Giovanni I (vescovo di Caserta)
Giovanni (... – dopo il 1164) è stato un vescovo cattolico italiano di Caserta, storicamente documentato dal 1153 al 1164. Date del vescovadoSi ritiene che Giovanni sia succeduto a Nicola come vescovo di Caserta. Ignote però sono le date di fine episcopato di Nicola e dell'inizio di quello di Giovanni. Diversi autori pongono come data quella del 1137, ma si tratta di una mera supposizione non suffragata da documenti storici. Storicamente Giovanni è documentato in tre occasioni, dal 1153 al 1164. Il compimento della cattedraleLa Cattedrale di San Michele Arcangelo venne compiuta sotto Giovanni nel 1153, e probabilmente fu questo vescovo a consacrarla alla prima domenica di luglio del 1153. Leggiamo sull'architrave maggiore la seguente epigrafe: «UNDECIES CENTUm QUINQUAGINTA TRIBUS ANNIS In minuscolo le lettere aggiunte per comprendere meglio l'iscrizione. Traducibile come: "L'anno 1153 del Verbo incarnato sono stati innalzati i sette muri di marmo e io Giovanni, meno architetto che vescovo". L'ultima linea è molto discussa soprattutto nel passato. Laudando nella sua cronologia dei vescovi la interpreta come[1]: «et erugi me (aulam, templum), quamquam minus (sit opus), assessore Joanne» Giuseppe Daniele nel 1873 nel suo opuscolo sul duomo di Casertavecchia credeva che il MEQUE si riferisse a Giovanni che veniva considerato quale direttore dei lavori e si confondeva ERUGI come nome proprio in genitivo di un fatidico vescovo Erugus[1]. Commette errore anche Ughelli che unisce Quamquam con assessore e aggiunge al nome Joanne un presunto cognome "quamquassor"[1]. Addirittura c'è chi ha voluto tradurre "FRUGI" al posto di "ERUGI" e leggere: "...io (cattedrale) meno importante di Giovanni in quanto vescovo"[2]. Altri documentiNel 1158 Giovanni concesse all'abate Marino della SS.Trinità di Cava le chiese di S.Maria e di S.Marciano a Cervino, quasi cadenti. Il diploma si conserva nell'abbazia di Cava e venne redatto nella chiesa di San Giorgio di Nola alla presenza di Roberto, vescovo di Nola, con la firma di capitolari, sacerdoti, diaconi e suddiaconi di Caserta[3]. In questo documento è interessante notare che il vescovo di Caserta impose l'obbligo di riconoscere che le chiese erano state ricevute "a Casertana seu a Calatina Ecclesia", di restaurarle e di pagare al vescovo di Caserta ogni anno nel giorno dell'Assunzione "tarenos decem monetae Amalphiae". Nel 1164 consacrava la chiesa di San Salvatore delle monache benedettine a Capua, rinnovata dalla badessa Luisizza, su richiesta di Alfano di Camerota, arcivescovo di Capua. Il clero casertano dal documento del 1158Interessante notare, nel documento del 1158 firmato da Giovanni che il clero che lo accompagnava era così formato:
Si noti come esistesse un capitolo cattedrale (lo testimonia la presenza del primicerio) e quella di una scuola (per la presenza del "magister"). Data di morteLa data di morte è sconosciuta; sappiamo solo che il vescovo Giovanni era vivo nel 1164. Alcuni storici fanno finire il suo episcopato a questa data; ma anche in questo caso si tratta di una supposizione non suffragata da prove storiche.[4]. Note
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