Nato a Siena da Ranuccio Bandinelli[1], si addottorò a Bologna in diritto canonico. Contrariamente a quanto sostenuto a lungo dalla storiografia, magister Rolandus, canonista bolognese, non è più identificabile con Rolando Bandinelli[2].
conclave del 1159, che diede luogo ad una duplice elezione: quella dello stesso Bandinelli che prese il nome di Alessandro III, e quella del cardinale Ottaviano de' Monticelli, che prese il nome di Vittore IV, considerato poi antipapa.
Il pontificato
Contrapposizione con tre antipapi
Il 7 settembre 1159 i cardinali elettori riuniti in conclave lo scelsero a grande maggioranza come successore di papa Adriano IV; una minoranza dei cardinali invece elesse il cardinale Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani, che assunse il nome di Vittore IV.
Cacciato dalla città di Roma, che desiderava essere un comune libero, Alessandro III fuggì nel basso Lazio. La sua consacrazione avvenne nel 1160 a Ninfa, città posta al confine con il Regno di Sicilia (istituito nel 1130 da Ruggero II d'Altavilla). Dopo aver comunicato la sua consacrazione alle diocesi principali, lanciò la scomunica contro l'imperatore e Vittore IV[5]. Successivamente si trasferì in Francia, dove visse dal 1162 fino al 23 novembre 1165; si rifugiò per un periodo sull'Isola Gallinara di Albenga, dove venne protetto dai monaci benedettini che lì avevano una sede, per questo successivamente diede al monastero l'autonomia e lo mise sotto la protezione della Santa Sede[6]. Nel 1167 fu di nuovo in Italia, dapprima a Gaeta, poi a Benevento, Anagni e infine Venezia.
Vittore IV antipapa, e i suoi successori Pasquale III (1164-1168) e Callisto III (1168-1178), godevano dell'appoggio imperiale. Alessandro si alleò con i Comuni, in lotta contro Federico Barbarossa, perché questi, disubbidendo agli accordi di Worms (1122), mirava ad una politica di intervento e di predominio anche sulla Chiesa.
La battaglia di Legnano (1176) segnò la definitiva sconfitta dell'imperatore tedesco. Con la Pace di Venezia del 1177 Federico si riconciliò con il papa. L'imperatore si sottomise al volere di Alessandro III e promise di riconoscere il trattato di Worms, per quanto concerneva i rapporti tra Impero e Papato. Come contropartita, il pontefice gli revocò la scomunica.
Dopo la pace di Venezia Alessandro III riconosce l'indipendenza della Repubblica di Ancona (Comunitas Anconæ), che aveva con tanta tenacia resistito al Barbarossa nel 1173; la città in cambio riconobbe al papa il diritto alla riscossione di un censo annuo. Il 12 marzo 1178 Alessandro ritornò finalmente a Roma.
Governo della Chiesa e relazioni con i regni cristiani
Nel marzo 1179 Alessandro tenne il terzo concilio Laterano, enumerato dalla Chiesa come l'undicesimo concilio ecumenico. I suoi atti accolgono diverse delle proposte del Papa per il miglioramento delle condizioni della Chiesa, tra di esse la norma - tuttora in vigore - che richiede che nessuno possa essere eletto papa senza il voto di almeno due terzi dei cardinali. Questo decreto istituì per la prima volta dall'età antica una vera e propria elezione secondo il principio di maggioranza, invece delle acclamazioni che avevano determinato fino allora l'accesso al trono di papi, re ed imperatori[7].
Questo sinodo segna il vertice del potere di Alessandro. Oltre a mettere in scacco il Barbarossa (ripetendo l'episodio di Canossa), egli umiliò Enrico II d'Inghilterra sul caso di Tommaso Becket, confermò l'indipendenza del regno del Portogallo sotto il sovrano Alfonso I del Portogallo mediante la bolla Manifestis Probatum del 1179 (con la quale venivano confermati i termini del trattato di Zamora del 1143) e, durante gli anni dell'esilio, godette del favore e della protezione di Luigi VII di Francia. Pose inoltre fuorilegge gli albigesi.
Nel 1181 Alessandro scomunicò Guglielmo I di Scozia e pose il suo regno sotto interdetto. Fu promotore, tra l'altro, della superiorità dell'autorità papale sull'intera cristianità e sullo stesso imperatore ('plenitudo potestatis'); linea già adottata, in passato, da Gregorio VII.
Altri decreti
Nel 1170 Alessandro III decretò che fosse scomunicato chi non avesse pagato la decima in anticipo nei territori del Patrimonium Sancti Petri. La decima riguardava ad esempio i mulini, le valli da pesca, il fieno, la lana, le api e doveva essere pagata prima del ricavo derivante dalla vendita del prodotto[8].
Deposizione dell'antipapa Innocenzo III
Nel 1179, poco dopo la chiusura del concilio Lateranense, la repubblica romana costrinse Alessandro a lasciare la città, nella quale non fece più ritorno; e il 29 settembre 1179, alcuni nobili insediarono l'antipapa Innocenzo III. Tramite un uso accorto delle sue enormi ricchezze, comunque, Alessandro riuscì a tenerlo in suo potere, tanto che ne ottenne la deposizione nel 1180.
^Il cardinale Bosone, suo primo biografo, non fa alcuna menzione sulla famiglia di appartenenza di papa Alessandro III. Ma quattro secoli dopo, Alfonso Chacón detto "Ciacconio" scrive della sua appartenenza alla nobile famiglia senese dei Bandinelli, che poi fu detta "Paparona" ("Paparoni") come richiamo al papa di Roma.
^Stanisław Cierkowski, La parentela legale nel Decreto di Graziano, in (idem) L'impedimento di parentela legale, Libreria biblica gregoriana, 2006.
^ Primo Embriaco, Vescovi e Signori, la chiesa albenganese dal declino dell'autorità regia all'egemonia genovese (secoli XI-XIII), Savona, Marco Sabatelli Editore, 2004.
^(EN) Christopher Brooke, The Saxon and Norman Kings, s.l., Fontana/Collins, 1967 [1963], p. 32.
^Achille Mauri, Biblioteca enciclopedica italiana volume XXVII pagina 366, per N.Bettoni, 1833.
«Ed in decorso di tempo Alessandro III determinò intorno l'anno 1170 che si procedesse con scomuniche per far pagare interamente le Decime de' molini, peschiere, fieno, lana, e delle api; e che la decima fosse d'ogni cosa pagata prima, che fossero detratte le spese fatte nel raccogliere li frutti»
Federico A. Rossi di Marignano, Federico Barbarossa e Beatrice di Borgogna, Oscar Mondadori 2009.
Manrico Punzo, Storia minima della fondazione di Alessandria - Papa Alessandro III / Federico Barbarossa - I due grandi rivali, in "Nuova Alexandria" Anno III N°10, Alessandria, Ugo Boccassi Editore, 1997
Luca Fusai, Mille anni di storia attraverso le vicende della famiglia Cerretani Bandinelli Paparoni, ETS Editore, 2010