Per effetto dei decreti napoleonici, nel 1806 Vigheffio divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di San Martino Sinzano;[2] in seguito alla soppressione dell'ente nel 1866, il territorio di Vigheffio fu inglobato dal comune di San Pancrazio Parmense,[7] a sua volta sciolto e assorbito da quello di Parma nel 1943.[8]
Menzionata per la prima volta nel 1230 quale cappella dipendente dalla pieve di Gaione, la chiesa, elevata a sede di parrocchia verso il 1578, fu ristrutturata nel XVIII secolo in stile neoclassico; modificata internamente nel 1837 con la sostituzione delle capriate della navata con una volta a botte su finanziamento della duchessa di ParmaMaria Luigia, fu restaurata e decorata nel 1940.[6][4]
Villa Spreafichi
Costruita intorno al 1830 per volere dell'ingegner Carlo Spreafichi su un terreno in precedenza appartenuto alle domenicane, la villa, ereditata dai suoi discendenti, fu affittata al regista Julien Duvivier durante le riprese di Don Camillo nel 1952. L'edificio, sviluppato su una pianta rettangolare, si eleva su due livelli principali fuori terra; all'interno l'androne passante dà accesso ai vari ambienti; il parco è piantumato con vari alberi secolari.[9]
Villa Dalla Rosa
Costruita nella prima metà del XIX secolo in adiacenza a un oratorio neoclassico eretto nel 1770, la villa, commissionata da Enrico Gambara, dopo alcuni anni fu venduta al notaio Parolini; alienata nel 1860 al marchese Giulio Dalla Rosa, fu in seguito modificata con la costruzione di due piccole ali laterali. L'edificio, sviluppato su una pianta rettangolare, si eleva su due livelli principali fuori terra, oltre al sottotetto; la simmetrica facciata presenta nel mezzo l'ampio portale d'ingresso, sormontato dal balconcino del primo piano; al centro del tetto si erge una piccola torre con finestre a serliana, coronata da un terrazzino balaustrato; dai prospetti laterali aggettano due modesti avancorpi, sormontati da terrazze; all'interno l'androne passante è coperto da una volta a botte, ornata con un motivo dipinto a rosoni; accanto alla cancellata si erge l'oratorio della Natività della Vergine Maria, con facciata tripartita da lesene a sostegno del frontone triangolare di coronamento; il parco è piantumato con alberi d'alto fusto.[10]
Villa Passerini
Costruita forse già nel XVII secolo quale casino di campagna, la villa fu alienata nel 1845 dalla famiglia Cortesi a Luigi Passerini, che la fece ristrutturare e decorare, per poi trasmetterla ai suoi discendenti. L'edificio, situato nei pressi della chiesa di San Giacomo Apostolo ma già nel territorio comunale di Collecchio, si sviluppa su una pianta quadrata e si eleva su due livelli principali fuori terra, oltre al sottotetto; la simmetrica facciata presenta nel mezzo l'ampio portale ad arco a tutto sesto, sormontato da un finestrone di forma analoga; all'interno l'androne passante è coronato da una volta a vela, così come alcune delle sale adiacenti, una delle quali è ornata nelle lunette con una serie di dipinti raffiguranti piccoli scudi, eseguiti da Giorgio Scherer.[10]