Ferdinando II, che avrebbe voluto impadronirsi della Castiglia, passò quasi tutto il suo primo anno di regno a combattere contro suo fratello Sancho III. I due fratelli si riunirono a Sahagun nel 1158 e risolsero pacificamente le controversie territoriali, accordandosi sui dettagli della spartizione del regno paterno.
Nel 1158, alla morte prematura del fratello Sancho, gli succedette il figlioletto di tre anni, Alfonso VIII. Sul giovanissimo re si scatenarono le brame dei monarchi cristiani confinanti con la Castiglia e dei nobili castigliani aspiranti alla carica di tutore.
I nobili di Castiglia e molti avventurieri e mercenari si raccolsero attorno alle due grandi famiglie rivali: la famiglia Lara e la famiglia Castro. E Ferdinando II che aveva cercato inutilmente di essere nominato tutore del nipote, entrò a far parte del consiglio di reggenza[1].
Poco dopo i problemi di frontiera con la Castiglia ripresero e, nel 1164, ebbe un incontro a Soria, con la famiglia Lara, che rappresentava Alfonso, e fu stabilita una tregua, che gli permise di rivolgere le armi contro gli Almohadi e conquistò le città di Alcántara e di Alburquerque.
Nello stesso anno (1164), Ferdinando II sconfisse il re del Portogallo, Alfonso I, che l'anno prima (1163) aveva occupato Salamanca per rappresaglia al ripopolamento della zona fatto dal re del León.
Nel 1168, Alfonso I interpretò come una minaccia al suo regno il fatto che il genero Ferdinando II stava ripopolando la zona di Ciudad Rodrigo; attaccò allora la Galizia occupando Tui e il territorio di Xinzo de Limia, già feudi di sua madre; nello stesso tempo, in al-Andalus, stava assediando il castello di Badajoz, dopo che la città era caduta; l'aver diviso le forze favori il contrattacco di Ferdinando II, che respinse i portoghesi fuori dalla Galizia e si precipitò a Badajoz; quando Alfonso vide arrivare i leonesi capì che la partita era persa e si diede alla fuga, a cavallo, durante la quale attraversando una porta della città si impigliò con la coscia i due ferri sporgenti, si ruppe una gamba e fu fatto prigioniero; Alfonso I, per riottenere la libertà, offrì al genero il suo regno, ma Ferdinando, che già si era premurato di mettergli a disposizione i migliori medici leonesi, gli rispose:«Restituisci ciò che mi hai tolto e riprenditi il tuo regno.»
Alfonso accettò, offrì al genero una grossa somma in oro, e riottenne la libertà (1169). Infine, nella pace siglata a Pontevedra, nel 1170, Alfonso I restituì a Ferdinando II venticinque castelli, incluse le città di Cáceres, Badajoz, Trujillo, Santa Cruz e Montánchez, che in precedenza aveva sottratto al regno di León.
Sistemata così la frontiera leonese-portoghese, sempre nello stesso anno (1170), quando i Mori assediarono la città portoghese di Santarém, Ferdinando II corse in aiuto del suocero e riuscì a liberare la città.
Sempre nel 1170, poco dopo aver ottenuto la città di Caceres, Ferdinando II creò la Fratellanza dei cavalieri di Caceres (hermandad de freiles de Cáceres)[1], che, poco dopo, quando l'arcivescovo di Santiago di Compostela, entrò a far parte dell'ordine e donò lo stendardo di San Giacomo, Ferdinando II trasformò nell'Ordine di Santiago o Ordine di San Giacomo di Compostela[1], un ordine religioso-militare, che aveva lo scopo di proteggere i Pellegrini che desideravano visitare la tomba dell'apostolo san Giacomo nella cattedrale di Compostela.
L'ordine che ricevette la conferma papale[1], nel 1175, ebbe sede dapprima a Cáceres e poi a Uclés.
Poco prima, tra il 1171 e il 1172, lo stesso papa Alessandro III, considerati i coniugi Ferdinando ed Urraca parenti di terzo grado poiché erano nipoti delle sorellastre Urraca di Castiglia e Teresa di León, figlie di Alfonso VI di Castiglia, li obbligò a separarsi[1] minacciandoli con la censura ecclesiastica. Ferdinando lasciò Urraca con una grande pena, ma poco dopo, tra il 1172 ed il 1173, si risposò[1] con Teresa Núñez de Lara, figlia del conte Nuño de Lara.
Nel 1178, riprese la guerra contro la Castiglia e Ferdinando, sorprendendo il nipote Alfonso VIII, occupò Castrojeriz e Dueñas, sinché non arrivarono in suo aiuto le truppe portoghesi, inviate dal loro re Alfonso I. I problemi furono risolti definitivamente nel 1180, con la pace di Tordesillas.
Nello stesso anno (1180), la moglie Teresa morì dando alla luce il loro secondo figlio.
L'Emiroalmoravide, Abū Ya‘qūb Yūsuf, dopo alcuni vani tentativi, nel 1184, invase il Portogallo con un esercito reclutato in Nordafrica e, nel mese di maggio, assediò, a Santarém, il re, Alfonso I; il figlio di Alfonso, Sancho, che comandava l'esercito portoghese, a stento, riusciva a tenere a bada gli assedianti, quando arrivarono in loro aiuto, prima, a giugno, 20 000 uomini inviati dall'arcivescovo di Santiago di Compostela, e poi, a luglio, l'esercito leonese dell'ex genero Ferdinando II, che ruppero l'assedio.
Ferdinando ebbe un figlio da Urraca del Portogallo, due figli da Teresa e tre da Urraca López; ebbe inoltre un figlio illegittimo da un'amante di cui non si conosce il nome.[1][2][6]
García Fernández (circa 1181-1184), nato prima del matrimonio
Alfonso Fernández (circa 1184-1188), nato prima del matrimonio
Sancho di León (circa 1188-1220), signore di Monteagudo e Aguilar e alfiere del fratellastro Alfonso IX, sposò, nel 1204 circa, Teresa Diaz de Haro da cui ebbe tre figli:
^Gli Annales Compostellani o Cronaca compostellana sono Annali scritti ne La Rioja, ma ritrovati a Santiago di Compostela, inerenti al periodo che va dalla dominazione romana alla riconquista di Siviglia, del 1248, della storia della Castiglia, del León, delle Asturie e della Navarra.
^Gli Annali toledani sono una serie di annali, raccolto in tre parti riguardanti il regno di Toledo, il primo narra il periodo che inizia con la creazione della Contea di Castiglia, sino al 1219, il secondo termina con il 1250 e il terzo arriva sino al secolo XIV.