Partecipa alle più importanti esposizione del tempo, ricevendo numerosi premi a testimonianza del suo notevole talento nella pittura.
L'interesse per l'arte scema dopo il 1925, quando si ritira a vivere presso Cavaglio San Donnino e partecipa per l'ultima volta all'Esposizione di Brera.
1916, Esposizione di Brera con Le glorie del nonno;
1917, si aggiudica una medaglia d’oro all'Esposizione di Brera con La Violinista, seguita dalle affermazioni nei Premi Fumagalli e Gavazzi;
1920, si aggiudica una medaglia d’oro all'Esposizione di Brera con Solo amore e luce ha per confine[12]: nell'occasione, espone anche Ritratto del sig. ing. Cesa Bianchi.
1935, Esposizione di Brera con Letterina al Bambino Gesù, Libro Santo e Studio di testa[13].
Stile
Inizialmente dedito alla riproduzione di soggetti biblici e storici vicina al realismo lombardo di secondo Ottocento, nella sua maturità si dedica alla pittura di genere e alla ritrattistica.
A livello stilistico molto vicino alla corrente della Scapigliatura e al Simbolismo di Gaetano Previati, è peculiare il suo utilizzo esclusivo della spatola, senza rifiniture a pennello, con l'ottenimento di effetti di colori compatti e di smalto.
^Molte fonti citano come luoghi di nascita il paese bresciano di Chiari, dove in realtà si trasferisce da bambino con la famiglia e di morte l'abitato di Cavaglio, nel Verbano, dove ha trascorso gli ultimi anni di vita.
^Giuseppe Bertini, il grande maestro dell'Ottocento a Brera, Vincenzo Vicario, 1997, pp. 170
^Testa di fanciulla, su galleriagiannoni.it. URL consultato il 25 febbraio 2022.
Bibliografia
Mirella Poggialini Tominetti, Considerazioni sulla Mostra delle incisioni del secondo ottocento all'Ambrosiana, 1971, pp. 305-308, Vol. 16, Vita e Pensiero, Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano;
Riccardo Lonati, Dizionario dei pittori bresciani, 1980, Zanolli, Brescia;
Mauro Corradini, Il ‘900 clarense. Artisti clarensi della prima metà del '900, GAM Editrice, Chiari, 1994.