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Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro

Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro
Cristo rappresentato con capelli lunghi e barba (tale iconografia si sarebbe poi imposta a partire da quest'epoca), affiancato da due apostoli in toga, fine IV sec..
Utilizzocatacomba
Stilepaleocristiano
Epocatardo antica
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneRoma
Amministrazione
EntePontificia Commissione di Archeologia Sacra
Visitabile
Sito webwww.santimarcellinoepietro.it/catacombe/
Mappa di localizzazione
Map

Le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro sono situate sulla via Casilina, al terzo miglio dell'antica via Labicana a Roma. Erano chiamate anche catacombe di Sant'Elena[1] o Catacombe di San Tiburzio.

Descrizione

Le catacombe nacquero all'incirca tra il 100 e il 200 d.C. L'accesso al cimitero sotterraneo è ubicato presso la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro ad Duas Lauros, che, insieme al mausoleo di Elena, ad una basilica, oggi interrata, e ai resti di un cimitero degli Equites singulares Augusti, forma un complesso denominato Ad duas lauros ("ai due allori"), probabilmente per la presenza di due alberi di alloro rinvenuti in questo sito.[2]

La zona faceva parte di un fondo imperiale di proprietà della Augusta Flavia Giulia Elena, come dimostra la notizia riportata nel Liber Pontificalis nella vita di San Silvestro (314-315) dove si parla della donazione di questa area da parte di Costantino e si indicano i confini del Fondum Laurentum (alterazione per Ad Duas Lauros) che si estendeva dalla Porta Sessoriana (Porta Maggiore) fino alla Via Latina e a sud fino a Monte Cavo.[3]

Si estendono per una superficie di 18.000 m². Si stima che, nel solo III secolo, accolsero più di 15.000 sepolture sotterranee a cui vanno aggiunte alcune migliaia in superficie. Nel 2006, grazie ad una scoperta fortuita, vennero alla luce nuovi ambienti inesplorati, alcuni contenenti affreschi, e una fossa comune con oltre 1.200 corpi di persone, a quanto pare di rango, il cui decesso appare pressoché simultaneo (testimoniato ad esempio dall'uso di medesimi incensi cerimoniali per molti dei corpi, tra i quali sandracca, franchincenso e ambra) e risalente alla seconda metà del II-inizi III secolo, forse in occasione di una epidemia di peste (probabilmente la cosiddetta "peste antonina")[4]. Si è ipotizzato che questi corpi, collocati in queste stanze ipogee anteriormente all'epoca delle sepolture cristiane, appartenessero a famiglie degli Equites singulares[5].

Dopo un'opera di restauro degli ambienti finanziata dalla Repubblica dell'Azerbaigian[6], dall'aprile 2014 le catacombe sono regolarmente visitabili, esclusivamente negli orari di visita[7].

Collegamenti

 È raggiungibile dalla stazione Berardi.

Metro C fermata Centocelle

Note

  1. ^ "Il cemeterio di S. Elena (...), che prese tale denominazione dall'averci avuto sepoltura la Madre del Gran Costantino, chiamossi pure di S. Tiburzio, e de' SS. Pietro, e Marcellino, posto nella via Labicana circa tre miglia fuori di Porta Maggiore, precisamente in quel sito, che ebbe nome presso gli Antichi inter duas Lauros. Il medesimo è uno de' più antichi secondo l'Aringhi, e gli altri illustratori de' Sacri Sotterranei di Roma, che pero non gli assegnano determinata epoca. Noi peraltro siamo di opinione, che appartenga al tempo della persecuzione di Diocleziano."
    Nicola Ratti, Storia di Genzano, con note e documenti, Roma: Nella Stamperia Salomoni, 1797, Cap. VII, pag. 66. [1].
  2. ^ Donatella Cerulli, Il giro delle sette chiese..., Edizioni Mediterranee, 1999, p. 109
  3. ^ Antonio Socci, I giorni della tempesta, ed. Rizzoli
  4. ^ L'Osservatore romano: Tutto è cominciato con un tubo rotto, su scribd.com. URL consultato l'11 aprile 2014.
  5. ^ Filmato audio (EN) Michael Scott, The Mystery of Rome's X Tomb, BBC, 31 ottobre 2015.
  6. ^ Catacombe Santi Marcellino e Pietro - finanziamento dell'Azerbaigian e riapertura nel 2013, su Ad Duas Lauros. URL consultato l'11 aprile 2014.
  7. ^ http://www.santimarcellinoepietro.it/catacombe/italiano/informazioni-prenotazioni/, in Sito ufficiale.

Bibliografia

  • R. Giuliani, Ad duas lauros, un exemple emblématique de christianisation, in Les dossier d'Archeologie, n. 330, Nov. - Dic. 2008, pp. 48–57

Voci correlate

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