Jan Gawronski, figlio di Stanisław e Helena Lubomirski, dal 1919 lavorò nel servizio diplomatico della Repubblica di Polonia, successivamente in Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Turchia e Austria. Dal 1929 al 1932 fu consigliere della legazione polacca[2] ad Ankara, quindi lavorò per un anno presso il Ministero degli Affari Esteri.[3]
Fu inviato in Medio Oriente con l'obiettivo di incoraggiare il nazionalismo tra le minoranze nazionali delle repubbliche sovietiche del Caucaso.[4] Dal 1932 fu consigliere presso l'ambasciata polacca a Vienna e nel 1934 divenne ambasciatore e ministro plenipotenziario in Austria, incarico che mantenne fino al 1938.[5]
Ricevette da Józef Beck l'ordine di incontrarsi con Adolf Hitler per discutere le questioni che preoccupavano i polacchi, compresa la situazione della Repubblica Cecoslovacca e dei tedeschi dei Sudeti. Anni dopo scriverà una lunga descrizione del Führer nelle sue memorie.[6] Quando l'Austria perse l'indipendenza con l'Anschluss fu richiamato a Varsavia.[7]
Contribuì a mettere in salvo in due occasioni il commediografo Franz Theodor Csokor inseguito dai nazisti.[8]
Nell'autunno del 1939 si trasferì in Italia con la famiglia.[9] Durante la seconda guerra mondiale, grazie ai suoi contatti familiari e sociali, rappresentò gli interessi polacchi in Italia.[10] Nell'ottobre del 1943 venne arruolato nell'esercito britannico con il grado di maggiore.[6]
Il 18 giugno 1946 venne interrogato al processo di Norimberga per fare luce sulle relazioni tra la Germania e l'Austria quando era ambasciatore a Vienna.[11]
Successivamente si dedicò alla scrittura di diverse opere descrivendo i vari aspetti della diplomazia e raccontando in forma di memoriale le esperienze vissute durante le sue missioni all'estero.[12]