Il "Bari Football Club" (nome che ha sostituito quello precedente, Liberty, solo da alcuni mesi) deve ricominciare una nuova stagione in Prima Divisione, dopo aver sfiorato l'ingresso in massima serie (la Divisione Nazionale) nell'annata precedente. I commercianti baresi che gestiscono la società investono cospicue somme per il rafforzamento della rosa (anche con l'aiuto della federazione fascista), nel tentativo di facilitare la promozione.[2] Si punta molto anche sul "reuccio" Raffaele Costantino.[2]
A sorpresa, nella stagione '27-'28 viene inclusa nel girone meridionale di prima divisione la Fiorentina (alcuni giornali sostengono che tale iniziativa sia presa per facilitare la promozione ai toscani, giacché le formazioni meridionali sono considerate dalla critica meno forti di quelle settentrionali).[2]
Nelle prime sei giornate il Bari raccoglie cinque vittorie e un pareggio (quello esterno di Taranto, risultato di una gara combattuta).[2] In settima giornata (l'ultima d'andata) i biancoblu giocano a Firenze la prima trasferta di una formazione barese, a una distanza maggiore a quella di Roma.[2] La notte prima della partita, mentre dorme in albergo Costantino si lussa un braccio in un movimento scomposto e quindi non è disponibile contro i fiorentini,[3] che poi vincono siglando un rigore allo scadere. Comunque i biancoblu chiudono il girone d'andata a quota 11, con due punti di vantaggio sui toscani.[3]
Nella prima di ritorno a Foggia, Costantino è ancora indisponibile perché consegnato in caserma (il ragazzo è di leva al militare; inizialmente elude il turno ma a seguito di segnalazione dei foggiani viene prelevato dai superiori)[3] e il Bari perde per 1-2. Dopo la seconda sconfitta consecutiva i biancoblu sono stressati e demoralizzati;[3] vincono di misura il derby contro l'Ideale ma immeritatamente.[3] I nero-verdi volevano dedicare l'incontro al compagno Peppino Ugenti, scomparso qualche giorno prima.[3]
Le formazioni in campo sono: Bari FC - De Carli, Castellano, Minunno, Lella III, Brezzi, A. Lella, Bellomo, Costantino, Corengia, Piccinni, Rastelli; Ideale - Lodolo, Alboreto, Moretti, Spilotros, Plemich, Lamastra, Petrillo, Salonna, Coda, Chirico, Zito.[3]
Al termine della gara i giocatori delle due squadre baresi (rivali da diversi anni) si stringono la mano.[3] In seguito i biancoblu vincono due gare (questa volta il Taranto è battuto 3-0) e ne pareggiano una a Terni, prima dell'incontro al vertice con i gigliati all'ultima giornata. Già da qualche settimana i giornali parlano di una lotta per il primo posto ormai circoscritta a Bari e Fiorentina;[3] le due squadre affrontano l'incontro entrambe con 18 punti (in testa alla classifica)[3] ma i baresi dovrebbero recuperare la gara contro il Savoia. In occasione di Bari-Fiorentina si ha la prima prevendita di biglietti della storia.[3] Siamo al 15 gennaio 1928: sono passati esattamente vent'anni da quando Floriano Ludwig fondava il FBC Bari, in un modesto locale nei pressi della stazione centrale del capoluogo, assieme ad altri oriundi.[3]
Queste le formazioni delle due contendenti: Bari FC - De Carli, Castellano, Minunno, Lella III, Brezzi, Vescina, Costantino, Abriani, Corengia, Bellomo, Rastelli.
Fiorentina: Sernagiotto, Calzolari, Romeo, Pratoverde, Staccione, Salvatorini, Scazzola, Bernetti, Miconi, Bassi, Rivolo.[3]
Le due squadre giocano con ardore[3] ma alla fine prevale il Bari, che quindi stacca di due lunghezze i gigliati e ottiene una storica promozione in Divisione Nazionale. A partita terminata i tifosi baresi regalano ai giocatori toscani, goliardicamente, ceste di finocchi e limoni.[3] Una settimana dopo viene vinto a tavolino anche il recupero contro il Savoia.
Nascita dell'"US Bari" e sconfitta negli spareggi per il titolo
La sera del 27 febbraio 1928, nella sede della federazione fascista di Bari si riuniscono il podestàAraldo di Crollalanza, Raffaele Gorjux (per la stampa) e i proprietari di Bari e Ideale, convocati tutti dal segretario federale D'Addabbo. Lo stesso segretario, dopo aver disposto una discussione sull'unificazione dei programmi, ordina la fusione delle due società nell'Unione Sportiva Bari.[3] Dunque la fusione è inizialmente dettata per volere e secondo i programmi del regime (non solo nel caso del Bari).[3] Nell'ambiente dell'Ideale sono diversi i malumori per questa fusione ma col passare del tempo si ridurranno gradatamente.[3]
La nuova società calcistica prevede anche una rivoluzione dei quadri dirigenziali: Alfredo Atti, già presidente dell'Ideale lo è ora della nuova U. S. Bari; Franco Gallesi ne diventa direttore sportivo, Plemich allenatore.[3]
Con Plemich i biancoblu concludono il girone finale a quattro squadre, allo stesso punteggio delle altre tre (6 punti).[3] A Roma, nell'incontro d'eliminazione diretta sono sconfitti 0-2 dalla Pistoiese: il primo goal nasce da una palla mal trattenuta da De Carli,[3] il secondo da un'autorete di Lella III.[3]
«Finiva un'epoca (abbastanza pionieristica) per iniziarne un'altra, con maggiori impegni e con duri sacrifici.»
(Gianni Antonucci; Bari e il Bari, Mario Adda Editore, Bari, 2008. P. 58.)
Divise
Le divise per la stagione '27-'28 furono le seguenti:[4]
^Elenco dei giocatori italiani autorizzati a cambiare società nella prossima stagione, da «Il Littoriale», 16 agosto 1927
^Elenco dei giocatori italiani autorizzati a cambiare società nella prossima stagione, da «Paese Sportivo», 10 agosto 1927
^nella pagina 90 del testo "90 Bari" G. Antonucci sostiente (sulla base delle fonti a lui pervenute) che tale calciatore fosse stato acquistato dal Vigevano ma sulla scheda del campionato 1926-27 del sito bustocco.it, supportato da altre fonti si cita la sua presenza nella Pro Patria nell'anno precedente. In questo caso, in mancanza di dettagli più precisi sul movimento di mercato che ha portato al suo acquisto, il sito bustocco.it è ritenuto più credibile.
^Savoia storia e leggenda dall'Oncino al Giraud (Calvelli, Lucibelli, Schettino), dicembre 2000, Stampa Democratica '95 editore - pp. 65-68.