Gli uomini scorpione sono creature leggendarie, con testa, torso e braccia umani e il corpo di scorpione. Compaiono in numerosi miti mesopotamici, compresi l'Enūma eliš e l'Epopea di Gilgamesh. Vengono chiamati anche aqrabuamelu o girtablilu.
Mito
Gli uomini scorpione furono originariamente partoriti da Tiāmat, insieme ad altre creature mostruose, per fare guerra contro le giovani divinità.
Nell'Epopea di Gilgamesh due di essi, un maschio e una femmina, sono posti a guardia dei cancelli del dio solare Shamash nelle montagne Mashu, che conducono nell'oltretomba. Sono descritti come esseri giganteschi e terrificanti: «la paura che essi incutono è enorme, nel loro sguardo c'è la morte»[1].
Influenza culturale
Gli uomini scorpione sono unità mitiche disponibili per la fazione egizia nel gioco di strategia Age of Mythology. Il loro attacco speciale consiste nel colpire i soldati umani nemici con il pungiglione, avvelenandoli. Sono le unità mitiche della dea Nefti.
In La mummia - Il ritorno, Mathayus, il Re Scorpione, è mostrato con l'aspetto di un uomo scorpione.
«Il nome della montagna è Mashu. Appena egli giunse alla montagna Mashu:
- coloro che giornalmente sorvegliano l'uscita e l'entrata: sopra di loro grava la volta celeste,
al di sotto l'Arallu tocca il loro petto - uomini-scorpione stanno a guardia della sua porta, la paura che essi incutono è enorme, nel loro sguardo c'è la morte, il loro grande terrore riempie le montagne, essi stanno a guardia del Sole nel suo sorgere