Crotali
I cròtali (al singolare crotalo[1]), talvolta chiamati anche piatti antichi, sono strumenti a percussione idiofoni a suono determinato, consistenti in piccoli dischi di metallo. Ognuno di questi misura da 6 a 12 cm in diametro con una superficie piatta in cima e una base che gli permette di oscillare e vibrare liberamente. Sono comunemente suonati percuotendoli con appositi martelletti duri, ma possono essere usati martelli morbidi o essere percossi fra di loro come per i cimbalini a dita. Non raro è l'uso di un archetto, solitamente di violoncello o di contrabbasso, che permette di produrre un suono misterioso e penetrante. In generale il loro suono è paragonabile a quello del glockenspiel.[2] I crotali esistevano già in alcune civiltà preistoriche: il Museo nazionale d'Irlanda espone molti esemplari di queste percussioni risalenti alla fine dell'Età del Bronzo (1200-800 a.C.).[3] I crotali moderni sono ordinati in base all'intonazione ed i loro set possono spaziare cromaticamente fino a due ottave. Più spesso però sono disponibili in set da una sola ottava, che esclude normalmente il registro grave.[2] Uno dei primi utilizzi di questo strumento nel repertorio orchestrale è nel Roméo et Juliette di Hector Berlioz. Un altro pezzo classico orchestrale che ne richiede l'uso è Prélude à l'après-midi d'un faune di Claude Debussy. Nella composizione di musica da camera From Me Flows What You Call Time di Tōru Takemitsu, i crotali hanno un ruolo preminente.[senza fonte] Usi nella musica rock
Note
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