Ipsicle (in greco antico: Ὑψικλῆς?, Hypsiklês; 190 a.C. circa – 120 a.C. circa) è stato un matematico e astronomo greco antico noto per le sue Ascensioni ('Aναφορικός) e per il libro XIV degli Elementi di Euclide.
Biografia
Sebbene si sappia poco sulla sua vita si ritiene che sia l'autore delle Ascensioni (Ὰναφοριχός), in cui Ipsicle dimostra alcune proposizioni riguardo alle progressioni aritmetiche ed utilizza i risultati per calcolare valori approssimati per il tempo necessario ai segni zodiacali per elevarsi sopra l'orizzonte.[1] Si pensa che sia in quest'opera che è stata adottata la divisione del cerchio in 360 gradi[2] poiché divide il giorno in 360 parti, soluzione forse suggerita dall'astronomia babilonese.[3]
Ipsicle è noto per lo più per essere il possibile autore dell'apocrifo Libro XIV degli Elementi di Euclide, che potrebbe essere stato scritto sulla base di un trattato di Apollonio di Perga. Il libro continua l'analisi di Euclide dei solidi regolari inscritti in sfere, giungendo al risultato secondo cui il rapporto delle superfici del dodecaedro e dell'icosaedro inscritti nella stessa sfera è il medesimo del rapporto dei loro volume, essendo tale rapporto .[2]
Note
- ^ Evans, J., (1998), The History and Practice of Ancient Astronomy, pagina 90. Oxford University Press.
- ^ a b Boyer, Euclid of Alexandria, in 1991, pp. 118–119.
«Nei tempi antichi non era raro attribuire a un autore celebre opere che non erano sue; così, alcune versioni degli
Elementi di Euclide includono un quattordicesimo e anche un quindicesimo libro, ma studiosi posteriori dimostrarono che entrambi erano apocrifi. Il cosiddetto Libro XIV continua il confronto euclideo dei solidi regolari inscritti in una sfera, i principali risultati sono che il rapporto tra le superfici del dodecaedro e dell'icosaedro inscritti nella stessa sfera è uguale al rapporto tra i loro volumi, essendo il rapporto quello del lato del cubo al lato dell'icosaedro, cioè,
Si pensa che questo libro possa essere stato composto da Ipsicle sulla base di un trattato (ora perduto) di Apollonio confrontando il dodecaedro e icosaedro. (Si pensa che Ipsicle, che probabilmente visse nella seconda metà del II secolo a.C., sia l'autore di un lavoro astronomico,
De ascensionibus, dal quale potrebbe essere stata adottata la divisione del cerchio in 360 parti.)»
- ^ Boyer, Greek Trigonometry and Mensuration, in 1991, p. 162.
«È possibile che sia stata ripresa da Ipsicle, che in precedenza aveva diviso il giorno in 360 parti, una suddivisione che può essere stata suggerita dall'astronomia babilonese.»
Altri progetti
Collegamenti esterni
- Ìpsicle, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giorgio De Santillana, IPSICLE, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.
- Ìpsicle di Alessàndria, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Ipsicle, su MacTutor, University of St Andrews, Scotland.