Agente di polizia, guardia del corpo personale dell'imperatore Hailé Selassié, Abebe Bikila era nato nel villaggio di Jato in Etiopia. Divenne un eroe nazionale dopo aver vinto la medaglia d'oro nella maratona olimpica del 1960.
Ai Giochi della XVII Olimpiade, svoltisi a Roma, Bikila vinse la maratona correndo l'intera distanza senza scarpe per una precisa scelta tecnica concordata con il suo allenatore, lo svedese di origine finlandese Onni Niskanen. Bikila divenne il simbolo dell'Africa che si liberava dal colonialismo europeo.
Quattro anni dopo, Bikila si presentò alle Olimpiadi di Tokyo 1964 in condizioni di forma peggiori. Era stato operato di appendicite sei settimane prima della gara e non ebbe tempo sufficiente da dedicare agli allenamenti. Tuttavia, vinse nuovamente (gareggiando con le scarpe), stabilendo anche il miglior tempo mondiale sulla distanza. Bikila divenne il primo campione olimpico a bissare la vittoria nella maratona, impresa riuscita successivamente al tedesco orientale Waldemar Cierpinski e al kenyano Eliud Kipchoge.
Ai Giochi olimpici estivi del 1968, tenutisi a Città del Messico, Bikila subì le conseguenze dell'altitudine, degli infortuni e dell'età. Fu costretto a ritirarsi dalla gara prima della fine.
Nel 1969 Bikila stava guidando nei pressi di Addis Abeba quando ebbe un incidente, rimanendo paralizzato dalla vita in giù. Nonostante le cure e l'interesse internazionale, non riuscì più a camminare. Pur impossibilitato all'uso degli arti inferiori, non perse la forza di continuare a gareggiare: nel tiro con l'arco, nel tennistavolo e perfino in una gara di corsa di slitte (in Norvegia). Partecipò inoltre ai Giochi paralimpici di Heidelberg nel 1972 nel tiro con l'arco.
Morì l'anno successivo, all'età di 41 anni, per un'emorragia cerebrale, venendo poi sepolto nel cimitero parrocchiale di San Giuseppe ad Addis Abeba.
Omaggi e riconoscimenti
In suo onore è stato intitolato lo stadio nazionale di Addis Abeba. A testimonianza del grande significato simbolico delle imprese di Abebe Bikila, sulla sua lapide nel cimitero di Addis Abeba, dove è sepolto, le incisioni sono in tre lingue, amarico, italiano e giapponese.
In diverse scene del film Il maratoneta (The Marathon Man), di John Schlesinger, Dustin Hoffman osserva il video di Bikila che corre e taglia il traguardo dello stadio olimpico, mentre sue foto sono appese alla parete.
In suo onore si è costituito il comitato "Bikila 2010" per i festeggiamenti del cinquantenario dalla vittoria olimpica di Bikila a Roma 1960 mentre a Ladispoli, il 19 marzo 2010, è stato intitolato all'atleta un ponte pedonale. La città di Roma, il 10 settembre 2010, gli ha dedicato una targa in memoria del cinquantenario della vittoria, lungo il percorso olimpico di fronte all'ingresso del Palatino.
Il vincitore della maratona di Roma 2010, il connazionale Siraj Gena, per onorare i 50 anni dalla vittoria delle Olimpiadi del 1960, ha tagliato il traguardo senza scarpe (ottenendo peraltro un compenso di 5 000 € da parte di uno sponsor per questo gesto).[1]
L'8 novembre 2019 la Commissione Toponomastica del Comune di Roma ha deliberato l'intitolazione ad Abebe Bikila di una strada del quartiere Cecchignola, nel IX Municipio.[2]
Nell'estate del 2022 la via è stata intitolata, seppur con nessuna cerimonia e sono state poste le indicazioni. La strada collega via Laurentina a via di Tor Pagnotta.
Il 23 luglio 2023 l'Ambasciata d'Etiopia ha voluto apporre una targa commemorativa nella strada. Alla cerimonia, avvenuta in concomitanza con la conferenza internazionale sulle migrazioni tenutasi a Roma, ha presenziato il Primo Ministro d'Etiopia Abiy Ahmed.