Dal 1945 al 1962 Delors lavorò alla Banca di Francia, prima come capo servizio e poi come membro del gabinetto del direttore generale dei titoli e del mercato monetario.
Tra il 1959 e il 1961 fece anche parte della sezione della pianificazione e degli investimenti del Consiglio economico e sociale della repubblica francese[3].
Nel 1962 venne nominato capo servizio per gli affari sociali e culturali all'interno del Commissariato generale per la pianificazione, di cui fece parte fino al 1969[3].
Dal giugno 1969 al luglio 1972 fu consigliere economico di Jacques Chaban-Delmas, nominato primo ministro da Georges Pompidou pochi giorni dopo l'elezione di quest'ultimo alla presidenza della repubblica. Tra il 1969 e il 1973 Delors fu anche segretario generale presso il primo ministro per la formazione professionale e la promozione sociale[3]. Delors fu tra i principali ispiratori del progetto politico riformista della Nouvelle Société portato avanti dal governo di Chaban-Delmas ed elaborò tra le altre cose delle riforme al diritto del lavoro e una legge sulla formazione permanente. Il governo riuscì tuttavia a mettere in pratica solo una parte del progetto, a causa delle resistenze del presidente Pompidou, del suo entourage e di parte dei parlamentari della maggioranza.
Dal 1973 al 1979 fece parte del Consiglio generale della Banca di Francia[3].
Agli inizi della sua attività politica Delors fu vicino ai democratici cristiani di orientamento sociale. Fece parte del movimento cattolico di ispirazione personalistaLa vie nouvelle, importante per la formazione della cosiddetta "seconda sinistra" francese. Nell'ambito di quel movimento Delors fondò nel 1959 il gruppo di discussione e la rivista Citoyens 60, che diresse fino al 1965. Fece parte anche del gruppo Reconstruction[3]. Collaborò anche con riviste di estrema sinistra, scrivendo articoli di ispirazione marxista con lo pseudonimo di Roger Jacques.
Divenne esperto economico della Confédération française des travailleurs chrétiens[3] e partecipò alla sua trasformazione in Confédération française démocratique du travail nel 1964.
Adesione al Partito socialista
Nel 1974 Delors creò il gruppo di riflessione politica Échanges et projets. Dal 1975 al 1979 diresse il centro di ricerca Travail & société.
Delors era iscritto al Partito socialista unificato, ma come molti nel 1974 aderì al Partito socialista guidato da François Mitterrand. Partecipò alla redazione del programma elettorale di Mitterrand per le elezioni presidenziali di quell'anno e del 1981. Dal 1976 al 1981 fu responsabile nazionale del partito per le relazioni economiche internazionali. Entrò nel comitato direttivo del partito nel 1979[3]. Delors fu uno dei pochi dirigenti del partito apertamente credenti.
Nelle prime elezioni europee del giugno 1979 Delors venne eletto membro del Parlamento europeo e presiedette la sua commissione per gli affari economici e monetari[3]. Si dimise dal Parlamento europeo quando venne nominato ministro nel maggio 1981.
Dal maggio 1981 al luglio 1984[3][4] Delors fu ministro dell'economia e delle finanze nell'ambito del governo guidato da Pierre Mauroy, nominato primo ministro da François Mitterrand pochi giorni dopo l'elezione di quest'ultimo alla presidenza della repubblica. Delors fece parte di tutti e tre i governi presieduti consecutivamente da Mauroy, ottenendo anche la delega al bilancio nel terzo governo Mauroy in carica dal marzo 1983.
Nel primo periodo del suo mandato da ministro, Delors promosse una serie di nazionalizzazioni, previste dal programma di governo concordato con il Partito comunista. Decise inoltre delle svalutazioni del franco, promosse politiche di rilancio della crescita economica e realizzò delle riforme del sistema finanziario. Promosse una politica di rigore, abolendo la scala mobile dei salari nel 1982. Sostenne la permanenza della Francia nel Sistema monetario europeo.
Delors presiedette la Commissione europea dal gennaio 1985 al gennaio 1995,[3][4] svolgendo tre mandati consecutivi. È stato il primo e finora unico presidente della commissione a svolgere tre mandati. Fu un presidente molto carismatico ed energico, capace di rafforzare considerevolmente il ruolo e l'influenza della Commissione.
Nel 1994, Delors venne invitato dal Partito socialista a candidarsi alle elezioni presidenziali in Francia del 1995. Nonostante i sondaggi favorevoli, dopo una lunga riflessione Delors decise di rifiutare, lasciando il campo libero alla candidatura di Lionel Jospin e presiedendo il suo comitato elettorale. Jospin venne tuttavia sconfitto da Jacques Chirac.
In seguito Delors si ritirò dalla carriera politica, continuando tuttavia a far parte del Partito socialista e ad intervenire nel dibattito pubblico nazionale ed europeo, soprattutto su temi legati all'integrazione europea. Nel 1996 fondò il think tank Notre Europe, che presiedette fino al 2004[3]. Fece poi parte del suo consiglio direttivo. Nel 2007 collaborò alla realizzazione degli "Stati generali dell'Europa" a Lille. Nel 2010 sostenne la creazione del Gruppo Spinelli, di cui è membro[5].
Nel 2004 firmò una petizione per elaborare un "Trattato sull'Europa sociale"; l'anno successivo sostenne l'approvazione della costituzione europea nel referendum francese e nel 2007 si espresse a favore di una "Comunità europea dell'energia"[6].
Altre attività
Dal 1995 al 1998 Delors presiedette la "Commissione per l'educazione per il XXI secolo" dell'UNESCO.
Tra il 1995 e il 1999 fu presidente del consiglio di amministrazione del Collegio d'Europa[3].
Delors ha presieduto il Conseil de l'emploi, des revenus et de la cohésion sociale dal 2000 al 2008[3].
«Per avere segnato con il suo apporto la storia recente di Europa, e saputo con i suoi scritti fornire la base conoscitiva e ideale per uno sviluppo della prospettiva europea all'insegna della coesione sociale e senza dover pagare prezzi troppo alti ai ceti più deboli.» — Università degli studi di Firenze
Delors ebbe due figli. Jean-Paul morì nel 1982, Martine, nota col cognome Aubry del primo marito, è stata invece la segretaria del Partito Socialista francese dal 2008 al 2012 e più volte ministro.
Pubblicazioni
Jacques Delors, Les indicateurs sociaux, 1971.
Jacques Delors, Changer, 1975.
Jacques Delors, En sortir ou pas, 1985.
Jacques Delors, Le nouveau concert européen, 1992.
Jacques Delors, L'unité d'un homme, 1994.
Jacques Delors, Combats pour l'Europe, 1996.
Jacques Delors, Jean-Louis Arnaud, Mémoires, Plon, Parigi 2004. Trad. it. Memorie, Rubbettino, 2009.
Jacques Delors, L'Europe tragique et magnifique, 2006.