Iridio Mantovani (Ancona, 1899 – Dukkam, 7 luglio 1936) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana[2].
Biografia
Nacque ad Ancona nel 1899, figlio di Adelino e Maria Carpene.[2] Allievo del Collegio Militare di Roma, nel gennaio 1918 si arruolò volontario nel battaglione ciclisti del 7º Reggimento bersaglieri.[1] Frequentato un corso nella Regia Accademia Militare di Modena venne nominato aspirante ufficiale di complemento nell'agosto successivo e ritornava in zona di operazioni con il III Battaglione del 7º Reggimento bersaglieri, passando poi con la promozione a sottotenente all'11º Reggimento bersaglieri.[1] Posto in congedo nel settembre 1920, nel maggio 1929 venne promosso tenente.[1] Nell’ottobre 1935 fu messo a disposizione della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale per l'inquadramento delle unità CC.NN. mobilitate per le esigenze dell'Africa Orientale.[1] Fu assegnato, con il grado di capomanipolo, alla 219ª Legione CC.NN. della 6ª Divisione CC.NN. "Tevere", con la quale sbarcò a Mogadiscio, nella Somalia italiana, il 28 dicembre dello stesso anno.[1] Durante la guerra d'Etiopia partecipò alle azioni offensive di Neghelli, dell'Ogaden e dell'Harrar.[1] Cadde in combattimento a Dukkam, durante le grandi operazioni di polizia coloniale, il 7 luglio 1936, e fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]
Onorificenze
«
Dopo aver combattuto valorosamente una intera giornata contro rilevanti forze ribelli, a sera, richiamato dai segnali del suo comandante accorso in aiuto di un treno deviato e assediato, mosse col suo manipolo. Impeditogli il passo dall'avversario numeroso, girò combattendo nella notte attorno al cerchio nemico per cercarne il punto più debole, ma fuorviato dal fuoco che proveniva da ogni parte e disorientato dalla pioggia violenta, si allontanò dal luogo ove era diretto. Circondato al mattino seguente da forze venti volte superiori e sempre aumentanti, sostenne leoninamente l'impari lotta, animando con la parola e con l'esempio i pochi superstiti. Sparato l'ultimo colpo, mentre il nemico irrompeva all'arma bianca, in piedi, fiero tra i morti e i feriti, gridò: « Ragazzi un ultimo pensiero ai nostri cari, viva l'Italia! viva il Re! viva il Duce!». Feriti e superstiti ripeterono il triplice grido di fede e poi alla baionetta, guidati dall'eroico capo, s'immolarono. Fulgida figura di purissimo eroe. Les Addus-Dukkam, 6-7 luglio 1936 .
[3]»
— Regio Decreto 14 luglio 1937.
Note
Annotazioni
Fonti
Bibliografia
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 187.
Voci correlate
Collegamenti esterni