La yako o nogitsune (野狐? lett. "volpe di campo") nella mitologia e nel folklore giapponese è una volpe (kitsune) maligna e dispettosa, che si differenzia dalle benevoli zenko (善狐? lett. "volpi buone") per la sua natura maliziosa e malvagia. Come narra una leggenda di Kyūshū, essa avrebbe la capacità di possedere le persone, che quando entrano in tale stato sono chiamate yako-tsuki (野狐憑き?).
Caratteristiche
L'aspetto della yako è perlopiù sempre lo stesso nelle varie leggende, e si differenzia dalle volpi normali per i colori bianco e nero. È leggermente più grande di un topo e più piccola di un gatto.[2] Originariamente le leggende indicavano la yako come invisibile agli occhi.[3] A Hirado, nella Prefettura di Nagasaki, si narra che porti sempre dietro di sé una grande folla di volpi che cammina con lei, e così è nata la frase "compagnia di mille volpi-yako (ヤコの千匹連れ?, yako no senbiki ture)."[2]
Nelle prefetture di Nagasaki e Saga e in altre zone nel nord di Kyūshū, chi è posseduto da una yako mostra sintomi simili a quelli di una malattia.[4] Sull'Isola Iki, sono anche chiamati yakō e assomigliano a donnole. Si dice che quando una si nasconda sotto le ascelle di qualcuno, quella persona sarebbe divenuta uno yako-tsuki. Si narra che il contatto con la lingua di una yako provochi prima bruciature e tagli, poi il vaiolo ed infine la morte. Per liberarsi dal vaiolo di una nogitsune bisogna spargersi con le ceneri della corteccia di uno pterostyrax hispidus tagliata con una spada.[2][3]
Nel sud di Kyūshū, se una famiglia è posseduta da una yako, allora anche tutta la discendenza sarebbe composta da yako-tsuki e le nogitsune avrebbero successivamente posseduto anche i loro animali.[2] Ma si dice che una famiglia di yako-tsuki inciti le yako a possedere anche altre persone con cui si abbiano cattive relazioni. A Kiire, nella prefettura di Kagoshima, si dice che una persona posseduta da una nogitsune entri in uno stato simile al coma.[2]