Giovanni, bello e colto, era diventato re il 15 gennaio 1407 a soli due anni. Era cresciuto sotto la guida del suo favorito e inseparabile amico Álvaro de Luna (1390-1453)[2], il quale gli consigliò di risposarsi con Isabella. La giovane regina, però, iniziò a essere gelosa delle attenzioni e dell'influenza che il marito concedeva all'amico. Con tutti i privilegi che gli erano stati conferiti, don Alvaro era infatti diventato potente e sfrontato. Così Isabella si schierò col partito dei nobili, contrario al favorito, fino a che riuscì a farlo cadere in disgrazia[3] e condannare a morte.
La vedovanza e la morte
La morte del marito, nel 1454, causò a Isabella un profondo stato di malinconia, tanto che decise di rinchiudersi nel castello di Arévalo[4], in cui crebbero i figli Isabella e Alfonso: vi sarebbe rimasta per 42 anni.
Madre e figlia erano molto legate. La futura sovrana di Castiglia (il rango reale non era ancora prevedibile) fu allevata, dunque, ad Arévalo con la regina. Quando la diede alla luce, le mise il nome Isabella in onore dell'amata madre.
Quando arrivò la notizia che la regina madre di Castiglia era moribonda, la figlia Isabella stava festeggiando a Burgos le nozze del figlio principe ereditario Giovanni. Accorse subito da lei e le stette accanto finché morì il 15 agosto 1496, all'età di 68 anni.
Fu inizialmente sepolta nella cappella del palazzo reale di Madrigal, poi la salma fu trasferita a Burgos, nella certosa di Miraflores, in un sarcofago accanto a quello del coniuge Giovanni II.
La morte del marito e i decenni trascorsi chiusa nel castello di Arévalo (dall'età di 26 anni), resero a volte stravagante l'atteggiamento di Isabella. Degli stessi sintomi avrebbero sofferto alcuni suoi discendenti, aggravati dalle tare ereditarie dovute ai numerosi matrimoni tra consanguinei: i casi più manifesti furono quelli della nipote regina Giovanna (che sarebbe passata alla storia come "Giovanna la pazza"), del principe don Carlos (che diede segni di instabilità comportamentale molto presto) e del re don Sebastiano I del Portogallo. Giovanna, madre dell'imperatore Carlo V, ebbe effettivamente lo stesso destino della nonna: entrambe vissero per molti anni isolate fino alla morte.[5]
^Dal precedente matrimonio, Giovanni aveva avuto un figlio che sarebbe succeduto al padre col nome di Enrico IV.
^Álvaro de Luna era stato introdotto a corte nel 1410 dallo zio Pedro de Luna, arcivescovo di Toledo che a sua volta era nipote dell'antipapa Benedetto XIII e, dopo l'allontanamento dalla corte del reggente del regno di Castiglia, lo zio di Giovanni, Ferdinando, per andare a prendere possesso del regno d'Aragona, eletto dopo il compromesso di Caspe, aveva fatto una rapida carriera e in pochi anni era divenuto il consigliere più ascoltato da Giovanni II
^Álvaro de Luna fu arrestato e incarcerato nel castello di Portillo. Fu accusato di stregoneria portato davanti ad un consiglio speciale riunito a Valladolid, e processato con l'imputazione di aver tentato di controllare con la stregoneria la mente del re. Alla fine, trovato colpevole, fu condannato a morte e giustiziato, il 2 giugno del 1453.
^La regina vedova aveva la signoria sulla città di Cuenca ed i paesi di Arévalo e Madrigal, e nel testamento Giovanni II gli confermò il possesso di Arévalo.
^Dall'unione di Enrico IV con la seconda moglie, Giovanna d'Aviz (cugina prima di Isabella), nel 1462, nacque una figlia, Giovanna, legittima erede al trono. Quando nel 1454, Enrico era divenuto re di Castiglia il titolo di principe delle Asturie era passato al fratellastro, Alfonso, che, da una delle fazioni di nobili di corte, già veniva chiamato Alfonso XII; ora questa fazione, molto abilmente aveva messo in giro la diceria, molto probabilmente inventata, che la figlia di Giovanna del Portogallo fosse figlia non di Enrico IV, ma di uno dei migliori amici di Enrico, Beltrán de la Cueva, che in quegli anni aveva fatto una rapida carriera alla corte castigliana. E da allora le fazioni contrarie al re cominciarono a denominare Giovanna col soprannome
Beltraneja. Le due fazioni della nobiltà castigliana cercarono di far nominare erede al trono ciascuna il proprio candidato e la cortes si pronunciarono a favore di Giovanna, riconoscendola figlia legittima, ma la fazione avversa sosteneva Alfonso e, quando nel 1468, Alfonso morì passò a sostenere sua sorella Isabella.