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Aladdin Sane

Aladdin Sane
album in studio
ArtistaDavid Bowie
Pubblicazione13 aprile 1973
Durata40:47
Dischi1
Tracce10
GenereGlam rock[1]
Hard rock[2]
EtichettaRCA Records
ProduttoreKen Scott, David Bowie
ArrangiamentiDavid Bowie, Mick Ronson
RegistrazioneTrident Studios, Londra/RCA Studios, New York, 6 ottobre 1972–24 gennaio 1973
FormatiLP, MC, CD
CopertinaBrian Duffy
Certificazioni
Dischi d'oroFrancia (bandiera) Francia[3]
(vendite: 100 000+)
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti[4]
(vendite: 500 000+)
Dischi di platinoRegno Unito (bandiera) Regno Unito[5]
(vendite: 300 000+)
David Bowie - cronologia
Album precedente
(1973)
Album successivo
(1973)
Singoli
  1. The Jean Genie
    Pubblicato: 24 novembre 1972
  2. Drive-In Saturday
    Pubblicato: 6 aprile 1973
  3. Time/The Prettiest Star
    Pubblicato: 13 aprile 1973
  4. Let's Spend the Night Together/Lady Grinning Soul
    Pubblicato: luglio 1973
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
Ondarock[6]
AllMusic[7]
Piero Scaruffi[8]
Rolling Stone[9]
Sputnikmusic[10]
Robert Christgau[11]B+

Aladdin Sane è il sesto album in studio del cantautore inglese David Bowie, pubblicato nel 1973 dalla RCA Records e ristampato su compact disc per la prima volta nel 1984.

Con 4,6 milioni di copie vendute in tutto il mondo rappresenta uno dei maggiori successi commerciali del cantante, il primo a raggiungere la vetta della classifica nel Regno Unito e a entrare nella Top 20 negli Stati Uniti.[12]

Si trova al 279º posto nella lista dei 500 migliori album della rivista Rolling Stone,[13] al 230º posto in quella di NME e al 64º posto nella classifica dei 100 migliori album britannici di tutti i tempi del settimanale The Observer.[14]

Storia

Rappresenta l'ideale diario di viaggio di un europeo sbarcato negli Stati Uniti, una terra dalla quale Bowie era sempre stato affascinato. Le canzoni vennero scritte durante la parte americana dello Ziggy Stardust Tour 1972 e anche se per alcuni versi l'album rappresentava la continuazione dello stile e dei temi musicali e lirici del glam rock di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, il suono e lo stile risultarono meno organici del suo predecessore. Come ha scritto Stephen Thomas Erlewine di AllMusic, «in Aladdin Sane non c'è un sound o un tema distintivo che renda l'album coeso, è Bowie che viaggia sulla scia di Ziggy Stardust, il che significa che c'è una grande quantità di materiale classico ma l'album non è abbastanza focalizzato per essere considerato un classico».[7]

La dimensione teatrale venne ulteriormente esplorata in tracce come Time e Cracked Actor, ma la vera novità fu probabilmente la dimensione extra-europea delle sonorità, da quelle latine di Panic in Detroit e Lady Grinning Soul al doo-wop anni cinquanta di The Prettiest Star e Drive in Saturday, che insieme al jazz d'avanguardia della title track, dominata dalle evoluzioni pianistiche del pianoforte di Mike Garson, restituirono suggestioni del mondo d'oltreoceano. Da un certo punto di vista Aladdin Sane celebrò il requiem del periodo glam di Bowie, che iniziò ad andare alla ricerca di nuove sfide, sbarazzandosi del suo alter ego Ziggy/Aladdin facendolo "morire" sul palco nell'ultimo concerto dell'Aladdin Sane Tour e sciogliendo gli Spiders from Mars.[6]

Dal punto di vista concettuale, il tema di fondo di almeno una parte dell'album riguardò la definizione di sanità mentale e il concetto di apprendimento su come affrontare le difficoltà. Come suggerisce James Perone in The Words and Music of David Bowie, se le canzoni di Ziggy Stardust si occupavano di come far fronte alla celebrità e alle gelosie professionali, di come affrontare la realtà della vita per i giovani, molte delle tracce di Aladdin Sane riguardarono il modo di affrontare il proprio stato psicologico.[15] I testi parlano di eccessi, di stelle in declino e di sesso comprato, di party senza fine, di droga e alcool, un mondo di lustrini, di luci e ombre dove finzione e realtà si confondono. L'aspirante rockstar che immaginava cosa volesse dire essere famosi lascia il posto allo specchio in cui si riflette l'immagine di chi quel successo l'aveva raggiunto.[senza fonte]

Ispirazioni e influenze

«Era Ziggy che incontrava la celebrità... un soggettivo Ziggy che parlava dell'America, la mia interpretazione di quello che l'America significa per me.»

Aladdin Sane contiene una serie di composizioni originate dalle impressioni di viaggio di Bowie negli Stati Uniti, un percorso fatto in treno e in bus Greyhound nell'autunno 1972, e l'idea del diario di uno straniero in America fu enfatizzata dalla scelta di associare una città ad ogni traccia, ad eccezione di Let's Spend the Night Together:[17] da New York (Watch That Man) a Seattle-Phoenix (Drive-In Saturday), Detroit (Panic in Detroit), Los Angeles (Cracked Actor), New Orleans (Time) e ancora Detroit e New York (The Jean Genie). A queste furono aggiunte la RHMS Ellinis (la title track), la nave che riportò a casa David alla fine dell'anno, Londra (Lady Grinning Soul) e, più specificatamente, Gloucester Road (The Prettiest Star).

L'influenza sull'album da parte dei Rolling Stones emerge in alcune sonorità, nei riferimenti e nelle citazioni.

«Aladdin Sane era da una parte un'estensione di Ziggy», spiego Bowie, «d'altro canto era più soggettivo, Aladdin Sane era la mia idea dell'America rock 'n' roll. Ero coinvolto in quel grande circuito di concerti e non mi piaceva molto. Perciò inevitabilmente la mia scrittura rifletteva il tipo di schizofrenia che attraversavo. Volevo essere sul palco a cantare le mie canzoni, ma nello stesso tempo non volevo stare su quegli autobus con tutta quella gente strana. Dal momento che sono fondamentalmente una persona tranquilla era difficile venirne a capo. Così Aladdin Sane era diviso a metà».[17]

Il concetto di "Ziggy in America" pone l'accento sull'anima rock'n'roll che pervade l'album e sui testi, in cui la realtà d'oltreoceano è raccontata attraverso racconti futuristi (Drive In Saturday, Panic In Detroit), parodistici (Cracked Actor, Watch That Man) ma anche sognanti e malinconici (The Prettiest Star, Lady Grinning Soul). Tra immagini di vite degenerate, violenza, tossicomani e gangster eroinomani affiora una nostalgia per il rock 'n' roll anni cinquanta e l'età d'oro di Hollywood e per alcuni aspetti l'album raffinò i temi già presenti in quelli precedenti: religione, scienza e fantascienza e la degradazione della vita umana nel vuoto spirituale.[17]

La velocità di sviluppo dell'album e l'"americanismo" nella scrittura di Bowie conferirono a Aladdin Sane un taglio più duro. «Volevamo farlo molto più ruvido», ha detto in seguito il produttore Ken Scott. «Anche Ziggy era rock 'n' roll, ma un rock più raffinato. David voleva che certi pezzi suonassero come i Rolling Stones ed il rock 'n' roll più rozzo».[17] L'impronta degli Stones sull'album è ampiamente presente, oltre che con la cover di Let's Spend the Night Together, con riferimenti a Mick Jagger (Drive-In Saturday) e Brown Sugar (Watch That Man), ispirata dalla cantante soul americana Claudia Lennear a cui Bowie aggiunse il suo contributo in Lady Grinning Soul.[17]

Il gioco di parole del titolo a un certo stadio della lavorazione del disco sembrava che dovesse essere il meno equivoco A Lad Insane (Un ragazzo folle).[17] Un titolo precedente e più criptico era Love Aladdin Vein, come spiegò il cantante a Disc & Music Echo: «L'album riguarda gli Stati Uniti... in origine mi sembrava che Love Aladdin Vein andasse bene, poi ho pensato "Forse non dovrei scriverli così facilmente", così l'ho cambiato. E poi "Vein", c'era la faccenda della droga, ma dopo tutto non è così universale».[17]

Registrazione

L'ingresso del pianista Mike Garson permette a Bowie di esplorare il jazz d'avanguardia.

Le sessioni cominciarono a New York il 6 ottobre 1972 con l'incisione di The Jean Genie e i primi di dicembre, terminata la parte americana dello Ziggy Stardust Tour, proseguirono con The Prettiest Star, Drive-In Saturday e Let's Spend the Night Together.[17] Le restanti tracce furono registrate il mese successivo a Londra, dopo il ritorno in patria, e si conclusero il 24 gennaio 1973 con Panic In Detroit.[18] Il giorno dopo David si imbarcò di nuovo per gli Stati Uniti per iniziare l'Aladdin Sane Tour e le ultime rifiniture dell'album furono aggiunte a New York.[17]

Bowie si occupò di nuovo della produzione insieme a Ken Scott, con l'assistenza di Mike Moran. Agli Spiders from Mars si aggiunsero nuovi musicisti che avrebbero partecipato anche al tour fino alla fine del 1973: i sassofonisti Ken Fordham e Brian "Bux" Wilshaw e soprattutto il pianista jazz Mike Garson, che dette un'impronta decisiva all'album come ha confermato in seguito Bowie: «Non ti verrebbe mai in mente di inserire un pianista d'avanguardia nel contesto di una formazione di puro rock 'n' roll, ma funzionò bene. Apportò una qualità di tessitura molto interessante, l'album non avrebbe avuto lo stesso feeling se non ci fosse stato Mike».[17]

Completarono la formazione le coriste Juanita "Honey" Franklin e Linda Lewis, che due anni dopo avrebbe ottenuto un grande successo con la cover di The Shoop Shoop Song (It's in His Kiss), oltre a Geoffrey Mac Cormack (citato nei crediti come G.A. MacCormack) alla prima di una lunga serie di collaborazioni con Bowie negli anni settanta.[17]

Le sessioni produssero diverse tracce non utilizzate tra cui All the Young Dudes, già pubblicata nel luglio 1972 dai Mott the Hoople, e la cosiddetta "Sax Version" di John, I'm Only Dancing, esclusa dall'album e pubblicata solo come 45 giri. Secondo alcune fonti sarebbe stato registrato anche un demo strumentale di circa 6 minuti intitolato Zion, che incorporava parti della title track e di quella che sarebbe poi diventata Sweet Thing (Reprise), anche se è probabile che la registrazione sia avvenuta qualche mese dopo, nel periodo di Pin Ups.[19]

Pubblicazione e accoglienza

«Aladdin Sane è probabilmente il disco dell'anno e un degno contributo alla più importante produzione musicale di questo decennio.»

L'album fu pubblicato il 13 aprile 1973, mentre il cantante era impegnato in Giappone con l'Aladdin Sane Tour, con 100 000 copie già prenotate che gli garantirono lo status di disco britannico più rapidamente venduto dai tempi dei Beatles.[21]

Dopo aver passato l'ultimo anno quasi ininterrottamente in tournée e contemporaneamente impegnato in lavori di composizione e produzione per i Mott the Hoople (All the Young Dudes), Lou Reed (Transformer) e gli Stooges (Raw Power), e dopo l'enorme successo di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, Bowie era ormai diventato una star e le aspettative per il nuovo disco erano ovviamente molto alte.

Sebbene molte delle recensioni fossero positive, soprattutto in patria non mancarono le critiche da parte della stampa musicale. «Togliete l'immagine di Bowie e non rimane nulla» scrisse Dave Laing su Let It Rock, «la sua roba mi ricorda sempre di più i Beatles prima che si sciogliessero, i ghirigori senza scopo di Abbey Road, quando non avevano nulla da dire e tutti i modi per farlo...»[22] Su Melody Maker l'album fu definito «superficialmente mozzafiato e fondamentalmente frustrante... c'è molto per abbagliare gli occhi e le orecchie, ma poco per muovere la mente o il cuore», evidenziando come i testi fossero intensi ma confusi e frammentari e i brani eseguiti con una brutale eleganza ma con la sensazione che non sarebbero stati ricordati a lungo.[23] Chi aveva sostenuto Bowie nei primi tempi era sconcertato nel constatare che il cantante era diventato l'idolo per adolescenti urlanti e le rubriche di corrispondenza delle riviste specializzate cominciarono a registrare lamentele a proposito della sua "svendita".[17]

Negli Stati Uniti Aladdin Sane ricevette un'accoglienza migliore da parte della stampa. La rivista Billboard lo definì una combinazione di "pura energia e rock esplosivo", elogiando soprattutto Watch That Man, The Jean Genie e Lady Grinning Soul e notando che «l'impatto sonoro è importantissimo e c'è molto impegno vocale ed esuberanza strumentale».[17] Su Rolling Stone, Ben Gerson sottopose l'album ad un'attenta analisi, pur basandosi molto sulla presunta omosessualità di David soprattutto a proposito di Cracked Actor e Let's Spend the Night Together, e concluse affermando che «grazie a melodie provocatorie, testi audaci, arrangiamenti e produzione magistrali» Bowie era ormai una stella di prima grandezza.[24]

Classifiche

Mentre per gli album precedenti, ad eccezione di Ziggy Stardust, il consenso unanime della stampa non aveva trovato un riscontro nelle vendite, nel caso di Aladdin Sane avvenne esattamente il contrario e nonostante la tiepida accoglienza nel Regno Unito l'album fece il suo ingresso in classifica direttamente al 1º posto, rimanendovi per cinque settimane.[25]

Si trattò di un successo senza precedenti per Bowie che oltre a raggiungere per la prima volta la vetta della classifica in patria, con 27 settimane di permanenza nella top ten, piazzò il disco al 4º posto nei Paesi Bassi, all'8º in Italia, al 7º in Australia e al 17º negli Stati Uniti, entrando per la prima volta nella Top 20.

Aladdin Sane è stato certificato disco d'oro nel 1981 dalla Syndicat national de l'édition phonographique in Francia, nel 1983 dalla RIAA negli Stati Uniti e nel 2013 dalla BPI nel Regno Unito,[3][4][26] dove si è riaffacciato in classifica in occasione di alcune riedizioni.[25] Nel 2016, dopo la morte di David Bowie l'album ha guadagnato nuova popolarità ed è tornato nella Official Albums Chart arrivando al 22º posto.[25]

Il 27 dicembre 2019 è stato certificato disco di platino nel Regno Unito.[5]

Paese Anno Posizione Classifica
Australia
1973
7
ARIA Albums Chart[27][28]
2016
33
Belgio
2013
162
Ultratop 200 Albums[29]
Francia
2003
89
Syndicat national de l'édition phonographique[30]
Italia
1973
8
Classifica Album[31][32]
2003
53
Norvegia
1973
11
VG-lista[33]
Paesi Bassi
1973
4
Dutch Top 40[34]
Regno Unito
1973
1
Official Albums Chart[25]
1983
49
1990
43
2003
53
2013
56
2016
22
Stati Uniti
1973
17
Billboard 200[35]

Copertina

Defries con Bowie nei primi anni settanta

La copertina riporta la foto del cantante a torso nudo, con gli occhi chiusi, i capelli e il volto diviso in due da una saetta rossa e blu mentre una lacrima gli scivola lungo la clavicola. Lo shooting per la copertina era diretto da Celia Philo[36]. Il fotografo Brian Duffy, presentato a David dal manager Tony Defries, credeva che il disegno del fulmine fosse stato ispirato al cantante da un anello appartenuto ad Elvis Presley, ma l'immagine aveva implicazioni più ampie e il trucco opera di Pierre La Roche rappresentava una deliberata espressione della personalità scissa del personaggio.[17]

Lo stesso Bowie ha ammesso che la lacrima fu invece un'idea di Duffy: «Ce l'ha messa in seguito, ho pensato che fosse una cosa piuttosto dolce».[37] Entusiasta del risultato, Defries insistette con la RCA per riprodurre la copertina con un inedito sistema a sette colori, un processo che non era possibile in quel periodo nel Regno Unito e che richiese l'intervento di un tipografo di Zurigo.[17]

In Italia, al fine di anticipare al massimo l'uscita dell'album la RCA decise di distribuire la prima tiratura con una copertina provvisoria completamente bianca con il nome dell'artista e dell'album. La copertina ufficiale fu distribuita successivamente e a chi aveva acquistato l'album fu permesso di richiederla gratuitamente nei negozi di dischi.[38]

Tracce

Testi e musiche di David Bowie, tranne dove diversamente indicato.

Lato A
  1. Watch That Man (New York) – 4:25
  2. Aladdin Sane (1913-1938-197?) (R.H.M.S. "Ellinis") – 5:06
  3. Drive-In Saturday (Seattle-Phoenix) – 4:33
  4. Panic in Detroit (Detroit) – 4:25
  5. Cracked Actor (Los Angeles) – 3:01
Lato B
  1. Time (New Orleans) – 5:15
  2. The Prettiest Star (Gloucester Road) – 3:31
  3. Let's Spend the Night Together – 3:10 (Jagger, Richards)
  4. The Jean Genie (Detroit and New York) – 4:07
  5. Lady Grinning Soul (London) – 3:54

Bonus disc della riedizione 2003

Testi e musiche di David Bowie.

  1. John, I'm Only Dancing (Sax Version, 1973) – 2:45
  2. The Jean Genie (Versione 45 giri, 1972) – 4:07
  3. Time (Versione 45 giri, 1973) – 3:43
  4. All the Young Dudes (Mono mix, 1972) – 4:12
  5. Changes (Live alla Boston Music Hall, 1º ottobre 1972) – 3:20
  6. The Supermen (Live alla Boston Music Hall, 1º ottobre 1972) – 2:42
  7. Life on Mars? (Live alla Boston Music Hall, 1º ottobre 1972) – 3:25
  8. John, I'm Only Dancing (Live alla Boston Music Hall, 1º ottobre 1972) – 2:40
  9. The Jean Genie (Live al Civic Auditorium di Santa Monica, 20 ottobre 1972) – 4:10
  10. Drive-In Saturday (Live al Public Auditorium di Cleveland, 25 novembre 1972) – 4:53

Formazione

Descrizione dei brani

Watch That Man

Lo stesso argomento in dettaglio: Watch That Man.

Uscito in Italia come lato B di Let's Spend the Night Together,[39] il brano che apre Aladdin Sane evidenzia un cambio di direzione rispetto all'album precedente. Alcune fonti sostengono che Watch That Man sia una sorta di omaggio a Mick Jagger mentre secondo un'altra teoria trarrebbe ispirazione dalla performance di David Johansen con i New York Dolls avvenuta nell'ottobre 1972 al Mercer Arts Center di Manhattan.[40]

Aladdin Sane (1913–1938–197?)

Lo stesso argomento in dettaglio: Aladdin Sane (brano musicale).

Descritta dal biografo David Buckley come la "canzone chiave" dell'album,[41] fu composta nel dicembre 1972 a bordo del Transatlantico RMHS Ellinis, durante il viaggio verso Londra dopo il primo tour negli Stati Uniti.[42] Come avrebbe dichiarato in seguito, si trattò di una conseguenza della «sensazione di catastrofe imminente che provai in America nel periodo del mio soggiorno in quel Paese».[42]

Drive-In Saturday

Lo stesso argomento in dettaglio: Drive-In Saturday.

Secondo singolo estratto dall'album e definito dal biografo David Buckley il migliore del periodo glam di Bowie insieme a Rebel Rebel,[43] non venne distribuito negli Stati Uniti a causa del rifiuto della divisione americana della RCA che gli preferì Time.[44] La canzone contiene molte citazioni, da Mick Jagger a Marc Bolan, da Carl Gustav Jung a Twiggy, la prima supermodella della Swinging London che sarebbe apparsa sulla copertina di Pin Ups.

Panic in Detroit

Lo stesso argomento in dettaglio: Panic in Detroit.

Lo stesso anno venne pubblicata in Giappone come lato B di Time e l'anno successivo come lato B di Knock on Wood e Rock 'n' Roll with Me, in una versione live registrata durante il Diamond Dogs Tour.[45][46][47] Bowie trasse ispirazione da una notte passata a New York con Iggy Pop, giunto in aereo da Los Angeles per assistere al concerto alla Carnegie Hall del 28 settembre e che gli raccontò le pittoresche imprese dei rivoluzionari di Detroit che aveva appreso durante l'infanzia.[48]

Cracked Actor

Lo stesso argomento in dettaglio: Cracked Actor.

«Un vivido e potente racconto di Hollywood, eroina e crudeltà sessuale», come scrisse Melody Maker il 19 aprile 1973,[49] il brano descrive il declino di un ex divo del cinema costretto a pagare per ottenere prestazioni sessuali, un ritratto decadente di droga e sesso a pagamento che Bowie scrisse durante il suo soggiorno a Los Angeles alla fine di ottobre del 1972.[50]

Time

Lo stesso argomento in dettaglio: Time (David Bowie).

Scelta come singolo per il mercato statunitense al posto di Drive-In Saturday, venne distribuita in una versione notevolmente ridotta rispetto a quella presente nell'album.[44] Definita «un po' Brecht/Weill e un po' Brel» da Ben Gerson di Rolling Stone,[24] con questa canzone Bowie torna su un tema già affrontato nel recente passato, ovvero lo scorrere inesorabile del tempo.[51]

The Prettiest Star

Lo stesso argomento in dettaglio: The Prettiest Star.

Una prima versione, degna di nota soprattutto per la presenza alla chitarra solista di Marc Bolan, era stata pubblicata come 45 giri il 6 marzo 1970, una vera e propria dichiarazione d'amore scritta per Mary Angela Barnett che sarebbe diventata sua moglie due settimane dopo.[52] La versione registrata per Aladdin Sane è caratterizzata da un accompagnamento vocale in stile "doo-wop" e da una sezione fiati da Hollywood anni cinquanta, oltre che da un sostanzioso assolo di chitarra di Mick Ronson.[53]

Let's Spend the Night Together

Lo stesso argomento in dettaglio: Let's Spend the Night Together (David Bowie).

La cover del brano dei Rolling Stones venne pubblicata su 45 giri ma non uscì nel Regno Unito.[54] Probabilmente non era stata concepita semplicemente come un omaggio a Jagger e Richards ma come un'estensione di Ziggy Stardust, un adattamento glam che con il testo aggiunto alla fine del brano suggerisce l'unione fisica di due ragazzi come un atto di sfida nei confronti dei loro genitori.[55]

The Jean Genie

Lo stesso argomento in dettaglio: The Jean Genie.

Primo singolo estratto dall'album, è una delle canzoni più famose di Bowie e una delle più eseguite nei concerti, oltre ad aver rappresentato il suo più notevole successo commerciale fino a quel momento. The Jean Genie venne riconosciuta da Bowie sin dall'inizio come una canzone ispirata alla figura di Iggy Pop,[56] mentre non ha mai ammesso che il più volte suggerito riferimento allo scrittore francese Jean Genet sia stato intenzionale.[56]

Lady Grinning Soul

Lo stesso argomento in dettaglio: Lady Grinning Soul.

L'ultima traccia è un omaggio alla cantante soul americana Claudia Lennear, già ispiratrice due anni prima di Brown Sugar dei Rolling Stones.[57] La performance vocale sommessa e profonda, secondo Ben Gerson di Rolling Stone «la più espansiva e sincera dell'album»,[24] chiude la successione di immagini violente e paranoiche di Aladdin Sane con una diffusa atmosfera di serenità e abbandono dei sensi.

Riedizioni

La prima edizione su compact disc è del 1984, anno in cui furono ripubblicati anche i dischi precedenti di Bowie che diventò così la prima rockstar ad avere l'intera produzione in formato digitale.[58]

Tra le varie riedizioni da ricordare quella rimasterizzata del 1990, l'unica della serie EMI/Rykodisc senza tracce bonus, e quella distribuita nel 2003 in occasione del 30º anniversario, con un bonus disc contenente dieci tracce.

Anno Formato Etichetta Paese Note
1984
CD
RCA Records Europa, USA
LP
Regno Unito Picture disc, edizione limitata
1990
CD
EMI/Rykodisc Europa, USA, Canada, Giappone Edizione rimasterizzata
LP
Rykodisc USA Edizione limitata
EMI Regno Unito, Italia, Brasile Edizione rimasterizzata
1999
CD
EMI/Virgin Europa, USA, Giappone, Australia Edizione limitata
LP 180g
EMI Regno Unito
2001
LP
Simply Vinyl Edizione rimasterizzata
2003
2xCD
EMI/Virgin Europa, USA Edizione rimasterizzata (30º anniversario)
2007
CD
EMI USA, Giappone Edizione rimasterizzata
2009
Giappone
2013
CD
EMI/Universal Europa, Brasile, Giappone
2014
Parlophone USA, Giappone
2015
Europa, USA, Argentina, Giappone, Australia
2016
LP
Europa

Note

  1. ^ Claudio Fabretti, David Bowie Il dandy che cadde sulla Terra, su ondarock.it, Ondarock. URL consultato il 24 giugno 2021.
  2. ^ Piero Scaruffi, David Bowie, su scaruffi.com. URL consultato il 3 giugno 2022.
  3. ^ a b (FR) Les Certifications depuis 1973, su infodisc.fr, InfoDisc. URL consultato il 21 aprile 2016. Selezionare "David BOWIE" e premere "OK".
  4. ^ a b (EN) David Bowie - Aladdin Sane – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 21 aprile 2016.
  5. ^ a b (EN) Aladdin Sane, su British Phonographic Industry. URL consultato il 5 gennaio 2020.
  6. ^ a b Recensione Ondarock, su ondarock.it, www.ondarock.it. URL consultato il 19 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2016).
  7. ^ a b Recensione AllMusic, su allmusic.com, www.allmusic.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  8. ^ Recensione Piero Scaruffi, su scaruffi.com, www.scaruffi.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  9. ^ Recensione Rolling Stone, su rollingstone.com, www.rollingstone.com. URL consultato il 19 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2013).
  10. ^ Recensione Sputnikmusic, su sputnikmusic.com, www.sputnikmusic.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  11. ^ Recensione Robert Christgau, su robertchristgau.com, www.robertchristgau.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  12. ^ David Bowie: Infomania, su theguardian.com, www.theguardian.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  13. ^ 500 Greatest Albums of All Time - Rolling Stone's definitive list of the 500 greatest albums of all time, su rollingstone.com, www.rollingstone.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  14. ^ David Bowie - Aladdin Sane, su acclaimedmusic.net, www.acclaimedmusic.net. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  15. ^ Perone (2007), p. 33.
  16. ^ Aladdin Sane 1973, su 5years.com, www.5years.com. URL consultato il 19 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2013).
  17. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Pegg (2002), pp. 268-269.
  18. ^ Panic, su bowiesongs.wordpress.com, www.bowiesongs.wordpress.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  19. ^ Pegg (2002), p. 238.
  20. ^ Aladdin Sane - Brainful of Bowie, by Charles Shaar Murray / NME 14th April 1973, su exploringdavidbowie.wordpress.com, www.exploringdavidbowie.wordpress.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  21. ^ Note di copertina di Aladdin Sane (30th Anniversary Edition), David Bowie, EMI, 724358312027, 2003.
  22. ^ Pegg (2002), p. 270.
  23. ^ Aladdin's lamp burns bright... but cold, by A.L. - Melody Maker (19 April 1973), su 5years.com, www.5years.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  24. ^ a b c David Bowie: Aladdin Sane - By Ben Gerson, July 19, 1973, su rollingstone.com, www.rollingstone.com. URL consultato il 19 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2021).
  25. ^ a b c d Official Albums Chart, su officialcharts.com, www.officialcharts.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  26. ^ (EN) Aladdin Sane, su British Phonographic Industry. URL consultato il 21 aprile 2016.
  27. ^ ARIA Albums Chart, su bowiedownunder.com, www.bowiedownunder.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  28. ^ ARIA Albums Chart, su australian-charts.com, www.australian-charts.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  29. ^ Ultratop 200 Albums, su ultratop.be, www.ultratop.be. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  30. ^ SNEP, su lescharts.com, www.lescharts.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  31. ^ Classifica italiana Album, su hitparadeitalia.it, www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  32. ^ Classifica italiana Album, su italiancharts.com, www.italiancharts.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  33. ^ VG-lista, su norwegiancharts.com, www.norwegiancharts.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  34. ^ Dutch Top 40, su dutchcharts.nl, www.dutchcharts.nl. URL consultato il 19 dicembre 2016.
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Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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