I mercanti della Compagnia delle Indie Orientali olandesi (VOC), al comando di Jan van Riebeeck, furono i primi europei a fondare una colonia in Africa meridionale. L'insediamento del Capo venne costruito proprio da costoro nel 1652 e divenne ben presto una stazione di rifornimento per le navi dirette verso le Indie Orientali, nei loro viaggi tra i Paesi Bassi e Giacarta. La stazione di supporto divenne ben presto una vera e propria colonia con una comunità strutturata, grazie alla presenza dei cosiddetti afrikaner.
All'arrivo degli europei, l'area della colonia era abitata dai popoli San e Khoikhoi che avevano un'economia basata sulla pastorizia con una popolazione compresa tra i 13.000 ed i 15.000 abitanti.[1] I conflitti con i coloni europei e gli effetti del vaiolo decimarono il loro numero nel 1713 e nel 1755, sino a ridurli in schiavitù nelle mani dei coloni.[1]
I Khoikhoi locali non avevano né una forte organizzazione politica del loro stato né una base economica che andasse al di la dei loro singoli possedimenti, giungendo a barattare beni preziosi con cose di poco conto portate dagli olandesi, apprezzate unicamente per la loro stravaganza. I primi coloni olandesi stabilirono in loco delle tenute agricole per rifornire regolarmente la stazione commerciale del Capo e per fare ciò privarono i Khoikhoi dei loro territori. I conflitti portarono al consolidamento del dominio degli europei e alla totale sottomissione della società Khoikhoi ai nuovi arrivati. I successi militari portarono gli olandesi a divenire gli unici padroni nell'area già a partire dagli anni '70 del Seicento. Il popolo Khoikhoi divenne la principale riserva di lavoro dell'area.
Dopo che i primi coloni ebbero avuto modo di costituire la prima stazione commerciale della compagnia, alcuni coloni iniziarono a divenire dei pastori nomadi col nome collettivo di Trekboeren, lasciando così i terreni più ricchi (seppur limitati) della costa a favore dei tavolieri dell'interno del continente. Qui si trovavano ancora dei piccoli gruppi di allevatori di etnia Khoikhoi che erano sfuggiti alla colonizzazione e che faticosamente ancora resistevano all'avanzata degli europei. Dal Settecento, ad ogni modo, l'imposizione degli olandesi fece scomparire completamente lo stile di vita prettamente pastorale dei Khoikhoi.
Intanto a Città del Capo la società stava mutando rapidamente col sempre maggior numero di afrikaner che parlavano una nuova lingua, l'afrikaans, un linguaggio vernacolare che univa parole tratte dall'olandese e parole derivate dalla lingua locale, lingua spesso completamente incomprensibile per i coloni dei Paesi Bassi.
La conquista britannica
Nel 1795, la Francia occupò la Repubblica delle Sette Province dei Paesi Bassi, la madrepatria della Compagnia delle Indie Orientali olandese. Questo portò la Gran Bretagna ad occupare il territorio coloniale della Colonia del Capo nel 1795 per controllare meglio l'area (e la sua potenzialità a livello commerciale) ed ogni qualsiasi tentativo da parte dei rivoluzionari francesi di aprirsi una strada commerciale verso l'India. Gli inglesi mandarono sul posto una flotta di nove navi da guerra che ancorarono a Simon's Town e, dopo la sconfitta della milizia olandese nella Battaglia di Muizenberg, presero il controllo totale del territorio. La flotta della compagnia delle Indie Orientali olandesi trasferì i suoi territori alla Repubblica Batava (la repubblica rivoluzionaria stabilitasi nei Paesi Bassi) nel 1798, assieme alle proprie pretese sui territori coloniali occupati. Migliorando le relazioni tra Gran Bretagna e Francia napoleonica, ed il suo stato cliente della Repubblica Batava, gli inglesi dovettero cedere nuovamente la Colonia del Capo alla Repubblica Batava nel 1803 (sulla base delle disposizioni del Trattato di Amiens).
Nel 1806, la Città del Capo, ora nominalmente controllata dalla Repubblica Batava, venne nuovamente occupata dagli inglesi dopo la loro vittoria nella Battaglia di Blaauwberg. La pace temporanea tra Gran Bretagna e Francia napoleonica era infatti tracollata in aperta ostilità tra le due nazioni, e Napoleone riprese a rafforzare la sua influenza pesante sulla Repubblica Batava (che abolì in quello stesso anno, annettendone il territorio direttamente alla Francia). Gli inglesi speravano di riuscire a mantenere Napoleone fuori dalla colonia sudafricana come pure le rotte via mare per l'Oriente. Nel 1814 il governo olandese cedette formalmente la sovranità su Città del Capo ed il suo territorio coloniale agli inglesi, sulla base dei termini della Convenzione di Londra.
Divisioni amministrative
La Colonia del Capo olandese era divisa in quattro distretti:[2]
Comandanti e governatori della Colonia del Capo (1652–1806)
Il titolo ottenuto dal governo olandese dal fondatore della Colonia del Capo, Jan van Riebeeck, fu quello di "Comandante del Capo", posizione che egli mantenne dla 1652 al 1662. Durante la reggenza della carica da parte di Simon van der Stel, la colonia venne elevata al rango di governatorato e pertanto il suo reggente venne promosso alla posizione di "Governatore del Capo".
The Migrant Farmer in the History of the Cape Colony. P.J. Van Der Merwe, Roger B. Beck. Ohio University Press. 1 January 1995. 333 pages. ISBN 0-8214-1090-3.
History of the Boers in South Africa; Or, the Wanderings and Wars of the Emigrant Farmers from Their Leaving the Cape Colony to the Acknowledgment of Their Independence by Great Britain. George McCall Theal. Greenwood Press. 28 February 1970. 392 pages. ISBN 0-8371-1661-9.
Status and Respectability in the Cape Colony, 1750–1870 : A Tragedy of Manners. Robert Ross, David Anderson. Cambridge University Press. 1 July 1999. 220 pages. ISBN 0-521-62122-4.