Flotta della Marina MilitareLa flotta della Marina Militare è il complesso delle diverse unità appartenenti alla Marina Militare. Esse sono divise in unità di squadra, inquadrate nella Squadra navale alle dipendenze del CINCNAV, ed unità dipartimentali, a disposizione dei vari dipartimenti.[1] ClassificazioneNavi militari e navi da guerra1. Sono navi militari quelle che hanno i seguenti requisiti:
2. Per "nave da guerra" si intende una nave che appartiene alle forze armate di uno Stato, che porta i segni distintivi esteriori delle navi militari della sua nazionalità ed è posta sotto il comando di un ufficiale di marina al servizio dello Stato e iscritto nell'apposito ruolo degli ufficiali o in documento equipollente, il cui equipaggio è sottoposto alle regole della disciplina militare[2]. 3. La nave da guerra costituisce una parte del territorio dello Stato. Navi armate e navi in disponibilitàLe navi, secondo le loro condizioni nei riguardi degli effettivi del personale e dell'efficienza del materiale, si distinguono nel modo seguente:
Assegnazione delle unità navaliLa costituzione delle forze navali armate e del naviglio in disponibilità, l'assegnazione ai servizi costieri e al naviglio sussidiario, è stabilita dal capo di stato maggiore della Marina Militare. Radiazione dal ruolo del naviglio militareSono radiate dai ruoli del naviglio militare, le unità che, iscritte con decreto del Ministro della difesa nel ruolo del naviglio militare dello Stato all'atto della consegna, a giudizio del Ministro della difesa, sentito il parere del Capo di stato maggiore della Marina Militare, non possono più rendere utili servizi in rapporto alla spesa di manutenzione e di esercizio. Le navi radiate possono essere temporaneamente impiegate come navi caserme, o per servizi non bellici. Requisizione del naviglio mercantileIn caso di guerra o di grave crisi internazionale, può essere disposta la requisizione delle navi nazionali, ovunque esse siano, e dei galleggianti che si trovino nelle acque territoriali dello Stato. La requisizione può avere per oggetto la proprietà della nave o del galleggiante, da parte dello Stato, oppure l'uso temporaneo della nave o del galleggiante, con o senza equipaggio, o con una parte di questo. La requisizione può essere fatta in proprietà quando per la durata, per lo scopo cui è preordinata ovvero per la natura della cosa, l'amministrazione ravvisi una sua maggiore convenienza economica. La requisizione può avere a oggetto la prestazione di trasporto obbligatorio su una nave o su un galleggiante determinato, non requisito, di un carico che ne importi la parziale utilizzazione. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha facoltà di disporre, con proprio decreto, sulle navi o galleggianti non requisiti, l'assoluta precedenza al trasporto di uomini, quadrupedi e materiali, per esigenze delle amministrazioni dello Stato, sui percorsi che dette navi o galleggianti compiono per effetto del loro normale impiego. Denominazione ufficiale delle unità navaliPer lunga tradizione, tutte le navi della flotta della Marina Militare italiana vengono denominate ufficialmente usando il termine "Nave" (maiuscolo e non preceduto da articolo) seguito dal nome dell'unità (ad esempio, "Nave Garibaldi"), oppure in forma abbreviata usando il solo nome dell'unità preceduto sempre dall'articolo maschile ("il Garibaldi")[3]; quando il nome della nave è preceduto dal tipo di imbarcazione, si è comunque soliti impiegare l'articolo femminile qualora il tipo sia di genere grammaticale femminile ("la portaerei Garibaldi"). Nel linguaggio comune, e nei mezzi di informazione non strettamente collegati alla Marina Militare, è invece maggiormente diffuso l'uso di riferirsi alle navi militari italiane sempre con il genere grammaticale riferito al tipo di imbarcazione in questione, impiegando l'articolo ora maschile ora femminile quando si cita la nave con il solo nome (dando così per sottinteso il suo tipo): così, "la portaerei Garibaldi" viene resa come "la Garibaldi" e "il cacciatorpediniere Caio Duilio" viene reso come "il Caio Duilio"[4]. Non è chiaro come sia nata questa tradizione. Per lungo tempo la Regia Marina non ebbe alcuna regola formale circa il genere delle navi né un orientamento prevalente tra i suoi autori, tanto che negli stessi scritti si ricorreva spesso contemporaneamente sia all'articolo maschile che a quello femminile, attenendosi al genere grammaticale del tipo di nave o a quello del nome proprio riferito a essa; quando il nome dell'imbarcazione era fatto precedere dall'espressione "Regia Nave" o "R. N." l'articolo utilizzato era comunque sempre quello femminile ("la R. N. Trento"), in questo imitando l'usanza della Royal Navy britannica di impiegare sempre il femminile per le sue unità navali in quanto tutte indifferentemente considerate "navi di sua maestà" (His Majesty's Ship o HMS) quale che fosse il loro tipo. L'uso dell'articolo maschile sempre e comunque sembra abbia preso piede tra le autorità della Marina durante il ventennio fascista, sia come forma di differenziazione dai rivali britannici sia come modo per assecondare la tendenza del regime a esaltare le raffigurazioni "maschie" e "virili"; permase comunque in merito la totale assenza di esplicite direttive prescrittive, tanto che diversi autorevoli esponenti della Marina stessa proseguirono a impiegare l'articolo femminile nei loro scritti. La tradizione del ricorso esclusivo all'articolo maschile si sarebbe consolidata solo nel secondo dopoguerra senza una ragione precisa, ed è oggi universalmente accettata da tutti gli esponenti della Marina Militare[4]. Distintivi otticiLe navi della Marina Militare utilizzavano inizialmente come distintivo ottico due lettere. A seguito dell'entrata dell'Italia nella NATO, il distintivo ottico divenne di tipo numerico. Gli incrociatori e successivamente le portaerei classificate come incrociatori portaeromobili sono contraddistinti da tre cifre, la prima delle quali è 5. I cacciatorpediniere dalla lettera D seguita da tre cifre, la prima delle quali è 5. Le unità di scorta come le fregate, le corvette e le torpediniere dalla lettera F seguita da tre cifre, la prima delle quali è 5. Le unità da pattugliamento come pattugliatori, motocannoniere e motosiluranti dalla lettera P seguita da tre cifre, la prima delle quali è 4. Le unità di lotta alle mine da quattro cifre, la prima delle quali è 5. Le navi ausiliarie, quali navi scuola, navi da rifornimento, navi idrografiche dalla lettera A seguita da quattro cifre, la prima delle quali è 5. Le navi da trasporto e anfibie dalla lettera L seguita da quattro cifre, la prima delle quali è 9. I rimorchiatori dalla lettera Y seguita da tre cifre, la prima delle quali è 4. Unità navali in attivitàLa flotta della Marina Militare è composta da 8 sottomarini, 1 portaerei STOVL, 1 portaelicotteri da assalto anfibio (LHD), 3 navi d'assalto anfibio, 3 cacciatorpediniere missilistici, 10 fregate, 14 pattugliatori d'altura, 4 pattugliatori costieri e 10 cacciamine. In totale la flotta operativa si compone di 52 navi, organizzati in 2 gruppi da battaglia con capacità d'altura e almeno 3 gruppi di spedizione anfibia. Sottomarini
NaviNavi ausiliarie
AviazioneAerei ed elicotteri sono utilizzati dalla Marina Italiana per diversi propositi, come il trasporto o la lotta ASW, e possono operare sia da basi a terra sia dalle unità navali dotati di piattaforma aerea. I mezzi aeronavali della Marina Militare sono:[7] Flotta aerea
Progetti futuriUnità navali in costruzione
Unità navali finanziate ma non ancora contrattualizzate
Unità navali in programma ma ancora non finanziate
Unità navali dismesseLe unità navali in forza alla Marina Militare, una volta dismesse hanno seguito destini diversi: la maggior parte dei natanti sono stati demoliti (in Italia o all'estero) oppure radiati e ormeggiati nelle basi navali in attesa di essere avviati a successiva demolizione. Altre unità, invece, che erano in un buono stato di conservazione ed erano ancora in grado di poter continuare il loro ciclo vitale, sono state vendute (dopo opportuni lavori di riqualifica) ad altre Marine nazionali. I progetti di far diventare le navi militari dismesse dei musei incontrano il favore della Marina, ma devono far fronte ovviamente al reperimento delle risorse economiche necessarie al loro trasporto e messa in sicurezza da parte degli Enti che manifestano interesse. Ne è esempio il sottomarino Enrico Toti, ora esposto al Museo nazionale della scienza e della tecnologia, che è rimasto ancorato al porto fluviale di Cremona dal 2001 al 2005 in attesa di organizzare e definire il trasporto su terra. Unità venduteUnità musealizzate
Unità radiate
Unità demoliteOrganizzazione della flottaLe unità della flotta della Marina Militare sono inquadrate nella Squadra navale alle dipendenze del CINCNAV, il Comando in capo della Squadra navale. Le unità della Squadra navale, in seguito all'applicazione del nuovo modello di difesa, a partire dal 1º ottobre 1999, erano così inquadrate:
Successivamente le unità della flotta, a partire dal 14 ottobre 2013, erano così inquadrate:
Con la riorganizzazione dei comandi le unità della flotta, a partire dal 14 settembre 2014, erano così inquadrate:
Con l'ultima riorganizzazione dei comandi le unità della flotta, a partire dal 1º giugno 2016, sono così inquadrate:
Dal CINCNAV dipende anche il Comando delle forze aeree (COMFORAER). Galleria d'immagini
Note
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Collegamenti esterni
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