CratoneApprofondimento
Il termine è stato proposto dal geologo tedesco L. Kobel nel 1921 come kratogen (dal greco κράτος = forza) per riferirsi alle piattaforme continentali stabili, in contrapposizione a orogen (dal greco ὄρος = montagna) riferito alle cinture orogenetiche. I cratoni (dal greco kràtos - robusto, rigido) sono le parti più rigide, antiche e stabili della crosta continentale. Un cratone rappresenta un'ampia area geologica che per centinaia di milioni di anni non ha subito grandi modificazioni geologiche (sconvolgimenti tettonici, ripiegamenti,...) e che è sopravvissuta alla "fusione" e separazione di continenti e supercontinenti per almeno 500 milioni di anni. I cratoni, rigidi e stabili, si contrappongono agli "orogeni", instabili e deformabili, dove si originano le catene montuose. I cratoni si trovano generalmente all'interno dei continenti e sono composti da una crosta di rocce ignee sialiche come il granito, collegata a una sezione del mantello superiore. La litosfera nelle aree cratoniche può estendersi in profondità da 150 a 320 km.[1] In ogni cratone lo scudo è l'area di affioramento del basamento cristallino, mentre il tavolato o piattaforma, è la parte dove al basamento sono sovrapposte rocce sedimentarie più recenti. Nella letteratura geologica il termine cratone è a volte usato, in maniera un po' ambigua, come sinonimo di scudo. SuddivisioniI cratoni sono suddivisi geograficamente in province, ognuna delle quali è definita come Arcona, Protona, Tectona in relazione all'età geologica:
I cratoni più antichi rivestono grande interesse per le compagnie minerarie, in quanto vi si possono trovare preziosi depositi di minerali e diamanti. LocalizzazioniAlcuni cratoni, elencati per placca tettonica, includono: Placca sudamericana
Placca nordamericana
Placca eurasiatica
Placca indo-australiana
Placca antartica
Placca africana
Placca araba
Note
Bibliografia
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