Gran Premio motociclistico di Germania 1976Il Gran Premio motociclistico di Germania fu l'undicesimo appuntamento del motomondiale 1976. Si svolse il 29 agosto 1976 presso il Nürburgring, e corsero tutte le classi. Prima gara della giornata fu la 50, nella quale Ángel Nieto vinse il suo 40° GP iridato e il suo settimo titolo mondiale. Seguì la 350, nella quale Walter Villa ebbe a fronteggiare la concorrenza di Dieter Braun, prima che la Morbidelli del tedesco desse dei problemi; vinse il "Reverendo", che si aggiudicò anche il titolo mondiale. Terza gara in programma quella della 125: la pista umida provocò parecchie cadute (tra cui quelle di Pier Paolo Bianchi e Ángel Nieto). Andò in testa Anton Mang, che non la abbandonò fino al termine. In 250 nuova vittoria di Villa, davanti ai sudafricani Kork Ballington e Jon Ekerold. La gara della 500 fu memorabile: ancora assente Barry Sheene, Giacomo Agostini approfittò delle incerte condizioni meteorologiche per correre con l'MV Agusta, portandosi in testa e vincendo la gara. Questa fu l'ultima vittoria nel motomondiale per "Ago", per la Casa lombarda e per una moto a quattro tempi. Chiusero il programma i sidecar, che corsero sotto la pioggia: la lotta per la vittoria si restrinse a Werner Schwärzel e Alain Michel, fino al ritiro del francese, uscito di pista. Classe 50053 piloti alla partenza, 24 al traguardo. Arrivati al traguardo
Classe 35054 piloti alla partenza, 29 al traguardo. Arrivati al traguardo
Classe 25055 piloti alla partenza, 33 al traguardo. Arrivati al traguardo
Classe 12528 piloti alla partenza, 19 al traguardo. Arrivati al traguardo
Classe 5042 piloti alla partenza, 30 al traguardo. Arrivati al traguardo
Classe sidecarPer le motocarrozzette si trattò della 169ª gara effettuata dall'istituzione della classe nel 1949; si sviluppò su 5 giri, per una percorrenza di 114,180 km. Pole position di Rolf Biland/Williams (Seymaz-Yamaha); giro più veloce di Werner Schwärzel/Andreas Huber (König) in 11' 02" 1 a 124,159 km/h. 40 equipaggi alla partenza, 27 al traguardo. Arrivati al traguardo
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