti), aspirante patriota pronta ad infiammarsi - prima ancora che per la patria - sulle barricate del protofemminismo vaticinato attraverso lettere dall'esilio da Cristina Trivulzio Belgiojoso. Una terza, determinante figura, sempre di fantasia, si affianca alle due principali ed è quella di Italo Morosini, patriota e promesso sposo di Aspasia e fratello di un altro patriota, in questo caso realmente esistito, Emilio Morosini. Così come avviene nella distribuzione canonica dei ruoli del melodramma italiano, la figura di Italo, completando l'ideale triangolo amoroso, riveste quindi più il ruolo di co-protagonista che non quello di antagonista in senso classico. Nella prima parte del romanzo - centrata quasi totalmente sulle vicende storiche dei cinque giorni che sconvolsero Milano e poi tutto il Regno Lombardo-Veneto, costringendo alla fuga il maresciallo Josef Radetzky e l'intero esercito dell'Impero austriaco - attorno alle tre figure principali si muovono come in un tableau vivant, oltre alla folla multicolore della popolazione in arme, dei martinitt e dei soldati degli eserciti contrapposti austriaco e sabaudo, alcune delle eroiche figure risorgimentali realmente esistite che lottarono e morirono in nome di un ideale di patria: Emilio Morosini, Carlo Cattaneo, Luciano Manara, Enrico Dandolo, Cesare Correnti. Nella storica guerra regia e di popolo, così come letterariamente disegnata sulla pagina scritta dall'autore, finzione e realtà, immaginario e accadimenti reali si intrecciano in maniera inesorabile e (dolorosamente) cruda. Il finale non può essere che amaro, se è vero che "il male, più che il bene, tende ad apparirci universale". Prima di quello della giustizia (e della redenzione) occorre che venga "il tempo della perdizione", chiosa l'autore citando, fra i molti altri, Saulo di Tarso. Il pittore Francesco Hayez è inserito fra i personaggi della vicenda. All'interno del romanzo viene ipotizzato che il pittore si sia ispirato, per dipingere il celebre quadro Il bacio, alle figure (rinnovate negli abiti rinascimentali) dei due protagonisti, Jacopo ed Aspasia, sorpresi dall'artista a scambiarsi un appassionato bacio a ridosso delle barricate che incendiarono il marzo risorgimentale milanese del 1848. Prestiti letterari e "centoni"«Già al quinto giorno di lotta, l'insurrezione di Milano si avviava verso la fine. E sarebbe stato un gran finale, un finale da romanzo. Anzi, da melodramma.» Il presupposto filosofico-letterario (e l'originalità anche) su cui si fonda il particolare stile che contraddistingue il romanzo di Scurati è insito nel fatto - come scrive lo stesso autore nella Tabula gratulatoria che correda il testo - che le finzioni letterarie iniziano il loro viaggio da altre finzioni letterarie, compiendo una "seconda navigazione" lungo una rotta costellata di molti scali in porti intermedi. Una sorta di navigazione fluviale. Questo spiega - non necessitando di giustificazione - il massiccio uso dichiarato di prestiti (quasi una sorta di centone, ovvero di recupero di materiali esistenti, tecnica in uso specie nell'opera lirica ottocentesca), con citazioni (esplicite e palesi in ragione della loro notorietà) di stralci se non di interi brani dall'ambito letterario, musicale, pittorico, cinematografico, televisivo e, appunto, dal melodramma operistico. Una seconda tavola a corredo del testo - questa volta definita mistificatoria - conferma, per dipanare qualsiasi ombra di dubbio, come il contesto storico in cui si dipana l'azione del romanzo e i principali accadimenti in esso narrati siano stati minuziosamente ricostruiti sulla base di conoscenze storicamente attendibili, con uno sforzo di assoluta fedeltà a fonti documentarie, pur nel privilegio concesso alla verosimiglianza letteraria rispetto alla verità storicamente intesa. Fonti di ispirazionePartendo dal presupposto che tutto sia stato già scritto (e detto), e assecondando il concetto di Marshall McLuhan secondo cui è il montaggio che costituisce il messaggio, Scurati inanella nel suo romanzo frasi, in alcuni casi brani interi, citazioni, rimandi (anche a situazioni sentimentali reali come quella che vide uniti Søren Kierkegaard e Regine Olsen), concetti filosofici e invettive, resi noti da autori famosi di ogni tempo. Nell'economia del racconto vengono citati anche Osama Bin Laden, Stanislav Galić, Iosif Stalin, ma anche Giuseppe Mazzini. Nella tabella che segue sono riportate le confessioni di uno scrittore, così come sono desumibili dalla Tabula gratulatoria posta dall'autore in appendice di libro:
Il romanzo si chiude con una lettera del protagonista, Jacopo, che racchiude - nelle parole dell'autore - "luoghi" eccellenti della letteratura dell'afflizione d'ogni tempo: tali stanze letterarie sono servite come spunto per diversi passaggi del racconto e sono riconducibili alle seguenti opere:
Edizioni
Note
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