Boris Godunov (Puškin)
Il Boris Godunov (in russo Борис Годунов?, Borís Godunóv), il cui titolo completo è Drammatica istoria, commedia della vera calamità allo stato moscovita occorsa, dello zar Boris e di Griška Otrep'ev (Драматическая повесть, Комедия o настоящей беде Московскому государству, o царе Борисе и о Гришке Отрепьеве), è un dramma teatrale di Aleksandr Sergeevič Puškin, composto a Michajlovskoe, dove Puškin era esiliato, nel 1825[1], pubblicato integralmente nel 1831[1], ma approvato per una rappresentazione sui palcoscenici non prima del 1866 e rappresentato, largamente censurato, nel 1870. StoriaCon il dramma Boris Godunov l'intento di Puškin fu quello di dare alla letteratura russa un dramma nazionale, per liberarla dal dominio dello pseudoclassicismo. La realizzazione di questo intento richiedeva due elementi fondamentali: una nuova forma e un contenuto storicamente nazionale. Puškin risolse il problema della forma ispirandosi ai drammi storici di Shakespeare, oltre che alle antiche Cronache; il problema del contenuto fu risolto dalla lettura della Storia dello Stato russo di Karamzin, i cui primi otto volumi erano stati pubblicati nel 1818[1]. Scriverà lo stesso Puškin: «Lo studio di Shakespeare, di Karamzin e delle nostre antiche Cronache mi ha dato l'idea di rivestire di forme drammatiche una delle epoche più drammatiche della storia moderna. Shakespeare l'ho imitato nella libera e larga pittura dei caratteri, nella straordinaria costruzione dei tipi e nella semplicità; Karamzin l'ho seguito nel chiaro sviluppo degli avvenimenti; nelle Cronache infine mi sono sforzato di indovinare la forma dei pensieri e la lingua dell'epoca» Se la struttura formale del dramma teatrale ricalca la fisionomia e la forma delle tragedie shakespeariane, invece il soggetto dell'opera deriva dalla Storia dello Stato russo scritta da Karamzin, mentre per i contenuti l'autore si è ispirato alla vecchie Cronache russe per i costumi e la lingua parlata dell'epoca descritta.[2] Il soggetto riguarda Boris Godunov che regnò come Zar dal 1598 al 1605 nel periodo definito "epoca dei torbidi", regno contestato dalla ipotesi di un'usurpazione del potere da parte di Godunov ai danni del vero erede al trono. Questo pretesto innesca la campagna polacca contro la Russia, che si conclude con l'ascesa della dinastia dei Romanov. Lo scrittore aggiunse all'intreccio principale la storia d'amore del falso Dimitri e della polacca Marina. Il dramma consiste di 25 scene composte nello stile del Blank verse e porta in scena 63 personaggi. Di indubbio significato sia il tono spirituale-morale che governa le gesta sia la voce e l'anima del popolo, elementi di derivazione romantica. Neppure negli anni seguenti il Boris Godunov ricevette una prima rappresentazione nella sua forma originale. Modest Petrovič Musorgskij basò la sua famosa opera dal dramma rielaborando la struttura narrativa in base alle esigenze melodrammatiche, e durante gli anni trenta Vsevolod Meyerhold tentò di dirigerne una rappresentazione teatrale con musiche composte da Sergei Prokofiev ma abbandonò presto la produzione a causa di pressioni politiche, e tale soggetto rimase abbandonato per lungo tempo. La prima rappresentazione mondiale del dramma originale privo di censure è avvenuta il 12 aprile 2007 negli Stati Uniti d'America all'Università di Princeton nella traduzione integrale in lingua inglese. Questa produzione era basata sul progetto di Meyerhold e sulle musiche di Prokofiev, con ulteriori musiche aggiunte composte da Peter Westergaard. Da segnalare la versione televisiva del 1966 curata da Gerardo Guerrieri, con la regia di Giuliana Berlinguer e interpretata da alcuni dei migliori attori dell'epoca: Tino Carraro (Boris Godunov), Gino La Monica (Fëdor), Ludovica Modugno (Kseniâ), Turi Ferro (Pimen), Luigi Vannucchi (Otrep’ev), Bruno Cirino (Misail), Mario Feliciani (Principe Šujskij) e Andrea Checchi (Puškin)[3]. StrutturaBoris Godunov non è diviso in atti, ma in tre parti principali (il prologo, il nucleo e l'epilogo), divise in scene[1].
SceneSi riporta l'elenco delle scene riportate sul testo a stampa del dramma di Puškin[4]
CriticaPiù che la corrispondenza agli eventi storici (gli studi storici successivi hanno mostrato che la visione di Karamzin della personalità di Boris Godunov, almeno per quanto riguarda la sua colpa, non era del tutto giusta) nella tragedia di Puškin è di maggiore importanza la parte data al popolo e ad alcune personalità oltre a quella del protagonista (il falso Dmitrij, il boiaro Vasilij Sujskij, il monaco Pimen), e il tono religioso-morale che la sovrasta. Questi elementi sono senz'altro romantici, ma sono stati trattati da Puškin con una tendenza verso il realismo assente nelle tragedie romantiche russe di quel periodo. Ettore Lo Gatto considera la tragedia di Puškin una delle opere drammatiche più alte della letteratura russa «sia per il suo nucleo ideologico, sia per la perfetta realizzazione artistica del conflitto psicologico, sia per la compiutezza del quadro storico, sia infine per la perfetta fusione tra i caratteri rappresentati e il linguaggio che li rivela», per cui, oltre a rappresentare il momento centrale dell'evoluzione del teatro nazionale russo, rappresenta il momento della maggiore obbiettivazione dell'attività creatrice di Puškin[1]. Edizioni
TrasposizioniLa vicenda del dramma è alla base dell'opera lirica Boris Godunov di Modest Petrovič Musorgskij del 1869, modificata in una seconda versione nel 1874. Sono state realizzate inoltre quattro versioni cinematografiche:
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
|