La Legione polacca fu un insieme di formazioni militari pressoché indipendenti operanti durante la prima guerra mondiale; esse furono, dall'inizio della guerra, nel 1914, dipendenti dall'Esercito austro-ungarico e dal 1916 dall'esercito tedesco e combatterono sul Fronte orientale contro le truppe dell'Impero zarista.
Formazione
La Legione polacca (polacco: Legiony Polskie) fu fondata il 16 agosto 1914 in Galizia su iniziativa della Commissione Provvisoria dei partiti confederati dell'indipendenza (Komisja Tymczasowa Skonfederowanych Stronnictw Niepodległościowych) e del membri polacchi del Parlamento austriaco. L'unione fu una formazione indipendente dall'Esercito austro-ungarico e consisteva, all'inizio in due brigate, cui se ne aggiunse una terza successivamente.
Il resto della Legione rimase nel contempo presso il gruppo di armate di Pflanzer-Baltin in battaglia contro l'VIII e XIX armata russa sul Dnestr e nei Carpazi. A metà dell'ottobre 1914 la brigata al comando del tenente colonnello Haller coprì nella zona del Luogotenente feldmaresciallo Attems (56a Honved-Division) l'accesso al passo Pantyr nella zona Rafailowa contro le forze russe presso Nadvirna. Il 22 ottobre il gruppo Durski dovette effettuare un attacco di alleggerimento su Dolina e Stryj. Il 10 dicembre la legione di Piłsudski condusse un attacco su Kamienica nella zona della IV armata austro-ungarica durante la battaglia di Limanowa. Nel giugno 1916 l'unità contava circa 25.000 soldati.
Dopo la fondazione del regno di Polonia nel novembre 1916 le Legioni polacche vennero poste sotto il comando tedesco (Polnische Wehrmacht). Poco dopo la Legione venne sciolta e i suoi soldati internati, poiché si erano rifiutati di ubbidire al Kaiser prestandogli giuramento di fedeltà. Dopo la guerra e la ricostituzione della Polonia gli ufficiali fecero della Legione la spina dorsale dell'Esercito polacco.
Dopoguerra
Nella cultura politica dell'ora divenuta indipendente Polonia, la Legione occupò nel periodo interbellico una posizione di rilievo. Pilsudski nel 1926 prese il potere con un putsch appoggiato dai veterani della Legione, che lo tennero fino al 1939. La tradizione della legione fu fortemente promossa dai mezzi di comunicazione dello stato e dal sistema educativo. L'inno popolare della legione My, pierwsza brygada (Noi, la prima brigata) assunse nella Seconda Repubblica polacca il ruolo di secondo, non-ufficiale inno nazionale. Esso, insieme ad altri elementi della tradizione legionaria, fu vietato nella Polonia comunista. Dopo la caduta della dittatura comunista la memoria della Legione divenne nuovamente parte della cultura ufficiale polacca.[1]
^(DE) Piotr Szlanta: Der Erste Weltkrieg von 1914/1915 als identitätsstiftender Faktor, in Gerhard P. Groß (Hrsg.) : Die vergessene Front. Der Osten 1914/1915 - Ereignis, Wirkung, Nachwirkung, Paderborn, 2006, S. 163
^(DE) Heeresgeschichtliches Museum / Militärhistorisches Institut (Hrsg.): Das Heeresgeschichtliche Museum im Wiener Arsenal. Verlag Militaria, Wien 2016, ISBN 978-3-902551-69-6, S. 115
Bibliografia
Riccardo Altieri, Sterben unter fremden Bannern. Polnische Soldaten im Ersten Weltkrieg. In: Riccardo Altieri, Frank Jacob (Hrsg.): Spielball der Mächte. Beiträge zur polnischen Geschichte. minifanal, Bonn 2014, ISBN 978-3-95421-050-3, S. 184–207.
Wacław Lipiński, Legiony Polskie 1914–1918. Białystok 1990.
Piotr J. Wróbel, The Revival of Poland and Paramilitary Violence, 1918–1920. In: Rüdiger Bergien, Ralf Pröve (Hrsg.): Spießer, Patrioten, Revolutionäre. Militärische Mobilisierung und gesellschaftliche Ordnung in der Neuzeit. Göttingen 2010, ISBN 978-3-89971-723-5, S. 281–303.
Hartmut Kühn, Polen im Ersten Weltkrieg: Der Kampf um einen polnischen Staat bis zu dessen Neugründung 1918/1919, Peter Lang Verlag, Berlino, 2018, ISBN 9783631765302